Cracking cancer Forum 2023: Report dell’evento di Palermo, enfasi sul collegamento ospedale-territorio
di Angela Ganci, psicologo psicoterapeuta, giornalista e scrittrice
Si è concluso lo scorso 5 Maggio 2023 a Palermo, presso la sede del San Paolo Palace hotel,
il Cracking Cancer Forum, uno dei più importanti e innovativi eventi dedicati alla sanità in ambito oncologico, giunto, quest’anno, alla sua quinta edizione, la prima edizione Speciale Sicilia. Un’edizione voluta fortemente per sfatare i miti legati alla cattiva gestione della sanità siciliana, che demonizzano la realtà isolana, sempre proponendo un inedito dialogo tra clinici, pazienti, organizzazioni, istituzioni, reti oncologiche, università, media, mondo della riabilitazione e della comunicazione, come rende noto Lorella Bertoglio, giornalista scientifica e moderatrice dell’evento palermitano. Obiettivo del Forum quello di favorire un nuovo approccio sociale al cancro, alle terapie, ai bisogni, alla presa in carico civile delle problematiche vissute nella quotidianità dei pazienti, il tutto utilizzando come “riferimento ideale” il Manifesto Curare tutti, tutti insieme che era già stato condiviso con il Presidente Sergio Mattarella. Il Forum 2023 – che si è tenuto quest’anno, come detto, nel capoluogo siciliano – ha offerto nuove prospettive a tutti gli operatori di salute e di oncologia, proponendo nel contempo un inedito ed ampio approfondimento sulla sanità siciliana, ponendo al centro della riflessione l’attualità e le prospettive della Rete Oncologica Siciliana.
Il presente articolo riporta i contenuti emersi durante la giornata del 4 Maggio 2023, accreditata ECM, il cui razionale è riportato nella locandina allegata al presente articolo.
Maggiori dettagli su relatori e contenuti della sessione ECM possono essere tratti consultando la medesima locandina allegata.
Durante la giornata di studio del 4 Maggio è stata posta una specifica enfasi sul tempo della cura, sulla necessità di curare il paziente il più possibile vicino casa, per evitare il cosiddetto time burden, che coinvolge la famiglia, ovvero il tempo speso per raggiungere l’ospedale, con consumo notevole di anidride carbonica.
Ulteriore puntualizzazione sulle modalità di diagnosi di cancro nella regione Piemonte, con il 73 per cento dei pazienti diagnosticati per accesso in ospedale con sintomi, e sulla difficoltà di rientrare al lavoro per una sfiducia da parte del datore di lavoro, almeno nella realtà statunitense.
Problemi, ma anche servizi di eccellenza, con l’istituzione in Piemonte del CAS, Centro Accoglienza e Servizi, dove esiste di norma lo psico-oncologo che offre registrazione e monitoraggio del paziente e attenzione ai bisogni psicologici del malato, e del Progetto Protezione Famiglie fragili, attivo quando il marito, per esempio lascia la moglie che si ammala o è un minore a essere sintomatico. In questi casi ti chiedi infatti sovente, Ma chi è il sano e chi il malato?
È importante, in aggiunta, sottolineano a coro i relatori, parlare con i medici di medicina generale, considerandoli come alleati e non antagonisti, e considerare che essi non sempre conoscono l’esistenza della rete oncologica. In più il medico di medicina generale deve stimolare il controllo da parte di soggetti che hanno già parenti con diagnosi di cancro.
Tra le sfide dichiarate quella di garantire la continuità ospedale-territorio e favorire la coordinazione con la terapia del dolore perché i pazienti hanno “molto dolore”. Ancora quella di combattere il tallone d’Achille del finanziamento della sanità perché, per esempio, un medico di medicina generale ha bisogno di collaboratori e quindi dei relativi fondi per garantirne la continuità.
Degna di nota la parola delle associazioni dei pazienti che ha acceso un faro sulla formazione dei caregivers, puntualizzando la questione dei costi out of pocket tra cui trasporti e abitazione legata a distanza per chi deve prendere casa per la lontananza dell’ospedale dalla propria residenza. Interessante la disamina delle cosiddette 4 A, aspettativa, accessibilità, affidabilità e ansia e del concetto del bisogno di tempo per l’ascolto e la relazione con il paziente e della presenza di infermiere a domicilio formate in oncologia. Un accenno conclusivo alla telemedicina, a cui bisogna abituarsi, poiché esiste ancora forte il bisogno di presidi fisici e incontri diretti con le figure sanitarie.
Le Reti oncologiche, in definitiva, chiamate a soddisfare i bisogni dei pazienti, anche per quanto riguarda l’indagine genetica. Bisogni a cui rispondere attraverso una maggiore attenzione alla ricerca poiché il cancro “non si sconfigge solo con l’intelligenza artificiale e la profilazione genomica, ma serve una meticolosa e diffusa prevenzione”, come emerso nettamente nel corso del dibattito sul tema dell’oncologia mutazionale, che ha chiuso la sessione pomeridiana ECM, per un dibattito denso di tematiche complesse e un fitto confronto interdisciplinare che ha contraddistinto l’evento siciliano.