Gran successo del coreografo Claudio Mantegna e del danzatore Andrea Mazzurco a Tindari per la rappresentazione di “Traviata”, regista Alessandro Cecchi Paone

Gran successo del coreografo Claudio Mantegna e del danzatore Andrea Mazzurco a Tindari per la rappresentazione di “Traviata”, regista Alessandro Cecchi Paone

Lella Battiato Majorana

 

Musica e danza, si sa, parlano un linguaggio comprensibile a tutti: nessuna mediazione, solo emozione e comunicazione istintiva. Non sorprende quindi la notevole presenza del coreografo Claudio Mantegna insieme al brillante étoile Andrea Mazzurco nel cast della Traviata di Giuseppe Verdi messa in scena al Teatro Greco Romano di Tindari, con l’Orchestra Filarmonica della Calabria, direttore Filippo Arlia, e il Coro Lirico Siciliano, di Francesco Costa una scelta vincente

La Traviata si distingue per la raffinatezza psicologica con la quale testo e musica delineano i personaggi: alle passioni dai forti contrasti si alternano raffinate espressioni sentimentali dolorose,  tenere, di un amore consapevole dell’impossibilità di realizzarsi.

Il numeroso pubblico ha apprezzato e sottolineato con applausi le performance coreutiche ideate e inserite dai due nel corpo dell’opera.

Claudio Mantegna, reduce dal successo di Aida, regia Franco Zeffirelli all’Opera House di Guangzhou (Cina), spiega il piglio e l’approccio con cui ha affrontatobrillantemente la coreografia in questaTraviata “in Aida la coreografia è rilevante e di forte impatto; In Cina il corpo di ballo era composto da 30 elementi e due primi ballerini, un tripudio di energia e dinamica in una cornice scenografica maestosa. In Traviata l’intervento coreografico è più pacato ma allo stesso tempo sensuale (nelle vesti delle zingarelle) e potente (nel personaggio del Matador).

Ogni Opera va studiata, e analizzata sullo spartito; l’intervento coreografico in un’opera lirica non ha regole ma ha degli equilibri che vanno rispettati. 

In questa Traviata è stato fondamentale il pensiero colto e raffinato del Prof. Alessandro Cecchi Paone che ha indirizzato tutto e tutti verso un’unica direzione. Ma altrettanto importanti sono stati: la grande esperienza del Maestro Marco Bosco assistente alla regia, la bravura del Coro Lirico Siciliano che ormai ci rappresenta in tutto il mondo, la freschezza dei giovanissimi interpreti, e la competenza di tutto lo staff tecnico”.

Non ha firmato solo le coreografie? Evidenzia con professionalità “Mi è stato chiesto di curare anche il disegno luci (cosa che di solito faccio solo per i miei spettacoli) ma, visto il mio amore per l’illuminotecnica non ho saputo rinunciare. Nonostante le intemperie, che ci hanno accompagnato fino a mezz’ora prima dell’inizio, sicuramente Verdi dall’alto ci ha protetti, siamo riusciti ad illuminare con eleganza la scena, distinguendo i momenti di festa e di condivisione con i momenti più intimi e personali, questi ultimi caratterizzati da una luce caravaggesca, ricca di luci e ombre, che tanto amo”.

Quantè importante il rapporto con i danzatori?“di solito non preparo mai le mie coreografie, le creo sui danzatori con cui lavoro; amo cucirle sulle caratteristiche di ogni elemento che compone il corpo di ballo: è nell’interazione coreografo-danzatore, e nella sincerità di questo scambio, che spesso nasce una sequenza coreografica unica e originale”.

Leggendo negli occhi l’interesse per il suo lavoro e anche la passione con cui ha partecipato al Premio Giuseppe Di Stefano al Teatro Antico di Taormina, commenta “Un evento molto importante, un premio dedicato al grande Maestro in occasione del decimo anniversario dalla sua scomparsa”. Continua con una pacata nota di orgoglio “Grandi nomi della lirica si sono susseguiti sul palco del meraviglioso Teatro Antico di Taormina. Per l’occasione con il danzatore Andrea Mazzurco abbiamo creato una coreografia neoclassica sull’Intermezzo di Cavalleria Rusticana, un desiderio che coltivavo da tempo”.

Come già accennato, ormai i due, coreografo e  danzatore, vanno a braccetto con la lirica a tutto tondo. Interviene l’acclarato e famoso ballerino Andrea Mazzurco reduce dal Rossini Opera Festival“Concluse le repliche di Ricciardo e Zoriade a Pesaro sono arrivato trafelato a  Taormina per queste due serate: Premio Giuseppe Di Stefano e poi a Tindari per Traviata. A giorni andremo a Venezia, teatro La Fenice, per un’altra Traviata; a seguire siamo stati chiamati al Teatro alla Scala di Milano”.

Un corpo agile che si libra nell’aria con vortici corporei e gestualità comunicativa di grande impatto, dopo il gran successo a Guangzhou (Cina) come primo ballerino, sottolinea Mazzurco, “l’apoteosi con l’algoritmo di Traviata a Tindari, con la passione che si legge nel suo corpo. Meravigliosa l’esperienza di Aida in Cina ma altrettanto questa a Tindari. È stato un grande onore essere il primo ballerino in una regia firmata da un nome di grande rilievo nel panorama internazionale come Alessandro Cecchi Paone, uomo di grande cultura e umanità”.

Il suo sguardo si proietta verso il suo mondo artistico pieno sempre di umanità, e continua “inoltre trovo sempre emozionante e toccante danzare le coreografie  di Claudio Mantegna, un coreografo che stimo da sempre in quanto ritengo sia un talento come pochi: il suo stile è unico! Rientrare in Sicilia è sempre un’emozione lo è ancor di più danzare in questi splendidi anfiteatri”.

Un augurio per la sua terra?“Spero vivamente che l’arte in Sicilia possa nuovamente ritrovare il giusto spazio, perché in fondo tutti ne abbiamo bisogno…”

Coreografo ed étoile sono riusciti a dare prova della loro arte donando un contributo importante nell’ottica di una prestigiosa kermesse, utilizzando un metalinguaggio artistico che ha incontrato l’interesse della platea.

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