Museo regionale “Agostino Pepoli” Trapani

Museo regionale “Agostino Pepoli” Trapani

Intervista al direttore Roberto Garufi

Angela Ganci

Coralli, statue, dipinti, gioielli, reperti archeologici, che testimoniano la cultura di stampo illuministico propria di Agostino Pepoli, il fondatore del Museo che porta il suo nome, nel cuore della città di Trapani, nei locali dell’ex convento dei Padri Carmelitani.

Oggi Istituto Regionale, il museo vanta, oltre alle collezioni artistiche del Pepoli, altre numerose opere di pregio, derivanti dalla collezione Fardella, costituita da dipinti del Cinquecento, Seicento e Settecento napoletano, e dalla collezione Francesco Hernandez, comprendente sculture in marmo e presepi.

Di notevole interesse, al piano terra, la ghigliottina di epoca borbonica e i busti di Garibaldi, Cavour e Vittorio Emanuele II,  i numerosi manufatti di uso sacro e profano, interamente realizzati in corallo, come calici, crocifissi e scrigni.

Percorrendo lo scalone magnifico di architettura barocca, che presenta colonnine in marmo rosso di libeccio e un corrimano con tarsie marmoree a motivi vegetali e floreali, incontriamo al primo piano del il direttore del museo Roberto Garufi.

“Il Museo è ubicato a ridosso del Santuario della Madonna di Trapani, il corrispettivo di Sant’Agata per Catania e Santa Lucia per Siracusa – spiega Garufi –. Ci troviamo all’interno dei locali dell’ex convento dei Padri Carmelitani, costruito parallelamente al Santuario della Madonna. Il Convento alla fine dell’800 è stato trasformato in museo, prima regio oggi regionale. È importante sottolineare questo, perché conserviamo, all’interno del museo, il Tesoro della Madonna, costituito attraverso donazioni dei fedeli al simulacro custodito nel Santuario dell’Annunziata. Il museo nasce grazie alla volontà del mecenate Agostino Pepoli, che, alla sua morte, lasciò in donazione la sua collezione privata, al punto che questo Museo si può pienamente definire collezionistico. Dico sempre che il museo contiene in sé sette musei, poiché ospita pitture, ceramiche, figure da presepe, la ghigliottina: insomma un insieme di interessi diversi che ne fanno un museo unico in Sicilia”.

Un’unione di varie collezioni, un museo variegato, che raccoglie la storia della Città, del territorio, di una Trapani risparmiata alla devastazione e alla vendita agli antiquari, come testimoniano, per esempio, i pavimenti in verticale, acquistati dal Pepoli, appartenuti a una chiesa di Trapani ormai distrutta che raccontavano il mare, ubicati all’interno del museo stesso. In questo contesto, indubbiamente spiccano i coralli e i presepi, realizzati con la tecnica del legno-tela-colla, unica nel suo genere a Trapani.

“Uno degli elementi del Museo più rappresentativo, il corallo, viene raccontato alle nuove generazioni, attraverso un modello in legno che rappresenta lo strumento di raccolta del corallo a mare, con la funzione di rompere il corallo stesso, che veniva poi raccolto con delle reti. Ecco che troviamo il Crocifisso e il calice di Matteo Bavera, realizzati per ispirazione stessa del divino, vista la loro bellezza non spiegabile con il solo tocco umano. Corallo, ma anche avorio, in seguito alla mancanza di corallo sul mercato, da cui furono nel tempo prodotti oggetti misti avorio e corallo, ma anche avorio e oro, che si trovano affiancati a quelli interamente in avorio”.

Insomma, il Museo Regionale “Agostino Pepoli” di Trapani espone una miscellanea di stili che invitano al sacro e alla storicità, che ne fanno un gioiello tutto siciliano, da valorizzare e considerare memoria storica di una terra ricca di cultura e contaminazioni.

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