Il presidente del Gip di Catania incontra gli alunni del Liceo Classico “N. Spedalieri”

Il presidente del Gip di Catania incontra gli alunni del Liceo Classico “N. Spedalieri”

“Quello che ha distrutto l’Italia: non c’è stato più riconoscimento del merito; raccomandazione = reato di “traffico di influenza”

Lella Battiato Majorana

 

 “Il Merito, è la base di un sistema legale perfetto” inizia così il suo discorso il presidente del Gip Nunzio Sarpietro, “quello che ha distrutto l’Italia: non c’è più riconoscimento del merito, da ciò un impoverimento operativo agli occhi di tutti, chi denuncia non è qualunquismo, ma coraggio”.

Accolto con stima e ammirazione, ospite d’onore dell’incontro “Meritocrazia e legalità” organizzato dal Liceo Classico “N. Spedalieri” in sinergia con l’associazione antiracket e usura “Libera Impresa”, rivolgendosi agli alunni ha dato un’interessante e notevole chiave di lettura alla luce delle attuali dinamiche reali sotto il profilo del “merito” adattandolo alla realtà scolastica.

Spiega ai ragazzi il significato del Gip: è il motore del sistema penale: Il dott. Sarpietro coordina la sezione a Catania con magistrati di prim’ordine, a Catania nel 2017 2.000 arresti; differenza tra Nord e sud: Catania 40 arresti a settimana, Trieste 5 arresti al mese, ma anche lì ci sono le cosche mafiose.

L’incontro è stato preceduto dai saluti del dirigente-reggente Daniela Di Piazza, dal vicario prof. Carmelo Napoli e dal vicepresidente associazione antiracket e usura Salvatore Strano, ha moderato Lella Battiato Majorana.

L’attività è stata organizzata con lo scopo di sensibilizzare i giovani verso i temi della legalità e indurli a riflettere sul concetto di onestà intellettuale, sviscerando gli argomenti che orbitano attorno al malaffare: dal reato fisico, estorsione, intimidazione, spaccio di sostanze stupefacenti, fino al reato intellettuale.

Il dirigente sottolinea: “la nostra società ha bisogno di legalità che si sposa con la meritocrazia, alla base per il progresso della società moderna e della qualità per formare i giovani culturalmente preparati; voi studenti ogni giorno avete delle responsabilità per rafforzare il sistema meritocratico”.

Un sostenitore della meritocrazia nel passato fu Napoleone Bonaparte, dopo la Rivoluzione Francese del 1792 non rimase quasi nessun membro dell’élite precedente a Napoleone, salito al potere, scelse così quelle persone che secondo lui avrebbero lavorato al meglio e citava questa frase “la carrière ouverte aux talents”, ovvero “la carriera aperta ai talenti”. Un chiaro esempio è l’istituzione della Légion d’Honneur, primo Ordine al merito, che ammette uomini e donne di qualsiasi classe sociale valutati per le capacità nelle scienze, arti e virtù militari; ma anche Confucio (551 a.C. – 479 a.C) voleva una società meritocratica.

Molti economisti ritengono che la causa più importante delle difficoltà italiane sia costituita dall’assenza di meritocrazia, così spiega Sarpietro, purtroppo in Italia contano più le frequentazioni, le parentele, le protezioni. La posizione sociale di origine e le aderenze politiche contano più della competenza e del talento.

Uno studioso anglosassone l’ha chiamato familismo amorale, Sarpietro con vigore riesce a parlare in maniera aperta e sincera agli studenti e dichiara “se coloro che stanno ai vertici perseguono soltanto il loro interesse, la nostra società sarà meno libera, sana e si disgregherà; si deve ripartire dalla scuola per costruire una società finalmente meritocratica, ripristinando la serietà degli studi e mettendo a disposizione di chi ha più motivazioni e talento,tutti gli strumenti per sviluppare le proprie potenzialità”.

Oggi il sistema è andato a degradare, si è scollato, soggetti inadeguati ai vertici da qui crisi sociale, tutto a favore del “raccomandato” ed è un reato “traffico di influenza”; si fa raccomandare a volte anche il meritevole per non essere scalzato e si alimenta il sistema. Per superare ciò bisogna partire da voi e da chi denuncia con coraggio. Si deve cercare di avere i migliori a guidare il nostro Paese”. Fenomeni circolari, sistema sgranato, si spera di arrivare al riconoscimento di nuovi soggetti per andare avanti; voi se osservate la legge portate linfa al sistema”.

Non manca la sua disamina anche nel settore della Magistratura che non sempre seleziona i migliori, fior di magistrati a ruoli minori, e i meno preparati ai ruoli apicali. Magistrati che si sono dimessi per protesta contro nomine sbagliate. “Ormai le nomine, evidenzia, da parte del Consiglio Superiore della Magistratura avvengono attraverso il parlamentino delle correnti politiche”.

Ha spiegato agli studenti, suscitando interesse e attenzione come una scollatura è alla base del sistema che abbandona i cittadini; occorre trasparenza nelle nomine e denunciare ciò che non va perché tutto ricade sulla società, creando insicurezza che alimenta l’aggressività. Il magistrato non dovrebbe far politica, le correnti si ispirano alla politica e a volte accettano suggerimenti delle segreterie della politica. Le lobby professionali costituiscono un sistema radicato da secoli, sono antichi poteri feudali.

Racconta alcuni aneddoti che hanno avuto il plauso della platea, ma hanno portato anche tanta indignazione. Ultimamente 218 migranti a Pozzallo, presi al largo delle coste libiche, a Catania rifiutati perché trattasi di immigrazione clandestina, a Tripoli e a Malta non li hanno voluti, a Catania sequestrata l’imbarcazione, si sono rivolti a Ragusa che ha dissequestrato il mezzo. Ci si chiede: la sicurezza nazionale chi la garantisce?

Ecco un esempio di distonia giudiziaria. Interviene il prof. Napoli “studiare, conoscere ed essere competitivi è l’obiettivo, ma ciò non funziona in un sistema radicato. Qual è il punto di partenza per intervenire?” E Sarpietro risponde “la situazione è difficile ma sono ottimista, la strada maestra è la giurisdizione, il rimedio è ripartire da zero e voi studiate tanto. I buoni maestri vi possono aiutare e voi seguiteli”. Prosegue, “La cultura vera apre le strade, l’ignoranza crea ingiustizia, sudditanza, il messaggio è quello del rispetto delle regole e creare piattaforme solide per potere scardinare le lobbyche agiscono sui poteri politici”.

Intervengono alcuni alunni: Rosalia Lazzaro che domanda “l’influenza del Sessantotto nella nostra società”. Risponde il presidente del Gip “non sempre è stato utilizzato in maniera innovativa e trasparenza a livello scolastico, il sistema si è intrappolato, nell’ondata di rinnovamento si è creata qualche deviazione”.

Strano, membro autorevole dell’associazione “Libera Impresa” è un imprenditore che ha avuto il coraggio di denunziare per estorsione e vittima di usura dichiara coinvolgendo tutti “Sarpietro è un maestro della magistratura da seguire” e il presidente rilancia chiudendo con una bellissima metafora di Roberto Assagioli, psichiatra e filosofo (Venezia 1888 – 1974), “chi sta dalla parte della legalità andrà avanti, “una legge al giorno rispettata è come una candelina che fa luce accanto alle altre vicine; più sono le candeline accese, più la luce aumenta, più si vedono con chiarezza le cose del mondo”.

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