Festa della Polizia di Stato: nella splendida piazza Bellini, celebrati con un’accogliente cerimonia i 166 anni del Corpo
Festa della Polizia di Stato: nella splendida piazza Bellini, celebrati con un’accogliente cerimonia i 166 anni del Corpo
Il questore Francini: “la questura etnea è salita nel ranking di importanza delle questure d’Italia al settimo posto, precedendo Genova, Bologna e Firenze”
Lella Battiato Majorana
Piazza Bellini, ornata a festa, accoglie la cerimonia delle Festa della Polizia di Stato, corpo alle dirette dipendenze del Dipartimento della pubblica sicurezza e del Ministero dell’Interno, che festeggia la ricorrenza del 166° anniversario dalla sua fondazione.
Il questore di Catania Alberto Francini, arrivato in città lo scorso gennaio, alla presenza delle autorità civili, militari e religiose, apre il suo discorso ufficiale ricordando “i nostri due vigili del fuoco morti il 20 marzo scorso in via Garibaldi nell’adempimento del loro dovere”. Un messaggio significativo e importante nella prospettiva di una sinergia tra la Questura e le altre istituzioni presenti nel territorio.
Il suo apprezzato discorso, continua raccontando la storia della nascita della polizia, “vivere il momento attuale è fondamentale ma è altrettanto importante, sottolinea Francini, conoscere le nostre radici e su di esse costruire il futuro”.
Il motto storico della Polizia è “Sub lege libertas” rispetto delle leggi le libertà, valori indiscussi da proteggere e difendere in nome della Nazione.
Il 10 aprile è stato scelto come giorno di festa
la giornata assume valore dal momento che si ricorda la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della legge 121/81 la quale delinea l’organizzazione ed i compiti del Corpo. Alcuni numeri: la polizia italiana comprende quasi 99 mila uomini e donne e 913 dirigenti.
Il questore ha fornito le “linee guida della Questura di Catania”: massimizzazione del controllo del territorio; nuovo slancio ad attività investigative nel settore dei reati contro la pubblica amministrazione; massimo impulso alle misure di prevenzione patrimoniali; proiezione esterna della Questura per stimolare un corretto coinvolgimento dei cittadini, sia in forma singola che associata, nella partecipazione al mantenimento di condizioni di sicurezza urbana; radicalizzazione della cultura del coordinamento fra le Forze di Polizia; ricerca spinta per attivare una polizia 4.0, la polizia del futuro, ovvero in diretta sinergia e automatismo con avanzatissimi e sofisticati strumenti tecnologici sia sul piano nazionale che sul piano locale grazie anche a dei progetti di partnership con il Cnr.
«Una polizia – chiarisce il Questore di Catania – cioè che realizzi il mitico obiettivo di trovarsi automaticamente sul luogo del crimine o di una probabile criticità, prima che questi eventi accadano. Sembra fantascienza, ma è sempre più realizzabile sul piano delle probabilità statistiche».
Situazione logistica e assegnazione del personale degli uffici della questura di Catania
Il questore Alberto Francini mette a fuoco una problematica che sta a cuore di tutti, spiegando “la situazione logistica degli uffici della Questura di Catania, divenuta assolutamente insostenibile. A nome dei tanti lavoratori della polizia di Stato, chiedo che le istanze di una sistemazione decorosa siano urgentemente accolte, con il contributo di tutti coloro che hanno il dovere di provvedere iniziando ovviamente dal questore”. Continua “a fronte di tale inaccettabile situazione segnalo come, di recente, la questura etnea sia salita nel ranking di importanza delle questure d’Italia al settimo posto, precedendo Genova, Bologna e Firenze.
Questo farà sì che nel corso di quest’anno alla questura di Catania verranno assegnate ben 40 nuove unità di personale, che riusciranno sicuramente a risolvere tanti problemi avuti già negli anni precedenti”. Ringraziamenti a tutte le specialità della polizia, ai dirigenti, ai funzionari, ai collaboratori della questura e dei commissariati di Acireale, Caltagirone e Adrano “che si sono dati da fare nonostante un sensibile ridimensionamento degli organici delle risorse finanziarie e nonostante l’aumento implacabile dell’età media, a fronte di un’aumentata richiesta di sicurezza da parte dei cittadini. E un grazie, anche ai rappresentanti sindacali provinciali che non fanno mai mancare i loro preziosi suggerimenti costruttivi e il loro aiuto per il superamento di oggettive difficoltà”.
Un’analisi dettagliata statistica, seguita con interesse, ”Il bilancio ragionato dello stato della sicurezza nella nostra provincia, dal punto di vista meramente statistico, è positivo soprattutto per quelle fattispecie criminose sulle quali maggiormente si è focalizzata la nostra attenzione: furti -5%, scippi -30%, borseggi -21%, estorsioni -28%, rapine -29%, omicidi passati da 10 a 9, arresti di iniziative e su mandato dell’autorità giudiziaria 1.133 (circa il 15% a carico di soggetti appartenenti a organizzazioni mafiose), sequestri e confische di beni per 70 milioni di euro, persone gravate da misure di sicurezza e di prevenzione circa 1.800”.
Ha toccato con interesse i temi del disagio sociale che affliggono la nostra città: lotta al crimine organizzato, Francini spiega “In questo settore abbiamo avuto, insieme alla Procura, dei successi enormi”.
“Vorrei che fosse alta da parte di tutti l’attenzione contro il fenomeno delle infiltrazioni della criminalità organizzata, sempre in agguato laddove ci sia da lucrare o da riciclare capitali ingenti. Nessuno si illuda che basti un’azione di contrasto dell’apparato preventivo e repressivo dello Stato. La lotta alla criminalità comune e organizzata passa da una vigilanza costante sul fenomeno da parte di tutte le altre istituzioni e soprattutto della società civile. Non delegate mai totalmente ad altri la vostra e l’altrui sicurezza. Pretendete massima attenzione e rigore dalle istituzioni preposte, ma ogni cittadino faccia la sua parte attiva e proattiva in termini di legalità”.
Sicurezza
Stimolando i cittadini rilancia “La sicurezza non si fa senza il contributo della gente, sia per la sicurezza quotidiana, che contro i reati predatori e le grandi organizzazioni criminali. La gente è la prima sentinella della legalità e della sicurezza sul territorio”.
Il fenomeno transnazionale legato agli sbarchi, insieme all’attenzione investigativa verso i trafficanti di esseri umani, un’emergenza importante. “Negli ultimi anni la Questura di Catania, ha evidenziato, è impegnata a contrastare le organizzazioni che lucrano su questo movimento epocale di esseri umani”.
Sfruttamento della prostituzione e spaccio di sostanze stupefacenti, ha argomentato, “affliggono pesantemente questa città e sui quali, come negli altri anni, si sono concentrati particolarmente gli sforzi della squadra mobile. Naturalmente so bene che tutto ciò ha inciso poco sulle piazza di spaccio, che continuano a rifornire di droga larghe fasce di popolazione giovanile. È un fenomeno che affligge non solo Catania, non solo l’Italia, ma tutto il mondo occidentale dalla fine degli anni ’60.
La lotta deve basarsi su una sinergia tra il momento repressivo e quello della sensibilizzazione intelligente, aperta e corretta da parte di tanti altri attori della società civile, sull’uso e sull’abuso di tali sostanze. Credo che anche il legislatore debba intervenire novellando in senso molto più incisivo una normativa di favore per il piccolo spacciatore che, se poteva avere una ragion d’essere nei passati decenni, oggi favorisce invece pericolosissime bande di criminali, spesso di provenienza extracomunitaria”.
Immigrazione: «Catania oramai si pone, specie per quanto riguarda il problema dell’immigrazione e dei traffici che ruotano attorno a questo fenomeno, come il front office dell’Europa. Tutte le agenzie europee di polizia europee hanno istallato o stanno istallando qui dei propri uffici di collegamento e la questura rappresenta il naturale organo di coordinamento delle stesse sul territorio».
«Le operazioni di ordine pubblico relative agli sbarchi – aggiunge – ci hanno visti costantemente protagonisti con grande dispiego di personale. Come pure non sono mancati gli eventi che ci hanno particolarmente impegnato sotto il profilo dell’ordine pubblico, anche in ragione degli eventi elettorali e della marcata crisi occupazionale. Infatti numerose sono state le manifestazioni delicate legate alla presenza di massime autorità istituzionali e di leader politici, come pure le contestazioni di piazza legate a situazioni di sofferenza socio-occupazionale.
In questo campo – sottolinea Francini – la Questura continuerà ad operare con il consueto buonsenso seguendo la via maestra del dettato costituzionale in tema di libertà di riunione e manifestazione, senza però mai consentire episodi di palese illegalità. In particolare, mai sarà tollerata qualsiasi forma di violenza o di prevaricazione».
Chiude l’eloquente discorso avvicinando i cittadini alla questura in modo incisivo con un monito “la Polizia di Stato, ci sarà sempre e insieme a tutti voi faremo di Catania una città e una provincia sempre più sicure”.
Premiazioni
Momento emozionante la cerimonia di consegna di premi, encomi e lodi a poliziotti che si sono distinti particolarmente nel loro lavoro e le premiazioni che hanno visto protagonisti i ragazzi di alcune scuole catanesi e della provincia impegnati con la questura in progetti di legalità
Elenco Premiati
Attestati di benemerenza: assistente capo Antonino Gallaro (X Reparto Mobile, al merito civile), ispettori superiori Gaetano Buffo e Sebastiano Cassisi (Squadra Mobile, merito straordinario).
Promozioni per merito straordinario: ispettore superiore Orazio Morando vice sovrintendenti Fabio Alì e Fabio Raito (Squadra Mobile), ispettore superiore Davide Centonze (Polizia Postale), viceispettore Mario Bondici (Polizia Stradale), viceispettore Raffaello De Salvia (Squadra Mobile), Ivan Igor Lombardo (Squadra Mobile), vice sovrintendente Felice Statella (Commissariato Borgo-Ognina), vice sovrintendente Giovanni Circonciso (Commissariato Centro), vice sovrintendente Giuseppe Cavallaro (Squadra Mobile).
Assegnazione a 29 dipendenti, appartenenti a tutti i ruoli con encomio solenne per l’efficienza dell’azione agli uomini e donne della Polizia di Stato provincia di Catania: vicequestori Alessandro Drago, Giancarlo Rapisarda e Salvatore Montemnagno; ispettori superiori Andrea Santi Ottone, Bendetto Murabito e Mario Coco; viceispettore Danilo Tomaselli; sovrintendenti capo Sebastiano Battiato, Rosalba Fazio, Attilio Scavo e Biagio Torrisi; sovrintendenti Loredana Russotto, Concetto Eugenio Tringale, Silvestro Chiavetta, Vincenzo Neri e Giuseppe Fabrizio Licciardello; vice sovrintendenti Angelo Claudio Licciardello e Gianfranco Di Vivona; assistenti capo Gaetano Giuseppe Bellia, Osvaldo Fusaro, Giuseppe Fazio, Innocenzo Cantone, Michele Intili, Giuseppe Roccella, Vito Cocimano, Gianluca Lionti e Danilo Greco; assistente Francesco Mucimarra.
Riconoscimenti importanti attribuiti, per avere evidenziato nel corso di polizia giudiziarie e di salvataggio, elevate capacità professionali, nel settore investigativo sprezzo del pericolo che hanno condotto all’arresto di numerosi malviventi responsabili di estorsioni, rapine, furti, ricettazione, truffa, traffico internazionale, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, associazioni per delinquere, omicidio, gravi delitti in materia di immigrazione, associazioni mafiose, cattura di latitanti.
Premiati anche i dipendenti che, hanno effettuato con celerità il salvataggio di vite umane.
Sono stati, ancora, concessi 60 encomi e 127 lodi.
Storia della Polizia
I primi corpi che diedero vita alla polizia dell’epoca furono la “Milizia comunale” e la “Guardia nazionale”. Successivamente, con la legge 11 luglio 1852, n. 1404, venne creato il “Corpo delle guardie di pubblica sicurezza”, che aveva due compagnie a Torino e a Genova e alcune stazioni più periferiche.
Nel 1814 il Regno di Sardegna, con le Regie Patenti del 13 luglio, crea la ‘Direzione del Buon Governo’. Si tratta di un’unica amministrazione, con potestà di polizia, amministrative e giudiziarie delegate ai Governatori e ai Comandanti militari, affiancata dai Carabinieri Reali, anch’essi allora istituiti, come strumento esecutivo di tale indirizzo. Il tutto è sotto la regia politica del Ministero della Guerra e della Marina, che dal 1847 viene definitivamente affidata al Ministero dell’Interno con la Direzione di Polizia.
L’anno seguente, nel 1848, in concomitanza all’applicazione dello Statuto, su iniziativa di Re Carlo Alberto e del ministro Pier Dionigi Pinelli, nasce l’Amministrazione della Pubblica Sicurezza, che scalza nei suoi compiti la Direzione di Polizia. Non è solo un mero cambio di nome. Il vocabolo Pubblica Sicurezza da un lato viene incontro a un’opinione pubblica alla quale il termine Polizia suscita sentimenti di ostilità rievocando antiche prepotenze e abusi, dall’altro eleva il mantenimento dell’ordine e del rispetto delle leggi nella sfera pubblica e privata al rango di reale ed effettiva amministrazione. La riforma prevede che le funzioni di Pubblica Sicurezza siano affidate unicamente a civili, seguendo il criterio di una diversa competenza territoriale.
Al vertice della Divisione Amministrativa ( gruppo di più province) è l’Intendente Generale; la singola provincia è diretta dall’Intendente; nei Mandamenti abbiamo i Delegati e i Sindaci di nomina governativa nei comuni. A Torino e Genova, capoluoghi di divisione, dipendono direttamente dall’Intendente Generale i Questori assistiti dagli Assessori e dagli Apparitori. Il braccio operativo sono sempre i Carabinieri Reali, mentre nei capoluoghi di divisione s’impiegano i Carabinieri Veterani, costola dei primi; può intervenire a sostegno della Forza Pubblica anche la Guardia Nazionale.
Poco dopo la metà del secolo, nel 1852, nasce il Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza alle dirette dipendenze dell’Autorità di P.S., per far fronte alle crescenti esigenze di ordine pubblico, dovute anche agli esiti della prima Guerra d’Indipendenza. Si tratta di un Corpo militarmente organizzato, unico esempio nell’Europa del tempo, elemento distintivo che suscita accese polemiche sul piano politico. Nell’espletamento dei suoi compiti di polizia, data l’esiguità del suo organico, può essere affiancato dai Carabinieri Reali, dalla Guardia Nazionale e dalla truppa, mentre al contempo scompaiono i Carabinieri Veterani.
Nel 1859, poco dopo la fine della seconda Guerra d’Indipendenza, Urbano Rattazzi introduce un nuovo ordinamento per la P.S. che investe anche il personale; scompare la qualifica di assessore per far posto a quella di ispettore; viene inserita quella di applicato; permane quella di delegato.
il neo questore di Catania, Alberto Francini parte da Raciti: “Rifare gli stadi”
Il neo Questore di Catania Alberto Francini, dirigente superiore della polizia di Stato, al suo insediamento, dopo avere deposto una corona d’alloro davanti alla lapide dedicata a tutti i poliziotti catanesi caduti nell’adempimento del dovere, Francini si è recato presso il cimitero di Acireale, per rendere omaggio alla memoria di Filippo Raciti, l’ispettore capo della polizia di Stato morto tragicamente nel febbraio del 2007 in occasione dell’incontro di calcio Catania-Palermo, vittima di un assalto alle Forze dell’Ordine organizzato da un gruppo di ultras etnei nei pressi dello stadio.
Prima di Catania, Alberto Francini ha retto le Questure di Lecco e Pisa. Nato a Napoli il 15 giugno 1957, è sposato e padre di tre figli. Funzionario di Polizia dal febbraio 1983, Dirigente Superiore dal 2013, è laureato in Giurisprudenza con specializzazione in diritto amministrativo e scienza dell’amministrazione, master in diritto e finanza enti locali, avvocato.
È stato commissario straordinario in vari comuni sciolti per mafia, assistente universitario di diritto costituzionale, docente in diverse scuole di polizia e coordinatore dei docenti al Centro di Formazione per la tutela dell’Ordine Pubblico di Nettuno. Dirigente di numerosi Commissariati di Pubblica Sicurezza sezionali e distaccati tra cui il Primo Distretto della Questura di Napoli, il Commissariato San Ferdinando. Titolato Scuola Perfezionamento Forze di Polizia.
È stato relatore in seminari internazionali sull’ordine pubblico negli stadi. Dirigente nei servizi di ordine pubblico durante le cinque maggiori emergenze rifiuti del napoletano (Giugliano, Acerra, Pianura, Chiaiano, Terzigno). Ha partecipato all’International Visitor Program del Dipartimento di Stato Usa. È autore di pubblicazioni su pubblica sicurezza e ordine pubblico.
Questione droga a Catania
“Nei confronti del piccolo spaccio di droga non c’è la possibilità di tenere in carcere lo spacciatore. Lo prevede la normativa, che aveva un suo senso nel 1975 quando lo spacciatore era un tossicodipendente, un soggetto fragile che alla fine dalle giornata aveva bisogno della sua dose. Questa situazione oggi è particolarmente cambiata. Oggi spacciano bande organizzate. Avere ancora una trattamento di favore nei confronti del piccolo spaccio è secondo me una cosa che dovrebbe essere rivista”, ha dichiarato Alberto Francini incontrando la stampa in occasione del suo insediamento.
“Rifare gli stadi”
“Il cambiamento – ha dichiarato Francini in conferenza stampa – si fonda su tre pilastri fondamentali: il primo sono le strutture, per le quali è stato fatto molto, ma non tutto. Gli stadi devono essere abbattuti e ricostruiti con altri criteri e in Italia è stato fatto il 5 per cento. Altro pilastro è la sicurezza all’interno dello stadio, dove ci deve essere una maggiore responsabilizzazione delle società attraverso il sistema di stewarding e la distinzione tra safety e security. Per il terzo, la fidelizzazione del tifoso, è stato fatto invece molto. All’interno degli stadi entreranno solamente i soci della società le persone fidate della società, persone per bene che vanno negli stadi a fare tifo. Questo pilastro non è stato realizzato”.
Teatro “V. Bellini” – ricevimento nel foyer
Al termine della cerimonia gli ospiti hanno assistito ad una breve, notevole e curata esibizione nel foyer del teatro, dedicato al “Cigno Catanese”. Con la sua estensiva voce l’assistente capo della polizia Antonino Costa tenore, e Angela Curiale, soprano armonioso, hanno allietato la platea con alcune romanze famose.
Torta Istituto Alberghiero “Karol Wojtyla” di Catania
Momento celebrativo il taglio della magnifica, colorata e apprezzata torta da parte del questore e del prefetto Silvana Riccio, dedicata alla Festa della Polizia di Stato, realizzata dall’Istituto Alberghiero “Karol Wojtyla” di Catania,dirigente scolastico Daniela Di Piazza.
Un lavoro laboratoriale coordinato dal prof. A. Papotto, la preparazione è avvenuta nel plesso via Raccuglia classe I E B; allestimento e assemblaggio plesso via Lizio Bruno, capitanati dal prof. Sebastiano Nicolosi – enogastronomia e pasticceria – con le classi II C e II AA.
Servizio sala proff. S. Perricelli, G. Agati, D. Cotti, classe via Raccuglia III SV F; servizio accoglienza turistica prof. S. Anello, classi via Lizio Bruno II AA – II AB e III A.
Il questore Francini ha proferito apprezzamento “una grandissima sorpresa, non ho mai visto una torta così bella, a nome mio e della Questura abbiamo apprezzato questo gesto; verrò a porgere personalmente all’Istituto un ringraziamento”.
Il prefetto Riccio con stima dichiara ringraziando l’Istituto Alberghiero “è stata una dimostrazione della loro abilità professionale, che viene in questo caso apprezzata dalle istituzioni”.
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