Un concerto di prestigio al “Garibaldi” di Modica con l’Orchestar del “Bellini” di Catania diretta da Günter Neuhold e il giovane pluripremiato talento pianistico siciliano Alberto Ferro

Un concerto di prestigio al “Garibaldi” di Modica con l’Orchestar del “Bellini” di Catania diretta da Günter Neuhold e il giovane pluripremiato talento pianistico siciliano Alberto Ferro

Carlo Majorana Gravina

 

Il teatro “Garibaldi” di Modica, bell’impianto monumentale al centro della città, indica e legittima con perentorietà  l’aspirazione di un tempo da parte dei cittadini del principale nucleo abitativo della contea feudale a divenire capoluogo della provincia iblea. Creato nella prima metà dell’Ottocento al centro della cittadina barocca, il teatro, da qualche anno, vive una nuova giovinezza grazie alla capacità gestionale del Sovrintendente Tonino Cannata, del suo staff, del supporto dell’Amministrazione Comunale e della capacità e dell’inventiva del direttore artistico Giovanni Cultrera.

Nell’attuale stagione teatrale, ai consueti appuntamenti musicali si è affiancata una intelligente stagione di prosa che riscuote l’appassionato interesse di un pubblico scelto che accorre numeroso  gremendo la sala e i palchi ad ogni evento.

Uno dei “colpi” magistrali messi a segno da Cultrera è la felice sinergia stabilita con il sovrintendente del Teatro Massimo “Bellini” di Catania Roberto Grossi, portando per la quinta volta sul palco del “Garibaldi” la sua orchestra, in questa circostanza per eseguire un prestigioso concerto di altissimo livello artistico.

Diretta da Günter Neuhold, l’esecuzione del concerto per pianoforte e orchestra n. 3 op. 37, si è avvalsa del pianista Alberto Ferro, vincitore anche dell’International Beethoven Bonn Piano Competition uscito dalla scuola di Epifanio Comis, che ha deliziato i presenti con una coinvolgente esecuzione del concerto.

Una composizione tra le più interessanti e introspettive del maestro di Bonn, forse non molto valorizzata, nella quale, nel tempo, le incantevoli frasi musicali e il compendio hanno suscitato sensazioni e interpretazioni interessanti da approfondire, pur tenendo presente la vastità della produzione artistica di Beethoven.  Nell’“Allegro con brio” il piglio marziale del primo tema è enfatizzato dall’entrata del solista in doppie ottave, mentre nel “Largo”, ogni tensione si placa con una trama di arabeschi sonori. La spavalda esuberanza del pianoforte; la della prima parte del terzo tempo, riprendendo l’atmosfera riflessiva del secondo, canta un dialogo tra anima e destino che risolve sfociando nel “Rondò” finale, dove il solista trascina l’orchestra in una disputa di danzante brillantezza fino al trionfale congedo in do maggiore.

Emozionato e rapito, il pubblico si è abbandonato alle note del grande compositore tributando calorosi e ripetuti applausi, nonché diverse richieste di bis ricambiate dal giovane Ferro con brani di Rossini e Beethoven.

Con la consueta altissima caratura internazionale i professori dell’orchestra, egregiamente diretti dalla eccelsa bacchetta del maestro Gunter Neuhold, hanno riempito la scena con un’esibizione che ha fermato il tempo nell’esecuzione della Settima Sinfonia op. 92, considerata da Wagner “l’apoteosi della danza”, nella quale Beethoven abbandona le istanze eroiche delle Sinfonie n.3 e 5 per celebrare il tripudio di una gioia luminescente. Il primo movimento è solenne e al contempo gioioso, mentre l’“Allegretto” esordisce con melodie malinconiche e dolenti. Il finale sigla l’autoaffermazione di una vitalità superba e gloriosa, che scongiura i fantasmi esistenziali, in primis quelli personali del compositore».

Soddisfatti, oltre al pubblico, il direttore artistico Cultrera e il sovrintendente Cannata, per la risposta del pubblico, che ha fatto registrare ancora un tutto esaurito, e per la centralità che il Teatro Garibaldi ha ormai raggiunto nel panorama culturale siciliano.

 

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