Sold out per Franco Battiato al Teatro Antico di Catania

Ovazione e sold out per il concerto liturgico di Franco Battiato al Teatro Greco-Romano di Catania, portandoci tra i profumi della saggezza

Lella Battiato Majorana – foto Giacomo Orlando

 

Compositore forbito, cantautore-filosofo, Franco Battiato ha regalato un concerto mistico orientale con una serata eccezionale al Teatro Greco-Romano di Catania insieme all’orchestra e coro del Teatro Massimo “Bellini” con la “Messa arcaica”, che risale al ’93 e dichiara lo scopo di ritrovare la fede, un senso per la nostra esistenza, oggi sempre più in pericolo tra nuovi annunci apocalittici che arrivano dall’Estremo Oriente, sospesa tra interrogativi esistenziali esibendosi con minuti di estasi musicale, durante i quali ritmi colorati ma ipnoticamente ripetitivi, lisergici e kosmici degli strumenti più tradizionali e delle percussioni si uniscono a un continuo background di suono arcaico, archetipico introiettivo.

Battiato esce dalla prigione della caverna dell’ermeneutica fisicalista che, per i neoplatonici, è il nemico che rende cieco l’occhio psicologico, per allargare la sua ricerca dall’inconscio universale di Plotino a quello collettivo di Jung, giungere all’anima del mondo e colpire il pensiero del cuore (Hillman). Una serata che ha dato valore all’anima prima che alla mente, all’immagine prima che al sentimento, facendo sì che l’emozione trattenuta da quelle sacre interpretazioni, possano tornare a fluire nel mondo.

Il suono costruito alla perfezione, viene restituito a meraviglia al folto numeroso pubblico. La conferma di una serata all’insegna di un grande successo, con una voce più mistica, matura ma impeccabile. In giusto dialogo col palcoscenico riesce ad equilibrare armonia e tanta serenità. Non si tratta di un’inversione di tendenza,ma questo suo ultimo capolavoro che fa parte della sua discografia sperimentale, è il risultato di un percorso suo spirituale e sound, in stile “musica cosmica”, che si basa su una ricerca sofistica di antichi brani liturgici dei monaci del ‘200, con un andamento lento ma poi incalzante per convergere in un coinvolgente assolo finale di violino. Battiato misterioso trasformista trascorre le sue giornate chiuso in casa davanti al pianoforte per dare vita a nuove forme sonore frequentando musicisti di Classica. Volutamente percussivo (non usa mai il pedale di destra) divide e sottrae risonanza con una tecnica di rilascio. Incanta il pubblico con un ascolto meta-analitico, a favore di una non-spazialità atemporale. Il canto del mezzosoprano, intervallato a momenti pianistici, conduce i suoi fan a una forma di “pseudo-psichedelico-riflessiva” con i pezzi sospesi tra meditazione filosofica ed esoterismo. “Un’esperienza per me estremamente significativa, osserva il Maestro Battiato, che mi ha insegnato quanto sia strano questo nostro mondo musicale: dove capita di essere al centro di un tipo da mega-concerto rock anche quando si suona in una chiesa, anche quando si esegue un’opera che si muove lungo un tenuissimo filo orizzontale. Tutto questo, aggiunge, è molto gratificante, ma porta a tante riflessioni”. Un’opera liturgica con la mezzosoprano Carly Paoli che ha cantato con raffinato equilibrio di vocalità ed espressività. Ben assortita ed equilibrata la voce del coro con la guida del Maestro Gaetano Costa e apprezzato il Maestro Guido Corti che ha diretto l’orchestra. Non potevano mancare i fidati applauditi Carlo Guaitoli e Angelo Privitera, rispettivamente al pianoforte, alle tastiere e programmazione. Osannato dal pubblico, ha presentato la composizione per soli, coro e orchestra la “Messa” che vanta autori illustri come Bach, Mozart e altri compositori. Ottima la performance della sua creatività compositiva divisa nelle partizioni tradizionali (Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus e Agnus Dei), e probabilmente un’opera più tradizionale specialmente nelle parti corali e sinfoniche che segna l’invisibile filo che lo collega ai dischi di ricerca degli anni ’70. Non sono mancati durante la serata come continuità di percorso interiore che l’hanno portato a generare una serie di canzoni-capolavoro di grandissima intensità, celebri brani.

La seconda parte così del concerto è introdotta dall’adattamento di Roger Quilter di “Come away”, beat sulle parole di William Shakespeare, dedicata ad alcune di queste canzoni le più importanti da “E ti vengo a cercare” che infiamma la platea e “L’oceano di silenzio” tratto da “Fisiognomica” del 1988, alle sacre sinfonie del tempo e “L’ombra della luce” del 1991, passando “Sui giardini della preesistenza” e “Lode dell’inviolato” da “Café de la paix” del 1993, un pezzo cervellotico che piace al pubblico alle ultime composizioni del 2007. A suggellare l’esibizione, classici come “La cura”, uno dei suoi gioielli musicali, che conclude la sua serata; canzone superbamente arrangiata, elegante, raffinata come in una dialettica hegeliana dal logoramento trascendentale alla gioia rinascimentale della psiche.

Un evento eccezionale, con potere curativo “riti di purificazione dentro stati di gioia” come canta Battiato, promosso dall’assessore regionale allo Spettacolo, Sport e Turismo Antony Barbagallo che chiude la ricca stagione estiva allestita dal Massimo”Bellini” all’interno del circuito “Anfiteatro Sicilia”. Uno spettacolo che si allontana sempre più dalla forma del concerto canonico, per dare vita a una “Messa arcaica” che Battiato porge a tutti noi “Ite missa est”, un messaggio universale ad un’umanità che rincorre falsi ideali, e vive correndo assordata dai inutili clamori, fa bene una sera disintossicarsi dalla cattiva musica violenta, portandoci tra i profumi della saggezza e il Maestro ringrazia il pubblico e dà la buonanotte.

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