Maxioperazione “Sim Swap” della Polizia, cyber crime finanziario, furti d’identità online, sostituzioni di persona e riciclaggio sgominata gang. Arresti e perquisizioni in tutta Italia
Maxioperazione “Sim Swap” della Polizia, cyber crime finanziario, furti d’identità online, sostituzioni di persona e riciclaggio sgominata gang. Arresti e perquisizioni in tutta Italia
Lella Battiato Majorana
Smantellata a Catania un’associazione a delinquere dedita al cyber crime finanziario, “specializzata” in frodi informatiche. Il 2 luglio, un’operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Procura distrettuale di Catania, sgominando un’organizzazione criminale, ha portato all’arresto e alle perquisizioni ai danni di oltre 40 persone accusate di reati vari, un’indagine durata tre anni.
“Solo ieri sono riuscito a guadagnare 109 mila euro in un solo colpo”. Lo ha sottolineato un indagato finito in manette nella maxi operazione condotta dalla Polizia Postale di Catania.
Sistema di truffa
La tecnica era quella denominata della ‘Sim Swap’ un’avanzata tipologia di frode informatica, organizzata da personaggi con spiccate conoscenze tecnologiche e di social engineering (ingegneria sociale) articolata in vari passaggi. Una volta individuata la vittima si procede alla acquisizione dei suoi dati e delle credenziali di accesso alla banca su Internet tramite tecniche di hacking e, poi, utilizzando documenti falsificati, si sostituisce la sim card del truffato e si ottengono dall’istituto di credito le credenziali per operare sul conto corrente on-line. Per fare questo era utile ottenere da un dealer, con documenti falsi, la sostituzione della Sim dell’ignara vittima. Al titolare veniva disabilitata la sim, che certo non pensava a una truffa ma a un guasto. Sostituita la sim, i cyber-criminali entravano nel profilo online del cliente della banca e reimpostavano le credenziali attraverso una semplice telefonata al servizio di assistenza clienti. Una volta dentro i vari conto correnti, gli indagati avrebbero operato in maniera indisturbata eseguendo bonifici e ricariche a favore di altri conti e carte nelle loro disponibilità o in quelle di prestanome, svuotando il conto corrente della vittima. Il sistema sarebbe stato concepito con competenze tecniche così accurate che le diverse vittime si sarebbero accorte degli ammanchi dai loro conti solo al momento della lettura dell’estratto conto.
C’è da dire che su migliaia di tentativi, sono riusciti a concludere i “colpi” informativi in 20 casi. Almeno sono questi i dati al momento a disposizione degli investigatori della Polizia Postale di Catania, guidati da Marcello La Bella. “Anzi se ci sono persone che ritengono di essere vittime, possono segnalarlo all’autorità giudiziaria”, ha evidenziato il dirigente in conferenza stampa.
Truffe anche sui siti di vendita
Un’attività collaterale illecita del gruppo criminale erano le comuni truffe online: che hanno fruttato almeno 20 mila euro. Venivano inseriti dei falsi annunci sui portali specializzati, si pensi a Subito.it, e si copiavano i nomi di società già esistenti che potevano essere una copertura di “garanzia” per l’utente. Gli indagati si presentavano come dipendenti di un’agenzia di recupero crediti realmente esistente, riferendo che i beni erano provento di aste fallimentari. Veniva inserito nell’annuncio un numero di telefono con cui si svolgeva la trattativa e poi l’acquirente tramite bonifico acquistava il “bene” che non avrebbe mai più ricevuto.
L’indagine è partita da Catania
La base operativa del gruppo organizzato è la zona ionica, tra Giarre, Riposto, Fiumefreddo di Sicilia e Comuni limitrofi. Inoltre, alcuni dei componenti del gruppo sarebbero stati attivi anche nella commissione delle più comuni truffe online con annunci fraudolenti su famosi siti di compravendita. Anche in questo caso le vittime sarebbero state decine, attirate da falsi annunci di vendita di beni su portali internet dedicati. Durante il periodo delle indagini i guadagni illeciti del sodalizio criminale sarebbero ammontati a oltre 600mila euro. L’intervento degli operatori della Polizia Postale ha permesso di bloccare numerose frodi, alcune delle quali per importi pari a decine di migliaia di euro.
La contestazione del reato associativo ha permesso di poter attivare una serie di intercettazioni che hanno blindato già le risultanze investigative di pedinamenti e raffinati controlli informatici condotti dai professionisti della Polizia Postale di Catania. “Questi criminali infatti – ha evidenziato il pm Alfio Fragalà – hanno condotte con “low risk e high benefits”, cioè hanno un rischio penale basso rispetto a dei guadagni molto elevati”.
“Abbiamo seguito le tracce del denaro”, ha detto il dirigente Marcello La Bella. L’inchiesta si è aperta nel 2015 a seguito di una frode informatica ai danni di una banca online di oltre 300 mila euro. “I nostri investigatori non si sono fermati a questo caso ma hanno allargato le indagini che hanno permesso di scoprire i nomi e il modus operandi di questo gruppo criminale”.
Ha spiegato il procuratore Carmelo Zuccaro. “La sicurezza del commercio elettronico è un dato fondamentale per l’economia del Paese”, ha evidenziato il magistrato.
“Il Cyber crime è particolarmente insidioso – rilancia il direttore nazionale della Polizia Postale Nunzia Ciardi – e lo riteniamo uno dei principali fatturi di turbamento del mercato”. “La criminalità informatica cibernetica già oggi costituisce gran parte della criminalità che preoccupa i cittadini ed è stato stimato che nei prossimi cinque anni il 70-80% dei reati passerà attraverso il Web. Anche la criminalità organizzata farà passare la sua azione illegale attraverso modalità informatiche, quindi attrezzarsi sotto questo profilo é assolutamente indispensabile”.
Osserva il Questore di Catania Alberto Francini. “La normativa – ha aggiunto – ha individuato nella Polizia Postale l’organo di polizia deputato a combattere questo tipo di reati, e costituisce veramente l’organo di polizia ‘di frontiera’ di punta per questo tipo di criminalità”.
Un mondo quello del web sempre più insidioso. “Per difendersi serve più consapevolezza e attenzione – ha aggiunto La Bella – oggi sapete, intanto, che quando la vostra sim si blocca potrebbe non trattarsi di un guasto. E quindi è buona prassi andare a controllare il conto online. E poi attenzione alle password, magari mai usare la stessa per ogni cosa”.
L’operazione si è avvalsa dell’ausilio degli specialisti nel contrasto al fenomeno del Financial Cyber Crime dei Compartimenti Polizia Postale di Messina, Palermo e Reggio Calabria. Durante le perquisizioni è stato sequestrato materiale informatico che sarà sottoposto ad analisi da parte del personale specializzato della Polizia Postale.
Sono finiti in carcere Luca Florio di Giarre, 27 anni; Alfio Mancuso di Giarre, 35 anni; Antonio Nucifora di Fiumefreddo di Sicilia, 25 anni. Arresti domiciliari invece per Michele Bella di Giarre, 27 anni; Filippo Giuseppe Del Popolo Chiappazzo di Giarre, 23 anni; Santo Gulino di Piedimonte Etneo, 49 anni; Giuseppe Luna di Giarre, 42 anni; Agatino Muscolino di Giarre, 24 anni; Sara Musmeci di Giarre, 22 anni; Angelo Pagano di Piedimonte Etneo, 41 anni; Giovanni Pagano di Piedimonte Etneo, 40 anni; Davide Patanè di Riposto, 25 anni; Adriano Tizzone di Giarre, 45 anni; Marco Antonio Torrisi di Giarre, 29 anni. Altre 32 persone sono indagate in stato di libertà.