Progressi in clinimetria della medicina etnea

Progressi in clinimetria della medicina etnea

La diagnostica per immagini letta con occhio particolare per prevenire per tempo numerose patologie degenerative e invalidanti

Carlo Majorana Gravina

 

Nel XII corso di formazione dell’U.O. Reumatologica, coordinato dal dott. Rosario Foti (responsabile scientifico del corso) collaborato dai dott. Amato, Benenati, Di Gangi e Ferraro (segreteria scientifica), sono state affrontate da varie prospettive le malattie reumatologiche rare del rachide, battendo sul tasto della diagnosi precoce e delle competenze e tecnologie necessarie ed utili ad attuarla.

Il rachide è il “telaio” del corpo umano: sostiene testa e tronco e protegge il midollo spinale.

Da anni, la medicina catanese ha sviluppato studi e metodiche per curare reumatismi e disturbi osteoarticolari, considerando tali patologie, un tempo accolte con rassegnazione come segnali dell’invecchiamento, per quello che sono in realtà: pericolose malattie autoimmuni degenerative invalidanti, che possono danneggiare irreversibilmente l’apparato osseo e dalle quali possono scaturire affezioni cardiache, renali e polmonari.

Il XII corso “Imaging e Clinimetria in Reumatologia”, ha acceso il focus sulla diagnostica per immagini applicata alla reumatologia: leggendo appropriatamente radiografie, tac, risonanze magnetiche ed ecografie il clinico è in grado di sapere, con enorme anticipo, se nell’organismo del paziente è in corso un’artropatia “silente”.

La clinimetria è una disciplina finalizzata allo sviluppo e alla validazione delle valutazioni cliniche che ha iniziato ad affermarsi verso la fine degli anni ’80 negli Stati Uniti. Essa consente di passare da una valutazione qualitativa dei sintomi e delle espressioni soggettive ed obiettive della malattia, a quella basata sulla quantificazione, mediante l’uso di scale, criteri e questionari rivolti a garantire la riproducibilità e la standardizzazione della analisi dei rilievi clinici e dei dati così ottenuti.

Nel corso di due intense giornate di lavori, nell’aula magna della “Torre Biologica” dell’università di Catania, dopo i saluti istituzionali del rettore Francesco Basile e M. Bentivegna, R. Foti, F. Ferarcane, M. Pettinato, C. Privitera, G. Sessa, autorevoli relatori hanno trattato: anatomia radiologica (G. Caputo), artrite psoriaca (E. Visalli, C. Carboni), artrite reumatoide (G. Amato, A. Iovane), osteoartrosi (M. Privitera), sindrome del dente incoronato (C. Leonetti), rachide doloroso (M. Vecchio, fisiatra), diagnostica differenziale difficile (C. Carboni, R. Foti, M. Privitera), sindrome DISH (G. Ferraro), sindrome da attivazione Macrofagica (R. Foti), vasculiti dei grossi vasi (R. Foti, L. Di Pino), immagini diagnosi differenziale radiologia interventistica (C. Carboni, M. Figuera, R. Foti, M. Ippolito, M. Di Gangi, P. Gangemi, A. Basile), il dolore difficile (A. Molica Colella), terapia del dolore (S. Chisari), il Morbo di Still nell’ambulatorio di transizione (P. Barone, R. Foti).

È stato affrontato l’aspetto farmacologico: target therapy farmaci biologici e piccole molecole (R. D. Grembiale), clinimetria e imaging delle spondiloartriti nell’era dei biologici (G. Amato, A. Benenati, N. Cino, M. Di Gangi, C. Ferarro, E. Visalli).

Il dott. Rosario Foti, responsabile U.O. di Reumatologia Centro di riferimento per le malattie rare reumatologiche Early Arthritis e Lupus Clinic dell’Ospedale “Vittorio Emanuele” di Catania e responsabile scientifico del corso, suoi importanti contributi in ben quattro dei venti argomenti sviluppati nel corso, ha dichiarato “è il 12° anno che teniamo questo corso importante perché rappresenta un’integrazione per le figure professionali che ruotano attorno al malato affetto da una patologia autoimmune, radiologi, ortopedici, fisiatri, chi si occupa di medicina nucleare, i farmacologi, tutte le figure che ruotano attorno al mondo delle malattie autoimmuni: malattie molto serie che possono dare complicanze serie agli organi interni. La forma più frequente, l’artrite, ha bisogno di una diagnostica precoce perché oggi noi possediamo metodi e terapie specifiche e nuovi farmaci che stanno rivoluzionando il trattamento. La diagnostica per immagini ci fa cogliere anche la risposta che il malato ha alle molecole: la quantizzazione del dato aiuta a scegliere la medicina e a stabilire la dose necessaria”.

 

 

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