“Agata, Vergine e Martire” di Pino Pesce al Teatro “Sangiorgi” di Catania

“Agata, Vergine e Martire” di Pino Pesce al Teatro “Sangiorgi” di Catania

Una sacra rappresentazione multimediale fra medievalità e contemporaneità

di Lella Battiato Majorana

L’attesa sacra rappresentazione “Agata, Vergine e Martire” di Pino Pesce, andrà in scena il 3 febbraio alle ore 17:30, al Teatro “Sangiorgi” di Catania.

L’autore, già docente di Italiano e Storia,  della pièce è anche régisseur.  Negli ultimi anni, Pesce si è accostato al Teatro con successo scrivendo, rielaborando e dirigendo importanti testi: da “L’uomo dal fiore in bocca” di Pirandello a “Rosa Balistreri/A memoria di una Voce”.

In questo suo ultimo lavoro, l’autore ha messo “in campo 100 eccellenze”. La produzione è del “Comitato dei festeggiamenti a Sant’Agata”, presidente il dott. Riccardo Tomasello.

Ogni cittadino catanese, devoto di Sant’Agata, sente forte la responsabilità verso la Città e la Patrona per cui prova emozione nel confrontarsi con la verità di cui si sente possessore, quando si parla della vicenda della Santa Patrona, divenuta parte e simbolo dell’immaginario collettivo, della spiritualità della coscienza e dell’anima.

I temi della rappresentazione religiosa di Pesce si riversano in scena per rappresentare la complessità del dramma cosmico in un periodo storico che attraversa la crisi dell’io. Studio, ricerca e sperimentazione sono il fil rouge dello spettacolo; un atto unico che racconta il dramma del martirio, fra storia e voce popolare, mettendo in luce la vita straordinaria di Agata, giovinetta nata e vissuta alle pendici dell’Etna nel III secolo dopo Cristo. Della protagonista vengono focalizzati i momenti più importanti della sua vita (dall’infanzia al martirio) attraverso le immagini-video, le luci, i costumi e le musiche che toccano il culmine negli interventi musical-canori del Coro Lirico Siciliano.

«Sono sempre stato fuori dal conformismo; ho sempre sfasciato ogni forma di creatività al di là del risultato: bene o male; in ogni caso sempre fuori da codeste 2 categorie», dice il regista ed autore di questo dramma sacro, il quale poi dichiara: «Da barlumi crepuscolari di scrittura, antelucani della teatralità consacrata, ho portato alla luce “Agata, Vergine e Martire”, una sacra rappresentazione che fra medievalità nella contemporaneità di visione andrà in scena con una squadra artistica professionalmente elevata anche se non sono nomi di rumore,  eccetto il Coro Lirico Siciliano le cui virtù canore e la direzione del M° Francesco Costa sono ben note.»

«L’azione – spiega ancora il regista – si svolge a San Giovanni Galermo (Galermus) e a Catania (Catina). In questo scenario, si innesta la forza espressiva e suggestiva di un narratore che fila la storia e la leggenda interrotta, in qualche tratto, da scene di vita: l’età infantile, l’adolescenza, la giovinezza  che s’incentra nella decisione di promettersi a Dio. Da qui la persecuzione cristiana dell’imperatore Decio rappresentato, a Catania, dal proconsole Quinziano, il quale non potendo possedere fisicamente Agata, la condanna al carcere prima e al martirio subito dopo. La morte, secondo il martirologio, avviene il 5 febbraio del 251. 

La breve descrizione rende plastiche in particolare: i giochi fra bambini, il valore e simbolo del velo, il processo ad Agata con consequenziale condanna, il carcere, il martirio, dies natalis  ed apoteosi».

Il tutto viene reso spettacolare dalle musiche, dalle coreografie e da una intensa scenografia minimale.

Particolarmente suggestiva, nella descrizione di Pesce la scena del martirio, dove si assiste all’eterna lotta fra il bene ed il male che si conclude con il trionfo assoluto del Bene.

Il dramma – sottolinea infine Pesce – vuole parlare al cuore della gente, in particolare ai giovani, ancora in via di formazione, quali costruttori di un futuro di rispetto e quindi di Civiltà!»

Già il motore è stato avviato. C’è ora una grande attesa e un grande interesse nella città; lo dimostra il fatto che tantissimi devoti e tante Scuole della città e provincia si siano già interessati allo spettacolo.»

A rappresentare il dramma sono: Verdiana Barbagallo che interpreta Agata, Giuseppe Parisi (Quinziano), Pasquale Platania (Narratore), Nino Spitaleri (Vecchio e Mario Rapisardi), Jakov Greebe (San Michele Arcangelo), Gabriele Ricca (Lucifero), Tania Marino (mamma di Agata), Laura Miano (danzatrice); e poi: Luca Sinatra, Salvo Gambino, Pippo Ragonesi, Jonathan Barbagallo, Clara Ferruccio, Aurora Guglielmino, Giulia Blanciforti, Lorena Lattuca, Martina Trovato, Gabriela Contarino, Chiara Apa, Rossella Motta, Giulia Pagliaro, Federica Longo, Chiara La Mela, Maria Nicosia, Alessandra Di Mauro, Pia Lattuca, Paolo Messina, Rebeca Vacaroiu, Noemi Fiammingo, Agnese Platania, Alessia Arena, Alessia Putrino, Chiara Motta, Martina Zenta, Giordana Aiello, Andrea Guglielmino, Paolo Messina, Antonio Nicosia, Antonio Rosa.

Ad esaltare le musiche il rinomato Coro Lirico Siciliano, diretto da Francesco Costa, e la Schola cantorum Scuola Media “Q. Majorana”, diretta da Norma Viscusi. Il Trucco e parrucco sono dell’Educational Center di Motta Sant’Anastasia; la coreografia di Alfio Barbagallo; i costumi di Liliana Nigro; l’accoglienza studenti dell’Istituto Alberghiero “K. Wojtyla” di Catania; presenta lo spettacolo Lella Battiato Majorana.

Una trama intrigante, piena di sorprese narrative e tecniche tra flashback e flashforward, che mostrano la fede incrollabile in Cristo della Fanciulla e il potere arrogante e folle di Quinziano. I tecnici sono del teatro Massimo Bellini di Catania.

 

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