Applaudito nuovo allestimento di “Madama Butterfly” di Giacomo Puccini con al regia di Lino Privitera e la direzione d’orchestra di Gianna Fratta

Applaudito nuovo allestimento di “Madama Butterfly” di Giacomo Puccini con al regia di  Lino Privitera e la direzione d’orchestra di Gianna Fratta

Grande esibizione di Daria Masiero, Ilaria Ribezzi, Raaffele Abete ed Enrico Marrucci

Carlo Majorana Gravina

 

Suggestionato dal leasing coniugale narrato dall’ufficiale di marina francese Pierre Loti nel romanzo autobiografico “Madame Chrysantème”, ripreso da John Luther Long e portato in scena in un atto unico di prosa da David Belasco, entrambi americani, col titolo “Madama Butterfly”, Giacomo Puccini chiamò a raccolta i due librettisti Illica e Giacosa per ricomporre il felice sodalizio, detto la santissima trinità, che già gli aveva fruttato clamorosi successi per l’opera da lui più amata, alla quale attese e che ritoccò continuamente fino al 1920.

Eppure la prima assoluta al Teatro alla Scala di Milano (17 febbraio 1904) fu un fiasco. Puccini se ne dolse, furioso, in una lettera all’amico Camillo Bondi “Fu un vero linciaggio! Non ascoltarono una nota quei cannibali. Che orrenda orgia i forsennati, briachi d’odio! Ma la mia Butterfly rimane qual è: l’opera più sentita e suggestiva ch’io abbia mai concepito!”. Due anni dopo (28 dicembre 1906) sarà riproposta all’Opéra-Comique di Parigi, regia Albert Carré, scenografia Jambon e Bailly e sarà il successo internazionale.

La storia narrata in questo melodramma, mette a nudo studia ed espone un’asimmetria sentimentale: il matrimonio a tempo narrato da Loti (contratto matrimoniale di durata mensile) può essere un gioco, ma anche un dramma; la chimica che si accende e scatena nella casa sulla collina appagherà Pinkerton, ma soprattutto manderà in estasi la giovanissima Cio-Cio-San che non vorrà altro uomo che l’ufficiale di marina americano. O lui o nessuno.

“Madama Butterfly”, quarto titolo della stagione lirica del Teatro Massimo “Bellini” di Catania, torna a sei anni di distanza dall’ultima  produzione con un nuovo allestimento scenico felice, raffinato e ben calibrato, firmato da Lino Privitera su scene e costumi di Alfredo Corno e video di Daniel Arena. Privitera, coreografo e regista, collaboratore di firme storiche del teatro musicale contemporaneo, in omaggio alle sue origini coreutiche ha arricchito la scena troppo statica dell’opera, tutto si svolge nella casa sulla collina, con alcuni momenti di danza a sottolineare l’attesa e il tempo, a rafforzare il celeberrimo coro muto, in una scena sofistica disegnata da Corno con richiami alle opere di Gustav Klimt, importante esponente dell’arte europea che, nelle sue opere, combina riferimenti e rimandi ad altri mondi, altre culture e atmosfere, con grande capacità e risultato.

Un cast giovane e prestigioso ha riportato al “Bellini” il baritono Enrico Marrucci, nel ruolo di Sharpless gestito con abilità e capacità. Con lui Daria Masiero nel ruolo eponimo che ha incantato per la dolcezza suadente della voce ma anche per le movenze sceniche e il timbro sicuro, e il tenore Raffaele Abete as Pinkerton. Ottima prova di Ilaria Ribezzi (Suzuki) puntuale ed efficace nel ruolo e via via tutti gli altri Enrico Zara, Gianluca Failla, Francesco Palmieri, Salvo Di Salvo.

L’orchestra dell’Ente si è disimpegnata con efficacia e valore, così come il coro diretto da Luigi Petrozziello, sotto l’attenta suggestiva direzione di Gianna Fratta, anche lei abituale ospite del “BellinI”, una delle bacchette più prestigiose del giovane panorama internazionale.

L’apprezzamento del pubblico è stato manifestato con calorosi ripetuti applausi durante l’esecuzione dell’opera e al termine della rappresentazione.

 

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