All’Istituto Alberghiero “Karol Wojtyla di Catania convegno “Didattica integrata” con l’Associazione Nazionale Antimafia “Alfredo Agosta” Misure di contrasto alla violenza di genere

Prof.ssa Daniela Raccuglia*

Nei locali dell’I.P.S.S.E.O.A. “Karol Wojtyla”, mediante Didattica Integrata Mista con piattaforma GO TO WEBINAR, si è svolto un importante convegno sul tema della violenza di genere.

L’incontro era rivolto agli studenti delle classi quarte e quinte ed era stato organizzato nell’ambito delle attività che fanno riferimento alla Legalità e includono la preziosa collaborazione con l’Associazione Nazionale Antimafia Alfredo Agosta e altri Enti individuati ad hoc.

La riunione si è avvalsa degli interventi fondamentali e precipui della dottoressa Botti, Sostituto Procuratore della Repubblica e della dottoressa Vincenza Bifera, esperta in Criminal Profiling e Vittimologia, nonché Presidente dell’Associazione Nazionale Antimafia Alfredo Agosta.

Il primo intervento è stato condotto dall’esimio magistrato che ha presentato alla popolazione studentesca la cospicua percentuale di casi di violenza di genere registrati costantemente e spesso tristemente noti in casi di cruento femminicidio.

La dottoressa ha spiegato il fenomeno dal punto di vista giuridico, facendo riferimento ai vari decreti emessi negli ultimi anni per contrastare tale reato, ma nonostante l’inasprimento delle pene, l’attenzione del Governo e lo sdegno dell’opinione pubblica, la società non è ancora riuscita a debellare tale piaga.

In Italia, secondo un’indagine ISTAT, il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale: e nel 2020 91 sono state le vittimedi femminicidio, una ogni tre giorni.Violenza spesso consumata tra le mura domestiche da parte di mariti, padri e compagni sempre più pericolosi e disumani, Violenza, ancora, manifestata nei luoghi di lavoro, o sotto forma di persecuzione costante (stalking), o attraverso lo strumento mediale.

Nel nostro Paese, i diritti fondamentali delle donne a livello normativo sono riconosciuti, quello che manca però è una concreta attuazione del quadro normativo esistente, una efficace risposta di prevenzione e repressione oltre ad adeguati stanziamenti di fondi che garantiscano alle donne il concreto godimento dei loro diritti, infatti la stessa legge n.119 del 15 Ottobre 2013, risulta poco sistematica nel riconoscere gravi reati nei confronti dei soggetti deboli, soprattutto nell’ambito familiare, dove la percentuale dei casi è molto alta.

La dottoressa Botti, inoltre, dopo aver parlato di alcuni crimini in cui ha dovuto operare in prima persona, ha ribadito la necessità di un sensibilizzazione capillare non solo dei giovani ma della società intera.

Successivamente ha preso la parola la dottoressa Vincenza Bifera, che ha, invece affrontato la tematica dal punto di vista psicologico e sociologico.

L’esperta ha messo in evidenza che il conflitto è un aspetto inevitabile in una relazione umana, ma nel conflitto c’è parità tra le parti ciascuno ha la possibilità di svolgere il proprio ruolo, ognuno dei due viene rispettato come persona dall’altro. In una situazione di violenza questo non accade: vi è asimmetria tra le parti, uno dei due tenta di annullare o annichilire l’altro e vi è impossibilità a dialogare e comunicare.

Nella donna vittima di violenza è possibile riconoscere i seguenti sintomi:

  • Psicologici: paura, confusione, stati d’ansia, stress, attacchi di panico, depressione, insonnia, perdita di autostima, agitazione, auto colpevolizzazione.
  • Comportamentali: ritardi o assenze dal lavoro, agitazione in caso di assenza da casa, racconti incongruenti relativi a lividi o ferite, chiusura, isolamento sociale.
  • Fisici: contusioni, bruciature, lividi, fratture, danni permanenti, aborti spontanei, disordini alimentari.

Tutti noi siamo chiamati ad intervenire in qualunque modo e con ogni forma di aiuto, dall’ascolto al supporto sia emotivo che pratico, fino alla concreta segnalazione alle Forze dell’Ordine, ove necessario.

Contrastare la violenza di genere è oggi sempre più un’esigenza, un imperativo per cui necessariamente tutti noi, la società e ogni comunità, dobbiamo e possiamo fare qualcosa in più. Sia in famiglia, sia sul luogo di lavoro.

Reagire alla violenza psicologica non è facile, soprattutto quando sono coinvolte tante emozioni profonde. Ma è un passo necessario per ritrovare la serenità e la felicità e uscire da una trappola psicologica travestita da amore.

Il Meeting in modalità remota si è concluso verso le ore 12,00 ed ha lasciato tutti coloro che sono stati coinvolti, profondamente scossi ma nello stesso tempo pronti ad agire per contrastare effettivamente questo grave flagello sia sociale che umano.

* coordinamento e realizzazione lavoro con

 alunni classe V A AT*

Dtt.ssa Lella Battiato Majorana

Dtt.ssa Lella Battiato Majorana