Convegno “Estorsione e Usura” al “Wojtyla” di Catania
Incontro all’Istituto “Wojtyla” su “Estorsione e Usura” organizzato dall’associazione “Giustizia e Pace”con la partecipazione del questore di Catania e del presidente VI sezione tribunale civile
Lella Battiato Majorana – foto Santi Zappalà
L’istituto Alberghiero “Karol Woityla” in prima linea per il convegno “Estorsione e usura, la sfida continua o muore la speranza?” che si è svolto nell’aula magna di via Lizio Bruno, alla presenza di rappresentanti delle Forze dell’Ordine, istituzionali e la figlia Grazia Lizzio del compianto Gianni Lizzio, dirigente sezione racket presso la Polizia di Stato, l’unico a conoscere il meccanismo dell’estorsione, in maniera incisiva dichiara “non appoggiare l’amico infetto, e lavorare per l’impegno sociale contro ogni forma di violenza”.
Importante iniziativa, che vuole dare al territorio catanese un utile apporto nella direzione di attirare maggiormente la collaborazione dei soggetti economici con la magistratura e le forze dell’ordine affinché denuncino gli atti intimidatori, estorsivi e usurai subiti.
Saluti: dirigente scolastico Daniela Di Piazza, “la mafia si combatte nelle scuole, in ciascun giovane bisogna seminare valori che diventeranno utili per la collettività; tutti i nostri percorsi debbono creare consapevolezza dei fatti, criticità e non lasciarsi influenzare dal malcostume”. Continua “la presenza oggi di esperti importanti, autorevoli e istituzionali, qualifica l’attività dell’intervento che è rivolto a favore dei nostri ragazzi, affinché la cultura della legalità possa rappresentare un nucleo centrale forte nel percorso di formazione per ciascuno di loro, e riportarne il comportamento nella quotidianità con la responsabilità di se stessi e il rispetto degli altri. Impalcatura che può far crescere e guidarli nella vita futura”.
Domenico Ciancio Sanfilippo condirettore La Sicilia, con enfasi ed esprimendo incoraggiamento nei confronti dei ragazzi, dà un messaggio del culto del dovere, la mentalità del diritto e non del favore, è importante informare correttamente e diffondere notizie importanti come la legalità: questo è il lavoro operoso e onesto del quotidiano La Sicilia che svolge da 72 anni. Noi siamo vicino a voi e con chiunque svolge attività sulla realtà vera, non quella delle chat”.
Lella Battiato Majorana direttore “The Voice Karol Woityla” e vicepresidente Giustizia e Pace.
Avvia i lavori Salvo Campo, presidente A.Si.A. (Associazione Siciliana Antiracket) che spiega l’impossibilità di Domenico Cuttaia prefetto commissario nazionale antiracket, a essere presente perché impegnato istituzionalmente di e dà lettura del messaggio inviato “con ogni forte azione di sensibilizzazione sull’utilizzazione degli strumenti posti disposizione delle vittime si rafforza la risposta, che deve essere sempre più adeguata, da parte delle istituzioni e della società civile, a questi odiosi fenomeni criminali. Le associazioni sono state attente interlocutrici dell’ufficio, in un’ottica di dare coraggio e forza a chi è esposto a decisioni sofferte difficili. In zone devastate da gruppi delinquenziali, incontrando le associazioni,ho sempre percepito una forte consapevolezza nell’impegno di restituire libertà e serenità a tutti coloro che, senza “allinearsi”, ed evitando compromessi e inerzie, percorrono i sentieri della legalità”. Continua, “bisogna operare nel settore attraverso: la collaborazione con le forze di polizia con continuità per l’attività di prevenzione e/o contrasto racket e usura, la costituzione di parte civile, nonché l’attività di sensibilizzazione delle vittime al ricorso alla denuncia degli autori dei reati e la promozione di campagne educative e i diffusione della cultura della legalità”.
Si dà lettura del messaggio del prefetto di Ancona Antonio D’Acunto e di Enzo Trantino.
Il presidente Campo presenta l’associazione nata nel 1991 “sfidiamo la mafia l’anno scorso 8.000 studenti della provincia di Catania sono stati sensibilizzati, dobbiamo coinvolgere la politica anche se talvolta con scarso risultato, assistiamo ad una palude di mediocrità con molta burocrazia; legalità ed economia sono legate le istituzioni presentano molte sfaccettature, creano collusioni nei quartieri, con sottomissione che ne favorisce l’attecchimento”.
Momento evocativo tutti in piedi ascoltando l’inno d’Italia suonato dal quartetto catanese per il compianto Lizzio e con parole significative il questore Giuseppe Gualtieri interviene riferendo che sarà dedicata una sala alla memoria del dirigente Lizzio che rappresenta un modello, “abbiamo bisogno di questo esempio e la polizia ne è orgogliosa”. Ha evidenziato “le associazioni e la scuola debbono sostenere la rete della legalità, la scuola lo fa da una parte formando la coscienza degli studenti, ed è importantissima, le associazioni affiancando gli operatori economici. La mia presenza sta a significare che il mio intervento è di sostegno in un momento di crisi delle associazioni antiracket e usura, e i misuratori a cui dobbiamo riferirci per efficacia di queste associazioni, sono gli operatori economici, che esse riescono a portare alla denuncia. Dobbiamo essere credibili affinché i nostri concittadini possano fidarsi di noi, passando non solo per le istituzioni, ma anche rivolgendosi alle associazioni antiracket che sono esse stesse istituzioni”.
Giuseppe Beretta deputato, chiarisce e anticipa sinteticamente il nuovo codice antimafia per togliere ai mafiosi i beni: questa interessante intuizione bisogna adeguarla ai tempi; venivano prima affidati per essere amministrati a un solo avvocato o commercialista parecchi beni confiscati, con risultati non eccellenti, adesso a un professionista si potranno affidare al massimo tre procedure, “abbiamo ascoltato gli operatori che ogni giorno contrastano la mafia, insieme alle associazioni che lavorano contro la mafia, bisogna gestire il patrimonio e rimetterlo al servizio della collettività. La mafia sta perdendo, grazie a voi ai docenti, al dirigente a cui va un enorme grazie e auspichiamo un impegno solenne con la condivisione di tutti noi”.
Il presidente Associazione Giustizia e Pace Ugo Tomaselli che con perizia ha portato avanti l’evento, ricorda con sentimento l’amico magistrato Livatino che operava al Tribunale di Agrigento e chiarisce saggiamente “La giustizia a volte è ingiusta, la cosa più difficile è saper scegliere e occorre affidarsi alla giustizia divina è importante non essere stati credenti, ma credibili abbattiamo anche i simboli mafiosi”.
Lino Barreca avvocato consulente A.Si.A., ha sottolineato l’importanza di organizzare questi convegni nelle scuole superiori per sensibilizzare i ragazzi al problema della diffusione della mafia e combatterla, ha evidenziato la necessità che gli imprenditori siano sostenuti dalle associazioni antiracket prima di subire le pressioni mafiose, per evitare che si ritrovino isolati e facilmente attaccabili. Infine continua “la necessità di rendere più efficaci e rapidi i procedimenti per l’elargizione del fondo di solidarietà alle vittime della mafia”.
Conclusioni affidate a Marisa Acagnino presidente VI sezione civile Tribunale Catania, che con un discorso esaustivo e interlocutorio, si inoltra tra la folta platea degli studenti esprimendosi in modo semplice ma intenso, ed esordisce con delle domande Chi sono i pentiti? “se assecondiamo la mafia, le riconosciamo un potere; l’impegno della scuola è dare strumenti per togliere il potere alla mafia, noi siamo cittadini liberi e la libertà non dobbiamo farcela rubare da nessuno, voi siete futuri imprenditori della ristorazione, non vi mettete in mano alla mafia”.
Dal convegno si evince che bisogna lottare contro il grande mostro burocratico e l’iniziativa serve a dare fiducia nello Stato e nelle istituzioni, attraverso gli strumenti legislativi e le risorse.
Al termine il maestro Fabio Raciti con la sua bravura, insieme ai suoi allievi della classe di violino, del Liceo Musicale “G. Turrisi Colonna” hanno eseguito musiche di Strauss, Piovani e Morricone. Emozionante l’esecuzione del brano “Nuovo Cinema Paradiso” per ricordare l’ispettore Lizzio. I giovani violinisti: Simone Molino, Erica Pappalardo, Fabrizio Calì, Sara Saggio e il pianista Lino Bonomo. Molto seguita e ammirata la performance poiché la musica è un vettore di cultura e pace.
Al termine della conferenza un dibattito interessante con testimonianze danno sostanzialità al convegno, poiché ogni storia di estorsione è diversa dall’altra; ha acceso l’interesse degli studenti motivandoli alla riflessione.
Franca Pepi (Asia Caltanissetta), con il suo intervento ha emozionato al sala a 17 anni le viene ucciso il padre imprenditore dalla mafia, ma con pacatezza racconta la sua storia di una donna che ha sofferto e non si è arresa mai. “Credete alle istituzioni, mi hanno fatto ricostruire l’azienda, ho vinto io, ha vinto lo Stato, non abbiate paura”.
Radatti Antonio (associazione Asia) pugliese vittima di estorsione che ha denunziato, Santonocito Giovanni (Asia) che ha apertoun b&b grazie al fondo di solidarietà, Giuffrida Letterio Francesco con un’attività di autoricambi a Linguaglossa, vittima dal 25 aprile 2010 e ha denunziato. Mastrosimone Salvatore (Asia San Cataldo) imprenditore vittima di usura.
Il giovane Fernando Tutino, associazione “Giustizia e Pace”, 35 anni sta per laurearsi in lettere racconta la sua storia di direttore commerciale nella farmacia della nonna a Palagonia.
Carlo Majorana Gravina interviene spiegando che la mafiosità è una modalità di comportamento.
Interviene con una domanda che riceve plauso da tutta la sala l’alunno del “Karol Wojtyla” Mascali Fabrizio III F Enogastronomia “La politica appoggia la mafia? E Campo risponde non ha schieramento politico ma stimolare i politici.
Ha collaborato anche l’associazione “Falcone-Borsellino” di Enna con il presidente Alfonso Panvini.
Apprezzato il coffee break organizzato dagli allievi dell’Istituto diretti dal prof. Carmelo Licciardello, direttore di sala e per l’accoglienza seguiti dal prof. Salvo Anello.
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