Cliniche e ospedali e il rischio clinico

Gestione del rischio clinico in continuità assistenziale tra azienda sanitaria e Asp nell’ambito della provincia di Catania

Un modello di percorso corretto della medicina preventiva

 Lella Battiato Majorana

 

Giornata di lavoro, molto importante e significativa per la provincia di Catania, affrontando tematiche di estrema attualità, correlate alle problematiche odierne di Direzioni ospedaliere e Risk Managers, con l’appuntamento presso gli uffici della Presidenza della Regione Siciliana di Catania sul tema “Gestione del rischio clinico nelle organizzazioni sanitarie siciliane”. Un percorso di valutazione del “rischio clinico” che impegna le Direzioni Mediche di Presidio, il territorio e le Strutture private convenzionate, per attuare procedure condivise.

Dopo l’esperienza della School of Risk Management (novembre dello scorso anno), l’Associazione Hospital & Clinical Risk Managers (HCRM) continua lo studio e analisi delle metodiche e degli strumenti per la gestione del rischio clinico.

Gli illustri relatori hanno affrontato gli aspetti operativi conseguenti alla Legge 24/2017 sia relativamente alle attività proprie del management aziendale, sia per le peculiari ricadute all’interno delle attività dei CAVS(Comitati Aziendali Valutazione Sinistri).

Dopo i saluti istituzionali catanesi: Rettore dell’Università Francesco Basile, Paolo Cantaro A.O.U. Policlinico V.E., Angelo Pellicanò A.O. Cannizzaro, Giuseppe Giammanco dirigente Asp, Francesca Raciti, presidente del Consiglio Comunale, in rappresentanza del sindaco Enzo Bianco, Massimo Buscema presidente Ordine, Renato Li Donni (ANMDO Sicilia) e Barbara Cittadini (AIOP), si sono avviati i lavori con il confronto sulle tematiche. Giuseppe Murolo, responsabile qualità e sicurezza dei pazienti della Regione Siciliana, ha dichiarato “i Risk Manager, alla luce della nuova disposizione normativa, insieme alla Regione saranno pronti a rispondere al meglio su: procedure, sorveglianza del rischio clinico delle nostre aziende. Gestisco un territorio variegato con sfide e scommesse che diventano interessanti, di grande rilievo è l’iniziativa di Alberto Firenze, presidente HCRM, che sposta da Palermo a Catania il suo modello di gestione del rischio in continuità assistenziale”. Continua  “tanti colleghi, oggi, da tutta la provincia lavorano insieme con l’obiettivo di mettere al centro il paziente, ridurne il rischio, migliorare la qualità dell’assistenza portando interventi sul campo”, ripercorrere i feedback, capire dove stanno le criticità, e occorre  un’esperienza consolidata”. Sicuramente è cambiata la figura del medico di famiglia negli anni ’50-’60 non è più lo sciamano, il guaritore che curava il paziente senza che nulla fosse messo in discussione. Insiste il dirigente Asp, sul recupero del ruolo tra medico e paziente veicolando un’attenzione fra le due parti del sistema, una partita da giocare ogni giorno, tra cittadino e bisogno di salute.

Da non sottovalutare il flusso informativo e le procedure informatiche per il quale ha relazionato Dario Piazza (Policlinico Palermo), “La gestione del rischio clinico nel territorio”, Anna Colombo (“Garibaldi” Catania) “Sicurezza del paziente e gestione del rischio clinico: Legge 24/2017”, “Il Risk Manager all’interno del CAVS” Sebastiano De Maria (A. “Garibaldi”); la Emilia Fisicaro “Gestione del rischio clinico nel territorio” analizza e tratta i rischi scomponendoli per identificare le problematiche territoriali, per la rivalutabilità del rischio come nel campo dell’ingegneria, il territorio deve dialogare con i distretti. Continuano le ricche esposizioni dei relatori: Anna Maria Longhitano (A. O. “Cannizzaro” Catania) “Qualità e Rischio Clinico: interazione con la DMP” e Graziella Manciagli (Arnas “Garibaldi” Catania) “Sicurezza in sala operatoria”, presenta la struttura della sua Azienda, esponendo le innovazioni tecnologiche, la molteplicità dei punti critici e l’accoglienza al paziente grazie al servizio di hostess.

“La figura del Risk Manager nella struttura privata accredita”, esposta con chiarezza e sinteticità da Sebastiano Catalano, direttore sanitario del Policlinico G.B. Morgagni Catania, evidenzia la necessità di attuare con rigore tutte le misure finalizzate a prevenire il rischio clinico e gli eventi avversi. Ha inoltre puntualizzato i principali punti di forza : la cartella clinica informatizzata, elemento di grande aiuto anche per la gestione della terapia medica e per la prevenzione dei rischi nel percorso dell’UFA (Unità Farmaci Antiblastici), l’impegno di una task force dedicata alla prevenzione e vigilanza delle infezioni ospedaliere, la rigorosa gestione della check list in sala operatoria (come disposto dal Ministero della Salute), la gestione del paziente in emergenza. Ha infine presentato il modello adottato di “Assistenza per intensità di cure” ovvero non più i reparti separati per specialità, ma pazienti accolti in area ad elevata intensità di cure secondo complessità clinica, dove il paziente sta al centro e tutti gli specialisti coinvolti nell’assistenza “ruotano” attorno al paziente.

Da un follow-up dei lavori emerge che la sicurezza del paziente costa attenzione ai politici e dal 2009 ad oggi la Sanità ha perso 45.000 operatori.

Hanno moderato l’incontro Antonio Capodicasa, Giuseppe Giammanco, Antonietta Campo; in sala Maria Concetta Cannella, direttore Unità operativa complessa (UOC) psicologia Asp Catania.

Le conclusioni sono state affidate a Salvatore Giuffrida (A. O. “Cannizzaro” Catania) e Alberto Firenze che in qualità di Presidente Nazionale HCRM ha brillantemente ha parlato di messaggio culturale sanitario che richiede grande collaborazione fra tutti gli operatori sanitari per unire la Sicilia. La legge 24/2017 per la prima volta ha strutturato un sistema relativo al rischio clinico con l’obiettivo di unire gli operatori. Il percorso formativo della School si concluderà nel 2018 con una manifestazione nazionale, coinvolgendo il cittadino, uno dei cluster di attenzione, per il suo empowerment, non più estraneo ma parte della struttura.

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