Il giudice Rosario Livatino sarà beatificato il 9 maggio al duomo di Agrigento
Rosario Livatino fu ucciso sulla strada che conduce da Canicattì ad Agrigento il 21 settembre 1990, a soli 37 anni, dai mafiosi della ‘Stidda’.
La cerimonia di beatificazione è prevista per domenica 9 maggio al Duomo di Agrigento, anniversario della visita di Papa Giovanni Paolo II nella città dei templi, che incontrando i genitori del magistrato precisò “un martire della giustizia e indirettamente della fede”.
Nella sala “Giovanni Paolo II” del Palazzo Arcivescovile, l’arcivescovo di Agrigento, il cardinale Francesco Montenegro e l’arcivescovo coadiutore, monsignor Alessandro Damiano, hanno annunciato la cerimonia, alla quale hanno partecipato i rappresentanti delle autorità civili, ecclesiali, la magistratura provinciale nonché i comuni di Canicattì e Agrigento, ma che potrebbe slittare a causa della pandemia.
La Santa Sede ha riconosciuto il martirio “in odium fidei” (in odio alla fede): è questo il contenuto di un decreto della Congregazione per le Cause dei Santi, di cui Papa Francesco autorizzò la promulgazione nel corso di un’udienza col cardinale prefetto Marcello Semeraro.
La prova del martirio, secondo fonti vicine alla causa, è arrivata anche grazie alle dichiarazioni rese da uno dei quattro mandanti dell’omicidio, che ha testimoniato durante la seconda fase del processo di beatificazione (aperta il 21 settembre 2011) e portata avanti come postulatore dall’arcivescovo di Catanzaro, monsignor Vincenzo Bertolone, Agrigentino), Papa Francesco incontrando nel novembre del 2019 i membri del “Centro Studi Rosario Livatino”, lo ha definito “un esempio non soltanto per i magistrati, ma per tutti coloro che operano nel campo del diritto: per la coerenza tra sua fede e il suo impegno di lavoro, e per l’attualità delle sue riflessioni”.