La logica economica europea ci condanna a una crisi perenne, no al MES e ai Coronabond per creare ancora più debito europeo

La logica economica europea ci condanna a una crisi perenne, no al MES e ai Coronabond per creare ancora più debito europeo

Salviamo l’Italia con i Trattati europei: acquisto a titolo definitivo bond senza scadenza emessi dagli Stati, da collocare presso le banche centrali nazionali

 

Lella Battiato Majorana

   

La logica economica Ue condanna l’Italia e noi popolo a una crisi perenne, giunge da tutte le parti e soprattutto da autorevoli economisti italiani di varie università chiarimenti e appelli corali a evitare un disastro.

La stessa leadership europea, segnata ormai da una logora egemonia, in cui prenderebbe il sopravvento Pechino e la Russia di Putin non si rende conto che l’“emergenza Coronavirus” trascinerà al suicidio dell’Europa.

Riordiamo già questo concetto espresso bene nel libro “I cannoni di agosto” di Barbara W. Tuchman, un saggio tra aneddoti, ricostruzioni e documenti capolavoro di una grande storia tratta essenzialmente della storia militare nel mese iniziale della Prima Guerra Mondiale: un gigantesco esercito tedesco, che marcia su Parigi per conquistarla porre fine alla guerra in Occidente, secondo i piani del Kaiser, in sei settimane, dopo aver travolto il Belgio.

Tuono di cannoni, luccichio di sciabole e baionette, la Tuchman fa rivivere l’incertezza e l’ansia che provarono gli uomini negli avvenimenti storici, tutti Paesi europei che si combatterono allora, e oggi si trovano insieme nel progetto e crogiolo dell’integrazione unitaria dell’Unione che raccoglie 27 Stati membri.

La Prima Guerra Mondiale è stata la prima esperienza collettiva del popolo italiano e in virtù di questo dobbiamo difendere l’Italia da attacchi economici che la ridurrebbero schiava come la Grecia e in preda ai mercati tedeschi e cinesi.

Il 1914 ha segnato un punto di svolta per l’Europa, un monito anche attuale che ridurrebbe anche l’Europa in rovina con grandi effetti traumatici.

La Germania, che si sente forte e ricca, forse ha dimenticato che alla fine della Seconda Guerra Mondiale, la comunità internazionale, se avesse ragionato con la loro ciclica arroganza e non con la pietas humana, e avesse chiesto gli effettivi danni di guerra, i tedeschi oggi sarebbero ridotti a vivere nelle bidonville.

L’Italia attualmente è come una nave che in mare procede senza radar e con un comandante alla prima esperienza … che soffre anche il mal di mare ….. confuso, annaspando e cercando logiche utilitaristiche di accordi possibili, che faranno affondare la nave.

Secondo quanto affermano illustri economisti, neanche di fronte a un disastro l’attuale classe dirigente europea è disposta a prendere atto che le idee che hanno guidato finora la politica economica sono profondamente sbagliate, sono servite solo a far funzionare i mercati, elevati a mitici giudici.

Il “whatever it takes” di Mario Draghi è stato dapprima smentito, provocando il crollo dei mercati, e poi ripetuto in un tentativo di recupero. Ma è stata persa la credibilità, i nuovi provvedimenti annunciati dalla Bce prevedono limiti e paletti (come la capital key, gli acquisti di titoli sovrani in base alle quote di capitale della Banca che ogni Stato possiede, seppure attenuata) e non sono quindi nella logica di “qualsiasi cosa sia necessaria”.

Il cosiddetto Fondo salva-Stati (Mes) non è in grado di salvare nulla, uno strumento di disciplina che gli Stati egemoni vogliono usare per imporre il loro dominio su quelli che cadano in difficoltà, arricchirebbero solo i falchi europei. Ne vogliono fare la chiave di accesso agli interventi della Bce, una chiave che sarebbe pagata con la “grecizzazione” di chi incautamente vi facesse ricorso, ossia l’impoverimento del paese e la sua successiva spoliazione da parte delle economie più forti.

La soluzione immediata è: gli acquisti di titoli pubblici non avverranno più in base alle quote di capitale ella Banca che ogni Stato possiede (criterio che peraltro non è applicato per le obbligazioni societarie), ma in base alla necessità di contrastare la speculazione; la Bce dichiari che i titoli sovrani detenuti in base ai vari programmi di acquisto saranno rinnovati indefinitamente; la Bce trovi la formula giuridica compatibile con i Trattati per acquistare a titolo definitivo bond senza scadenza emessi dagli Stati, con rendimento zero o prossimo allo zero, da collocare poi presso le Banche centrali nazionali.

È necessario che l’Ue abbia presenti i seguenti obiettivi: i governi Ue abbandonino l’idea che la crescita dell’economia possa essere affidata alle sole esportazioni, no ad una politica di contenimento dei bilanci pubblici e dei consumi interni; no al Fiscal compact (all’interno dei Trattati Europei), ma bocciato dal Parlamento Europeo; pareggio di bilancio solo per spese correnti; politica fiscale usata solo in funzione anticongiunturale, anche se ciò comporta un deficit pubblico o un suo aumento; stop ai criteri di sorveglianza basati su parametri inaffidabili come il Pil potenziale e l’output gap.

Le decisioni necessarie ad assicurare la sopravvivenza dell’Unione europea non sono naturalmente soltanto queste – valga per tutte l’impellente necessità di dare vita agli eurobond.

Lo Stato italiano, da parte sua, trovi soluzioni concrete per evitare insurrezioni popolari, salvare concretamente le piccole e medie imprese, con prestiti a lungo termine, di cui si fa garante lo stesso Stato, come fa con l’Alitalia; liquidità immediata, contrattare con l’Europa la misura giusta che aiuti l’Italia e non la distrugga. Bloccare tasse per tutti i cittadini,  sburocratizzare le pratiche renderle agevoli e veloci, riorganizzare il sistema sanitario, proteggere medici e personale sanitario, volontari con mezzi di dispositivi di sicurezza personali.

Fare entrare l’Italia, attraverso l’Aifa,  nella piattaforma della sperimentazione dei farmaci per il Covid-19

Sappiamo l’effetto del virus, ma non conosciamo ancora il virus la sua composizione perché i potenti non ce l’hanno permesso.

L’appello corale al presidente della Repubblica “Caro Mattarella, le tasse no” continua “Ha detto che usciremo da questa crisi come da una guerra. Allora faccia tacere l’Agenzia delle Entrate. La ripresa passa per tre cose: il ritorno alla piena libertà, un piano Marshall di aiuti e uno stop al peso fiscale”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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