Caso “Gregoretti” Salvini prosciolto a Catania “Adesso bisogna riformare la giustizia”

La decisione del giudice dell’udienza preliminare è arrivata al termine di un’articolata istruttoria. Il presidente del Gip Nunzio Sarpietro, per acquisire tutte le informazioni utili ai fini della decisione, nei mesi scorsi aveva chiamato a testimoniare l’ex premier Giuseppe Conte, gli ex ministri Elisabetta Trenta e Danilo Toninelli, i ministri dell’Interno Luciana Lamorgese e degli Affari Esteri Luigi Di Maio.

Decisione: il non luogo a procedere. Una sentenza che fa giurisprudenza e dà riscatto sociale a tutti quei cittadini, vittime di giustizia “alla Palamara”; un esempio e modello di sentenza non politica ma frutto di studio, lavoro e sinergia tra diritto e buonsenso. Non è opportuno appellarsi a orpelli formali, ma piuttosto alla sostanza del processo come servizio alla giustizia.

Ormai solo il 39% dei cittadini si fida dei magistrati. Secondo un sondaggio Ipsos, un italiano su due (49%) dichiara di non avere fiducia nei magistrati contro il 39% che si esprime positivamente. In 11 anni il crollo della fiducia nei magistrati è sceso notevolmente, perché tempi troppo lunghi, una parte è politicizzata, corrotta, sentenze discutibili, ecc.

Accolta positivamente questa sentenza perché non è politicizzata, fermo restando che tutte le critiche possono essere avanzate purché si discuta della sostanza.

Ricordiamo che il Giudice Sarpietro è presidente dell’Ufficio Gip-Gup di Catania, in magistratura da oltre 40 anni, si è occupato soprattutto di inchieste di mafia, reati finanziari e contro l’ambiente.

A margine della camera di consiglio, dall’aula bunker del Carcere di Bicocca, Salvini ha ribadito le sue posizioni: “L’Italia faccia come gli altri Paesi, difenda i confini. Non possiamo essere il campo profughi d’Europa, nell’estate della ripresa post-covid”.

A tal uopo conviene una riflessione: accoglienza o inferno? Tutto sulla pelle dei migranti, dove ormai si è superata ogni logica e ogni dignità. Situazione drammatica, all’hot spot di Lampedusa 4mila migranti arrivati in pochi giorni e ne può contenere solo 250. Ci sono 1700 persone chiuse in attesa di trasferimento.

Arrivati ancora negli ultimi giorni un altro migliaio e tenuti all’addiaccio nella zona del Porto di Lampedusa con costi enormi per la gestione dell’emergenza e approntamento di nuove navi quarantena che si dovranno appaltare; ma anche un problema Covid che rischia di scoppiare prepotente, aggravato da possibili varianti africane.

I migranti respinti a casa da Paesi europei sono migliaia. L’ex ministro dell’Interno Minniti, governo “Gentiloni” (2016), andò in Libia e attuò quel “Codice di Condotta” che le ONG non hanno voluto firmare.

Riguardo il processo di Palermo sul mancato sbarco dalla Open Arms, che inizierà il 15 settembre per sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio, sottolinea Salvini “sono assolutamente tranquillo, perché se non esiste sequestro a Catania, non vedo perché debba esistere a Palermo. Nulla è scontato, ma questo giudice ha approfondito, studiato e lavorato e si è preso le sue responsabilità, altri prendono evidentemente vie più comode. La giornata di oggi rende giustizia”.

Salvini, tra l’altro, vince in tribunale pure contro Carola Rackete. Il Gip di Milano Sara Cipolla ha accolto la richiesta di archiviazione della Procura di Milano in merito all’ipotesi di reato di istigazione a delinquere contestata a Matteo Salvini nei confronti di Carola Rackete.

All’accusa fatta sempre dalle parti civili di sequestro, l’ex ministro e il suo legale Giulia Bongiorno hanno sempre spiegato che: “non si è verificata alcuna illecita privazione della libertà personale, in attesa dell’organizzazione del “trasferimento” dei migranti alla “destinazione finale”. Salvini ha sempre sostenuto di avere agito nell’interesse della Nazione.

“Questo processo di Catania – spiega la Bongiorno – è un processo matrioska cioè contiene tutti i casi in cui ci sono stati degli sbarchi e dei ritardi negli sbarchi e anche il fascicolo Open Arms”, e annuncia che la sentenza di Catania sarà messa agli atti anche nel processo di Palermo.

“La sentenza, emessa con la formula molto chiara, il fatto non sussiste, si basa su udienze complesse piene di documenti e testimonianze che hanno permesso al giudice di avere una visione più ampia e completa. È stata emessa a conclusione di un processo, un giudice che vuole vederci chiaro è una garanzia per tutti”.

“In questo processo il giudice è stato estremamente rigoroso e attento c’è stato un grado di approfondimento molto significativo, soprattutto se messo a confronto con l’altro procedimento di Palermo”.

In pratica, la sentenza sembra affermare che non sussistesse alcuna violazione della normativa internazionale e nazionale. Salvini si sarebbe, quindi, attenuto alle convenzioni disponendo che venissero salvati i migranti in difficoltà e ritardando lo sbarco di 2-3 giorni.

In effetti, dagli atti risulta che il ministro dell’Interno può disporre il soccorso in acque internazionali dal momento che Malta non poteva o non voleva farlo.

Il ritardo nello sbarco è giustificato dalla circostanza che gli ambasciatori Massari e Benassi si erano subito messi al lavoro chiedendo la collaborazione degli altri paesi dell’Unione, per redistribuire i migranti della nave.

Il giudice ai sensi dell’articolo 422 del codice di procedura penale ha disposto nuova istruttoria per chiarire se l’imputato fosse o meno responsabile del reato di sequestro di persona.

 Certamente gli approfondimenti svolti hanno convinto il Gup che un eventuale dibattimento sarebbe stato del tutto superfluo e ha prosciolto l’imputato.

Dtt.ssa Lella Battiato Majorana

Dtt.ssa Lella Battiato Majorana