Premio Speciale Giuria al “Quinto Libello di Pezzi Tesotici” del poeta Giovanni Sollima al 46° Premio Letterario Casentino

Il 24 luglio nella splendida cornice dell’abbazia di San Fedele in Poppi (Arezzo) si è svolta la suggestiva cerimonia di premiazione del XLVI concorso letterario internazionale Casentino, che ha visto l’affermazione, per la sezione di poesia edita, del “Quinto libello di pezzi tesotici” (Ed. Controluna, Roma, 2020) di Giovanni Sollima. Il libro ha ricevuto il Premio Speciale della Giuria così motivato:

Continua la ricerca poetica di Giovanni Sollima che con la sua poesia tesotica, già segno e simbolo di una originale impostazione linguistica, si interroga sul significato della presenza dell’uomo sulla Terra e affronta i grandi temi dell’esistenza: il tempo, gli affetti, i sentimenti, gli stati d’animo. E su tutto, il pensiero, che rimane l’espressione più alta della specie umana e può guidarci oltre le apparenze fallaci e le facili illusioni.

Questa raccolta poetica si offre al confronto e interloquisce con la sensibilità del lettore, presentando cose e fenomeni con un proprio linguaggio dei sensi e una lingua estetica, che il poeta cerca nel solco evolutivo di un’ancestrale naturalezza e risonanza espressiva. In essa il dialogo interno sulla linea dei significati, aggancia il tempo e ne prende coscienza, dando continuità, ricercate forme e diversificate traiettorie agli spazi dell’essere e dell’esserci.

Il libro, parte di un progetto editoriale, riprende il progetto tesotico e rappresenta un nuovo debutto. Il termine classicheggiante “Tesos” deriva dall’abbreviazione “tes. os.”, tessuto osseo: immagine suggestiva solidale che rivela il vissuto dell’autore, medico e psichiatra, evocativa di rimandi letterari. La durezza viva della realtà, passata al vaglio interpretativo e rappresentativo del poeta, è continuità significativa dello spazio proprio percepito, sintonia di coscienza e sinfonia del tempo.

Il Premio ‘Casentino’, fondato da Carlo Emilio Gadda, Nicola Lisi, Carlo Coccioli negli anni ’40, negli anni ’70 viene riproposto al mondo culturale italiano per volontà del Presidente del Centro Michelangelo, Silvio Miano, e, oggi, dal Centro Culturale Fonte Aretusa. Premio tra i più antichi e significativi organizzati su scala nazionale, affida la presidenza delle sezioni poesia, narrativa ed economia rispettivamente a Silvio Ramat, Giancarlo Quiriconi e Giorgio Calcagnini e ad una giuria che alla fine del suo lavoro di selezione, individua coloro la cui voce è parsa di più vasto significato e risonanza.

All’autore abbiamo chiesto:

A cosa è dovuto questo libro?

Era in cantiere da parecchio tempo, ma non trovavo la maturazione dei tempi giusti. Il libro era nell’aria, e adesso c’è, sopra ogni chiusura dei tempi, distanziamento sociale e clausura degli animi. Un motivo ideale determinante è stato il movimento di necessaria e naturale continuità con il progetto editoriale “tesotico”. Il “Quinto libello” riprende il progetto ma, contemporaneamente è un nuovo debutto.

Quanto è stato difficile portarlo a termine?

Le difficoltà riscontrate sono state tanto intrinseche, quanto estrinseche. Ho dovuto passare, pure, attraverso un periodo critico, di personale e vitale sofferenza, a cui ho avuto necessità di dedicare tempo creativo d’elaborazione. E poi, come progetto editoriale, il libro è stato portato a termine nel momento estremo, che stiamo vivendo, caratterizzato dalla pandemia, con tutti i condizionamenti d’ordine sociale e operativo.

Quali progetti per il futuro?

Di certo, in ambito poetico, vorrò dare continuità al progetto “tesotico” con il “Sesto libello” ma, nell’immediato e per un certo periodo, sarò concentrato sulla divulgazione e promozione del “Quinto libello ”. Spero, poi, di giungere a pubblicare una raccolta di liriche, che danno corpo ad una poesia meno soggettiva e più narrativa, più inserita nel contesto d’avvenimento e riflesso storico e sociale: sono i componimenti che fanno capo al progetto di “Matelquick il folletto”.

Cosa vuole trasmettere la copertina? Elementi ispirativi e determinanti della mia azione poetica, insiti nella multifocalità tematica naturale di una raccolta personale di liriche: tempo, affetti, sentimenti, natura, stati d’animo, introspezione e pensiero. La mia primissima lirica, nel lontano 1980, durante i miei studi classici, è dedicata al pensiero, immaginato come ente divino, soave ed errante. Nasco come poeta introspettivo, ma poi la poesia mi rapisce con tutte e in tutte le sue possibilità espressive

Dtt.ssa Lella Battiato Majorana

Dtt.ssa Lella Battiato Majorana