Rapporto tra depressione e e malattia di Alzheimer un tema di ricerca per ricordare il Prof. Angelo Majorana neuropsichiatra e psicologo, promosso dall’interclub RC “Catania Nord”
Il Rotary Club “Catania Nord”, presidente notaio Salvatore Cultrera, ha promosso l’importante zoom meeting interclub sul tema “I misteriosi legami tra depressione e malattia di Alzheimer: nuove prospettive di ricerca”, cui hanno aderito 14 club del distretto 2110 Sicilia Malta, prevalentemente dell’area ionica e pedemontana dell’Etna (Aetna Nord Ovest Bronte, Aci Castello, Acireale, Catania: Bellini, Catania Duomo 150, Est, Etna Centenario, Ovest, Sud, Misterbianco, Noto Terra di Eloro, Paternò Alto Simeto, Rotaract Catania Nord, San Gregorio Catania – Tremestieri Etneo, Viagrande), cui ha partecipato il governatore del Distretto ing. Alfio Di Costa e il PDG Salvatore Sarpietro.
Relatori i proff. Santo Di Nuovo, presidente nazionale Associazione Italiana di Psicologia, e Filippo Caraci, Neurofarmacologo dell’Università di Catania e delegato del Rettore al trasferimento tecnologico in area biomedica.
L’evento nasce nell’intento di ricordare il Prof. Angelo Majorana che a questo tema di ricerca ha dedicato molti anni della sua attività di autorevole docente. La sua figura e la scuola da lui fondata sono state ricordate in maniera significativa dal Prof. Santo Di Nuovo, suo allievo, dal socio Prof. Marcello Majorana, le figlie Sarah e Livia, il genero Guglielmo Scammacca e Fernanda Paternò Castello, ricordando il padre e l’uomo scienziato attraverso alcuni aneddoti, un modello ed esempio da seguire a tutt’oggi: pioniere della psichiatria e della psicologia, lo hanno sempre distinto la pacatezza e mitezza, un grande studioso.
Il Rotary crea sempre opportunità e questo convegno è stato una dimostrazione; cosa siamo noi senza la nostra memoria? Bisogna investire in questa ricerca, come fa riflettere il governatore Di Costa.
Apre i lavori il presidente Club organizzatore Cultrera, soffermandosi sulla figura del Prof. A. Majorana, una guida che ha lasciato un grande patrimonio culturale ereditario nell’ambito della psicologia e psichiatria in Sicilia a Catania, ma anche a livello internazionale.
Il Prof. Marcello Majorana ha sottolineato affascinando la platea virtuale come Angelo Majorana ha dato un segnale molto forte poiché il DNA è importante, contestualizzando l’albero genealogico e la famiglia in cui è vissuto: fratello del padre Claudio, prese il nome dello zio Angelo laureato a 16 anni, deputato, rettore a 27 e ministro delle Finanze, amico di D’Annunzio che in una delle lettere lo elogiava. La caserma della Guardia di Finanza di Catania è a lui dedicata. La famiglia viveva un clima molto bello e sereno, fa proiettare delle foto che ricordano la famiglia unita a Portosalvo 1889. In questo ambiente si sviluppa una lezione quotidiana di positività.
Si riconnette allo zio Angelo psichiatra con la sua passione liberale che ha dato un contributo importante a Zagabria nel 1941 e nel ’42 nel reparto psichiatrico dell’Ospedale “Celio” detto reparto di “segregazione”. È stato “Medico della mente”, e pioniere della visione olistica del paziente. Istituì nel 1947 la Scuola Ortofrenica, importante il suo rapporto con Giuseppe Giarrizzo storico preside della Facoltà di Lettere. Il Prof. Majorana a 95 anni si proiettava sempre nel futuro, ed era controcorrente rispetto al pensiero odierno quando si trasformava in superficiale ed opportunista. Ricorda infine la moglie Ina Pantò, donna amabile, impegnata nel sociale, testimonianza dei valori della solidarietà sociale.
Il Prof. Santo Di Nuovo paragona la curiosità scientifica del Prof. Majorana a quella dell’Ulisse dantesco. Un anticipatore che metteva sempre al centro le persone in tutte le sue componenti psico-fisiche. “Non si può curare il corpo se non si può curare la mente”, ripeteva. Nella esaustiva relazione sottolinea il valore della prevenzione nella cura dell’Alzheimer e la rilevante sinergia tra farmaci e approccio psicologico, con focus sulla riduzione del rischio per limitare il danno depressione-Alzheimer. Va rilevata l’importanza del “caregiver”, chi si prende cura del paziente e deve reggere lo stress della sua malattia per assicurargli la migliore qualità di vita possibile.
L’Alzheimer è la sfida del nostro tempo, necessita di un lavoro di rete tra neuroscienzati, psicologi e biologi. La mente stessa lavora a rete, ricordando proprio le parole del Prof. Angelo Majorana.
Da presidente dell’Associazione degli Psicologi conclude: “esistono nel catanese realtà in cui questo lavoro di rete è già ben realizzato, ma non tutta la situazione regionale e nazionale è così”.
Dai dati scientifici il declino cognitivo dell’Alzheimer sembra essere strettamente connesso alla depressione, che può provocare a sua volta disturbi della sfera cognitiva, oltre ad essere in alcuni casi un sintomo precoce di demenza, come ha chiarito in modo approfondito il Prof. Caraci.
I nuovi farmaci antidepressivi e in particolare gli ottimi risultati preliminari osservati con quest’ultimi sulla via del TGF-beta1, portano a ritardare la progressione dell’Alzheimer. In sintesi “trattamento e diagnosi precoce hanno dato risposte importanti”.
Un pubblico colto ha posto domande, fra cui il Dr. Claudio Majorana, che ha indotto a una grande riflessione “pandemia e Alzheimer, qual è il rapporto? Chi sta male è più vulnerabile?”.
È stato risposto sottolineando l’importanza della resilienza, e la necessità di attivare risorse per migliorarla nella popolazione. Certo è costosa la prevenzione per la sanità, ma il rapporto costi-benefici va valutato nel lungo periodo.
La familiarità della malattia può avere un rilievo, anche se spesso non determinante, perché intervengono variabili ambientali.
Una testimonianza gradita dalla platea arriva anche dal Sovrintendente Giovanni Cultrera e socio che ricorda il Prof. Majorana con gratitudine e osserva “la musica è un viaggio affascinante sulle capacità della memoria, noi musicisti lavoriamo per fare esaltare le capacità potenziali dell’anima, forse per questo i musicisti hanno meno rischio di Alzheimer”.