Debutta con successo al teatro ABC di Catania l’appassionante spettacolo “Dance of the World” curato dal maestro Danilo Randazzo, rievocando la strage dell’11 ottobre 2013 a Lampedusa

Debutta con successo al teatro ABC di Catania l’appassionante spettacolo “Dance of the World” curato dal maestro Danilo Randazzo, rievocando la strage dell’11  ottobre 2013 a Lampedusa

Lella Battiato Majorana

 

Torna lo spettacolo, ogni anno più interessante e con grande successo, “Dance of the World” curato e diretto dal m.o Danilo Randazzo per la scuola materna “Il regno delle Favole”, produzione della scuola di danza “Bailando”, con la partecipazione di Chiara Gangi insegnante di danza classica. Danze orientali, articolate e reticolari sono il filo conduttore che abbracciano il mondo, un mondo per uscire fuori e conoscere altre realtà oltre la propria, usi e costumi diversi, appassionando la folta platea. “Ho usato dei “passi” presi dalle danze popolari dei vari paesi”, spiega così il m.o Danilo, mettendo in risalto le caratteristiche tipiche dei paesi rappresentati: Francia, Texas, Cina, Giappone, Spagna e Romania della quale abbiamo in Italia una folta presenza”. Continua “far ballare ai bambini una danza rumena, così come i rumeni ballano le nostre danze, diventa uno scambio interculturale”. Stupisce ancora il m.o Danilo portando in scena: Sudafrica, Russia, India e Brasile una sinergia e un mix di jazz, danza moderna, classica e latino-americana, un viaggio nelle culture del mondo, miscelando una continuità tra le varie danze, espressione di popoli creando legame storico tra i Paesi, usando una grammatica del linguaggio artistico che ha riempito il cuore di ognuno di pulsioni.

Una kermesse dove mette al centro la multiculturalità, che comprende tanti raggi di storia etnica, nel quale l’umanità si riconosce e viene sedotta.

Coreografie seduttive che fanno sognare, abiti impalpabili tra rasi, pizzi che rimandano a mondi esotici; interessante e d’avanguardia è l’abbinamento di bambini e adulti. Un tributo a Michael Jackson, un grande della musica, portato in scena dal gruppo degli adulti con la partecipazione del m.o Danilo, il mix di sei brani per un totale di sei minuti che raccontano l’evoluzione musicale del cantante. Nel corso degli adulti la performance “dei migranti” ha trattato nello specifico la strage dell’11 ottobre 2013 a Lampedusa, ricordando i migranti che dall’Africa venivano verso l’Italia, morirono 268 persone, tra cui 60 bambini.

Tutto ciò viene riproposto con armonia ed equilibrio nel balletto di contemporary-jazz: “Afrika” volutamente chiamato per una rivisitazione personale dal maestro, e  dichiara “un balletto che racconta il dolore che si prova a lasciare la propria terra, il pericolo del mare con i gommoni, “l’ignoto” creato in un quadro simbolo: donna incinta, madri con figli, figli orfani che affrontano il viaggio e diventeranno minori invisibili anche se non tutti arriveranno”. La scena  con bravura è rappresentata dal corso degli adulti: Belluso Letizia, Cassarino Patrizia, Comis Francesca, D’Angelo Marta, Fontana Laura, Giudice Vanessa, Leotta Nicoletta, Proto Glenda, Santomauro Alessia, Simili Giuliana, Simili Patrizia,  sulle punte Catalano Monica, Liotta Caterina, Rizzo Cristina e con quattro bambini: Ahmed Liotta Saad, D’Arrigo Lidia, D’Arrigo Marta, Mistretta Aurora, formidabili ballerini che sono riusciti a trasmettere questa tensione interiore che si proietta nel movimento convulso e motorio del corpo che si muove in un connubio gesto-suono.

Il balletto continua sulla tematica #MAIPIUBULLISMO: corso senior e avanzato di danza contemporanea che punta sulla donna attuale, raccontando il bullismo nelle varie sfaccettature, puntando sulla fascia d’età dagli 8 ai 16 anni e avvolgendo la rappresentazione con una voce narrante di un video alle spalle delle ballerine; “accendendo così le emozioni, come commenta Danilo, esaltando timidezza, gentilezza e purtroppo di contro c’è arroganza, superbia e voglia di dominare”. Il messaggio che ha voluto trasmettere grazie a danze ben coreografate e musiche suggestive, la continua metamorfosi in scena che si muove in una sorte di perpetuo presente, mettendo in risalto il pensiero del coreografo che li ha guidati con passione, risaltando sinuosità, linee agili e svelte; e partecipando anche lui alla danza usa il proprio corpo come espressione di immagini interstatiche, aforismi temporali in cui riecheggia la sacralità dell’esistenza, del tempo che impera sull’uomo occidentale avvicinandolo al senso di fine della vita più che al valore della vita stessa nel suo farsi. Usa movenze sinuose originali adattandosi alla situazione rappresentata, abbinando costumi adeguati e adattati alla provenienza del paese d’origine.

La kermesse è stata accompagnata da vigorosi applausi, il format funziona e diventa un veicolo di promozione interculturale.

Uno specchio della società con l’obiettivo di dimostrare come la danza collettiva è una lettura gestuale-visiva e l’intesa musicale ha funzionato, portando alla luce sentimenti per comunicare senza parlare. Una realtà, che fa parte del cosmo e della natura, superando l’investigazione fisica e drammaturgica sull’identità, interrogando l’entaglement, sostanza di cui è fatto lo spazio-tempo.

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