Ennesimo tutto esaurito al teatro “Garibaldi” di Modica per lo spettacolo “Il Figlio maschio” con Miko Magistro, Massimo Leggio, e Carmela Buffa Calleo
Ennesimo tutto esaurito al teatro “Garibaldi” di Modica per lo spettacolo “Il Figlio maschio” con Miko Magistro, Massimo Leggio, e Carmela Buffa Calleo
Carlo Majorana Gravina
Conclusa “in bellezza” la stagione di prosa del Teatro “Garibaldi” di Modica, direttore artistico Giovanni Cultrera, sovrintendente Tonino Cannata, con l’ennesimo sold out e pubblico entusiasta. Il titolo Il figlio maschio, cela e propone, in versione teatrale, il romanzo Il bell’Antonio” di Vitaliano Brancati, sotto una singolare angolatura, enucleando uno dei tanti complessi aspetti della vicenda che vi si narra.
Già nel Don Giovanni in Sicilia, i tre amici al bar continuamente alla ricerca del piacere che solo la femmina può dare autorizza una lettura kierkegardiana: il filosofo danese per il quale il salto dalla vita “estetica” a quella “etica” discende dalla disperazione. Con Il bell’Antonio (Premio Bagutta 1950), l’autore riprese motivi e umori del Don Giovanni immettendoli in un romanzo corale, simile a una grande commedia antica.
Brancati, con intento morale concreto e organico, fa la satira di un mondo dominato da personaggi dalla testa vuota, vanagloriosi seduttori di donne e di imperi che appartengono alla schiera dei vanitosi, prepotenti e oppressori, in politica e in amore piuttosto che in amore e in guerra. Il sarcasmo brancatiano, di cui è ricca la storia, guarda e condanna la società borghese bigotta, prigioniera di credenze e stereotipi, maligna e ipocrita; anelante e succube di omologazioni, timorosa dell’altrui giudizio.
Il copione portato in scena enuclea e viviseziona, rispetto al romanzo, il rapporto complesso tra padre e figlio (unico e maschio!), erede della posizione sociale famiglia e dei valori che la connotano in tutti i sensi, non ultimo la mitologia della virilità cui si affida e confida la conferma dell’onorabilità: erede senza il beneficio di inventario! Una tragicomica vicenda di due esseri umani distanti proprio perché vicini.
Sciascia riteneva “Brancati… lo scrittore italiano che meglio ha rappresentato le due commedie [novecentesche] italiane, del fascismo e dell’erotismo in rapporto tra loro, come specchio di un Paese in cui il rispetto della vita privata e delle idee di ciascuno e di tutti, il senso della libertà individuale, sono assolutamente ignoti. Il fascismo e l’erotismo sono anche tragedia: Brancati ne registrava le manifestazioni comiche e coinvolgeva nel comico anche le situazioni tragiche”.
Padre e figlio in un rapporto complesso, fatto di aspettative del primo e segreti dell’altro. Nel cosmo brancatiano, femmine, spinte e pulsioni sessuali sono la cartina di tornasole e il motore delle vicende di tutta la sua opera matura. La donna porge e scatena l’eros e il pathos proprio perché subisce e gradisce il ruolo che una società al maschile, più che maschia, le assegna: è centrale e determinante, proprio per il suo stare un passo indietro.
Sullo sfondo una città densa di pregiudizi, omologazioni e pettegolezzi che fa da sfondo ad un sempiterno conflitto sociale, che racchiude in sé tutte le anime delle città siciliane, assiste all’intimo dramma di esclusione e abbandono nell’incrocio tra virilità e indole personale, nella disperazione di un padre che, dopo aver riversato sull’unico figlio maschio, tanto atteso, l’aspettativa del ripetersi delle gesta erotiche della sua giovinezza, deve fare i conti con una diversa verità che lo esporrà a scherno e pettegolezzi. Protagonista dello spettacolo uno straordinario Miko Magistro nelle vesti del padre, con lui Carmela Buffa Calleo e Massimo Leggio, insieme agli altri attori della Compagnia Teatrale Brigata d’Arte Sicilia Teatro. La sapiente regia dello spettacolo è di Antonello Capodici.
Riflessioni ed emozioni che il magistrale Magistro, se mi si passa il gioco di parole, mostra e rivela, con la sua straordinaria capacità artistica attoriale, in questa messa in scena con la quale si è conclusa, nel migliore dei modi; la fortunatissima stagione di prosa del “Garibaldi” di Modica: nove spettacoli, coordinati da Cultrera, che si sono alternati in un teatro sempre in sold out, tra abbonamenti, quest’anno in numero eccezionale, e prenotazioni private che si sono affrettate per ogni appuntamento in programma. Un cartellone variegato che ha saputo far ridere, riflettere, emozionare, coinvolgere, nel rispetto di quella funzione sociale, educativa, catartica che il teatro deve svolgere. Temi sempre diversi e tutti attuali, con interpreti, compagnie, registi e tanti artisti tra i più noti e affermati del panorama nazionale.
“Al termine di ogni stagione è tempo di bilanci – affermano soddisfatti il direttore artistico Cultrera e il sovrintendente Cannata – e il nostro non può che essere un resoconto più che positivo. Siamo davvero felici di come il pubblico abbia risposto con pronto entusiasmo alle proposte in cartellone, gli abbonamenti iniziali sono andati a ruba in poco tempo, così come i singoli biglietti. Sono risultati importanti che ci confermano di avere intrapreso la giusta direzione per contribuire alla crescita culturale di Modica e dell’intera provincia. Ovviamente i nostri impegni – concludono – non terminano qua: ci aspettano infatti ancora diversi appuntamenti della stagione di musica prima della pausa estiva, dopo la quale la stagione di musica riprenderà, mentre inizierà una nuova stagione di prosa”.
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