Il questore Alberto Francini incontra gli studenti dell’Alberghiero “Karol Wojtyla” di Catania intrattenendoli sulla situazione logistica degli stadi e la tifoseria

Il questore Alberto Francini incontra gli studenti dell’Alberghiero “Karol Wojtyla” di Catania intrattenendoli sulla situazione logistica degli stadi e la tifoseria

Lella Battiato Majorana

 

Il 24 aprile, nell’aula magna via Lizio Bruno dell’Istituto Alberghiero “Karol Wojtyla”, dirigente scolastico Daniela Di Piazza, il Questore di Catania Alberto Francini ha incontrato gli studenti intrattenendoli sul tema “Situazione logistica degli stadi ed in particolare a Catania”; moderatore Lella Battiato Majorana direttore “The Voice KW”.

Apre i lavori il dirigente spiegando l’importanza della sicurezza negli stadi e la tifoseria che deve essere improntata alla competizione, ma con rispetto delle regole e non scadere nella violenza.

Un  discorso apprezzato del Questore, senza retorica per le modalità con cui si è accostato agli studenti, “il corso di studio che avete scelto, esordisce, vi permette di entrare nel mondo del lavoro, mi complimento e deve essere fatto con professionalità”. Spiega qual è l’attività che svolge un questore, si occupa della sicurezza dei cittadini che è sempre a rischio, uno di questi momenti è il segmento del calcio; il suo compito è organizzare i servizi e un sistema di sicurezza accettabile, nello stadio vanno migliaia di persone questo è un fattore di alto rischio. “Sono appassionato di calcio, continua, come la maggior parte di voi, prima gli stadi non erano pericolosi, adesso la situazione è cambiata dagli anni’70”.

Francini, esperto di sicurezza integrata, significa coniugare i profili della security, che attiene all’ordine sicurezza pubblica, con quelli della safety intesa come l’insieme delle misure a tutela dell’incolumità delle persone, individuando le specifiche vulnerabilità, che possono richiedere l’adozione di cautele e precauzioni mirate per la gestione della sicurezza.

“In Inghilterra, maestra del calcio, negli anni 85-90 sono accaduti episodi gravissimi e stragi legate a situazioni di ordine pubblico, fa osservare, a quel punto si sono chiesti, dopo aver operato attraverso studi analitici, cosa fare per migliorare gli stadi? La risposta fu abbatterli e costruirli nuovi. In Italia perlopiù gli stadi risalgono alla Prima Guerra Mondiale, sono vecchi e non più idonei al cambiamento attuale”. Insiste, non più stadi vicini al centro abitato, portano frastuono e chiasso e disordini”. Francini presenta agli studenti una carrellata di stadi  e ricorda che a Monaco lo stadio olimpico, costruito nel 1972, i tedeschi lo hanno chiuso e ne hanno costruito uno nuovo Allianz Arena a 40 km. dal centro alla periferia settentrionale, collegato con metropolitana e rete di mobilità, una cittadella dello sport, presenta una pista di atletica in conglomerato bituminoso e un rinnovato terreno in erba sintetica, è fra i top dei club europei.

Coinvolgendo la platea, dichiara “in Italia non c’è serietà progettuale e mezzi economici, a Sassuolo, per esempio si giocavano partite casalinghe, dopo la promozione in serie B è stato approvato un progetto per ampliare lo stadio”. Dialogando con gli studenti, si sofferma sugli stadi più grandi del mondo, il Camp Nou di Barcellona capace di ospitare 100mila spettatori, oppure quelli della Corea, ma emerge il problema della capienza degli stadi e il sovraffollamento, come Rio de Janeiro con 200 mila posti ad alto rischio sicurezza.

Cosa occorre fare? “Cambiare le strutture, e il cambiamento si basa su tre pilastri fondamentali: il primo sono le strutture che devono essere abbattute e ricostruite con altri criteri e in Italia è stato fatto solo il 5%”. Sostiene “abbiamo modificato solo gli standard, ma necessita cambiare sicurezza degli stadi; anche se è stato fatto molto operando la distinzione tra safety e security, e creando il sistema di stewarding, studenti e volontari affiancati dalla polizia; responsabilizzando le società, con il compito di garantire le persone. Un aspetto importante da considerare, dichiara, è la fidelizzazione del tifoso, all’interno degli stadi entreranno solamente persone conosciute dalle società di calcio”.

“Con amarezza, evidenzia, questo pilastro non è stato ancora realizzato”. Invita a riflettere sulle modalità di fare tifo, senza danneggiare; usando un registro verbale adatto all’interesse dei giovani, anima la platea parlando dei calciatori e stuzzicandoli al dialogo sulle conoscenze nel settore, cita Pelè e Maradona, a quel punto la sala si anima con interesse. Chiede e conclude “che emozioni suscitano”, li orienta nel complesso e variegato mondo del calcio: Pelè è un esempio di genere sportivo, Maradona non segue etica.

Al termine dell’incontro, un lodevole banchetto svoltosi durante l’esercitazione enogastronomica preparata con l’apporto dei proff. Sebastiano Nicolosi che ha guidato la classe II AA Eno, in sala Francesco Leonardi, all’accoglienza Salvatore Anello.

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