Coronavirus, il virologo Tarro “Curiamolo con il plasma dei pazienti guariti” Adesso anche al “Garibaldi” di Catania “miglioramenti sorprendenti per un paziente curato col plasma iperimmune”
Coronavirus, il virologo Tarro “Curiamolo con il plasma dei pazienti guariti”
Adesso anche al “Garibaldi” di Catania “miglioramenti sorprendenti per un paziente curato col plasma iperimmune”
Lella Battiato Majorana
Giulio Tarro, virologo di fama internazionale, allievo di Albert Sabin, con un’importante carriera, già da quando è scoppiata l’emergenza Coronavirus ha sostenuto che ha più senso concentrarsi sulla terapia invece di produrre un vaccino per poi scoprire la presenza di altri ceppi mutati che vanificherebbero il lavoro. “A nostra disposizione abbiamo già gli anticorpi dei guariti, sostiene, che possiamo ricavare con la plasmaferesi, una tecnica di separazione del sangue che viene usata per diversi scopi. La cura con il plasma dei pazienti guariti da Civid-19 si sta sperimentando in tutto il mondo. In Italia si stanno ottenendo dei risultati positivi a Pavia, Modena, Mantova e Salerno”. Fra l’altro il plasma non costa nulla ed è la cura più antica.
Purtroppo una parte della comunità scientifica e i poteri forti lo ha contestato, forse se questa terapia fosse stata usata dall’inizio avrebbe evitato tanti morti. Prova tangibile già da tempo il prof. Giuseppe De Donno, direttore della struttura di pneumologia e terapia intensiva ospedale di Mantova è stato uno dei primi a sperimentarla sui pazienti, “permettendo di trattare i pazienti covid più gravi, come sottolinea, prima che l’insufficienza porti alla morte”.
Al Cotugno di Napoli, ad esempio, i primi donatori di plasma sono stati gli stessi medici guariti dal Covid-19. Tra loro il dottor Antonio Corcione. Speranza dal plasma dei guariti e primi risultati rassicuranti arrivano dall’ARNAS “Garibaldi” di Catania.
“Mi risulta dai colleghi della rianimazione che il radiologo ricoverato, trattato col plasma iperimmune, ha cominciato a dare segnali di miglioramento”, sottolinea il dott. Santi Sciacca, primario del Centro trasfusionale del Garibaldi centro di Catania, dove si confezionano le sacche di plasma iperimmune per combattere il Coronavirus.
Il responsabile, in ospedale anche la domenica, dalle 7:30 alle 21:30 con équipe, lavora con dedizione ai prelievi di sangue su alcuni pazienti guariti dal Covid, così già venerdì sera 13 novembre sono state iniettate le sacche”.
Precisa “si possono iniettare al massimo tre sacche in cinque giorni”, e spiega per quali motivi negli ultimi giorni prima della somministrazione del plasma si è dovuto attendere.
“Avevamo congelate una ventina di sacche, ma non potevamo utilizzarle perché il protocollo prevede che debba essere fatto un test, che si chiama test degli anticorpi neutralizzanti che si invia al laboratorio di virologia a Pavia. Significa che devo sapere quanti anticorpi sono efficaci per aiutare alla guarigione il paziente al quale lo somministriamo. Il virus di proteine ne ha quattro, ma è una sola quella che è letale. Quindi gli anticorpi devono essere diretti contro la proteina cosiddetta spike”.
I campioni del plasma prelevato al donatore, 5 ml di sangue, vengono inviati al Policlinico “S. Matteo” di Pavia?
“Sì. Ad agosto l’assessorato aveva comunicato che avremmo dovuto fare una convenzione col Policlinico di Palermo che si stava attrezzando per diventare centro di riferimento per effettuare questi test. Ma così non è stato e noi due settimane fa, con l’approvazione della direzione generale e sanitaria, abbiamo stipulato una convenzione col Policlinico “San Matteo” di Pavia, precursore nella realizzazione del plasma iperimmune. Nel frattempo le sacche che realizziamo le congeliamo in attesa del responso».
Hanno già risposto all’appello tanti donatori?
“Sì. Vorrei lanciare un appello. Chi è guarito recentemente, dotato di plasma iperimmune, è il soggetto più indicato perché ha una carica immunitaria più alta di chi è guarito ad aprile”.
Quali risultati si prevedono?
“Noi non siamo clinici. La nostra unità clinica di riferimento è quella del prof. Bruno Cacopardo. Però abbiamo già chiesto riscontro ai colleghi e sembra che i risultati siano incoraggianti”.
In Sicilia, riferisce il dott. Sciacca, sono otto i centri di raccolta del plasma per la cura autorizzati dal Dipartimento attività sanitarie e osservatorio epidemiologico dell’assessorato regionale della Salute, e in una nota fa presente che i centri sono i servizi trasfusionali presso i policlinici di Palermo e Catania, le Asp di Trapani, Caltanissetta e Ragusa e gli ospedali “Papardo” di Messina e “Garibaldi” di Catania, Paternò e Biancavilla, tutti autorizzati alla fine della scorsa primavera.
Continua “ad oggi abbiamo trenta pazienti trasfusi, grazie ai catanesi che si sono precipitati a donare”. Tra donatori degli ultimi giorni il vescovo di Caltagirone, mons. Calogero Peri.
È stato emesso un comunicato per invitare tutti i pazienti che abbiano contratto e superato da almeno 15 giorni l’infezione da coronavirus a contattare i centri trasfusionali per donare il plasma.
Inoltre il suo utilizzo ha dimostrato avere un ruolo importante nel ridurre il rischio di trasferimento dei pazienti nei reparti di terapia intensiva, migliorandone la sopravvivenza e la degenza.
Chi dona il plasma, quindi, può salvare la vita ad altre persone meno fortunate.
Sedi e contatti: padiglione 12, piano terra, sala donazioni; padiglione 13, piano terra, laboratorio di immunoematologia. Ospedale ARNAS “Garibaldi” piazza S. M. di Gesù tutti i giorni dalle 7:30 alle 12:30; martedì e giovedì anche di pomeriggio dalle 15:00 alle19:00. Contatto telefonico 095 7592022, Fax 0957594156, e-mail simt@ao-garibaldi.ct.it.
Si aprono tante speranze. L’italiana dello staff di Fauci, Cristina Cassetti, virologa da 17 anni all’Istituto nazionale delle malattie infettive NIAID, vicedirettrice divisione di Microbiology and infectious disease, esprime ottimismo: «Entro dicembre due vaccini contro il Coviod-19 sarà l’inizio dell’uscita dal tunnel, approvati con autorizzazione di emergenza dalla Food and drug administration (FDA). Non sappiamo se e come il vaccino funzioni contro i contagi asintomatici”.
E fra poco in commercio anche il test con i tamponi “fai-da-te” che permette di avere il risultato in un minuto e mezzo.
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