“Romeo e Giulietta” di Sergej Prokof’ev incanta il pubblico del “Bellini” di Catania

“Romeo e Giulietta” di Sergej Prokof’ev incanta il pubblico del “Bellini” di Catania

Carlo Majorana Gravina – foto Giacomo Orlando

 

Il monumentale balletto “Romeo e Giulietta” musicato da Prokof’ev è andato in scena al Teatro Massimo “Bellini” di Catania nella versione del JK Tyl Theatre di Plizeň.

Composto su commissione del Teatro Kirov di Leningrado, il balletto appartiene alla produzione degli anni sovietici del compositore, dal 1936 in cui fa definitivamente ritorno in patria dopo un’esaltante carriera di virtuoso del pianoforte in Europa e negli Stati Uniti al 1948, quando il Partito comunista bolla la sua musica di formalismo e intellettualismo, mettendola al bando dalle scene russe.

Sergej Prokof’ev fece una lettura puntigliosa e attenta della tragedia shakespeariana, licenziando una partitura ampia, molto dettagliata, composta di 4 parti e 9 scene, suggestiva ricca di emozioni e dettagli descrittivi, teatro travolgente allo stato puro: tra variazioni tecniche, danze d’insieme e appassionanti passi a due prende anima, cuore e corpo la vicenda dei due sventurati amanti veronesi.

Dopo il debutto al Teatro nazionale di Brno (30 dicembre 1938), un ininterrotto fiorire di versioni leggendarie: da quella di Kenneth MacMillan, con Rudol’f Nureev e Margot Fonteyn alle più recentiche hanno avuto vasta eco internazionale. Al “Bellini” il balletto era assente dal 2010 quando l’indimenticabile protagonista è stata l’étoile Eleonora Abbagnato, su coreografie di Luciano Cannito.

La versione andata in scena questa volta – coreografie Libor Vaculik, scene Martin Černý, costumi Roman Šolc – ha puntato molto sulle scene d’assieme sprigionando una vitalità espressiva coinvolgente che sfrutta alcune delle tante possibilità che offre l’opera di Prokof’ev, consentendo una rilettura in chiave moderna.

Il corpo di ballo del teatro J.K. Tyl di Plzeň, vanta una tradizione ormai secolare; dal dopoguerra in poi, è stato guidato da alcune tra le figure più significative della danza mitteleuropea, fino a Jiří Pokorný, che lo dirige dal 2003. Specializzato nelle grandi pagine del repertorio classico, ma aperto alle sperimentazioni contemporanee, il corpo di ballo boemo è già stato applaudito al “Bellini” di Catania appena tre anni or sono per una memorabile edizione di Spartacus di Aram Chačaturjan.

La versione di Romeo e Giulietta firmata da Libor Vaculík, che vanta una solidissima formazione internazionale e una predilezione per le contaminazioni con il cinema e il musical, alla luce dei quali firma una coreografia di straordinario impatto emotivo.

L’orchestra del “Bellini”, dando prova della straordinaria capacità professionale di cui è dotata, è stata diretta dalla giovanissima direttrice d’orchestra catanese, Claudia Patanè, diplomata al Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma e perfezionata all’Accademia Musicale Pescarese, da gennaio è direttore associato del Teatro di Plzeň. Per lei una sincera, spontanea  standing ovation personale al termine della rappresentazione per la brillante lettura e conduzione di un’opera così complessa e impegnativa.

 

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