Celebrazione del 50° della morte del Prof. Vito Romano al Priorato di Sant’Andrea di Piazza Armerina

Vinicio Romano

Il 28 novembre, presso il Gran Priorato di Sant’Andrea di Piazza
Armerina, si è svolta da commemorazione del Prof. Vito Romano
nel cinquantesimo della morte.
Vito Romano, nato a S. Agata li Battiati nel 1915, iniziò a
insegnare latino e greco nell’anno scolastico 1947/48 al ginnasio-
liceo di Piazza Armerina. Nel 1972/73 divenne preside
incaricato, poi di ruolo, del liceo classico scientifico, pochi mesi
prima di spegnersi a Bologna. Nel 1901 il liceo scientifico venne
intitolato a suo nome.
Intorno agli anni Cinquanta, assieme ai fratelli Urzì, ideò il
“Palio dei Normanni” (rievocazione della liberazione della città
da parte del conte Ruggero il Normanno). In qualità di Ispettore
Onorario alle Antichità; negli anni Sessanta collaborò con la
Sovrintendenza di Siracusa, guidata dal Prof. Bernabò Brea poi
da Gino Vinicio Gentili, agli scavi della Villa Romana del
Casale.
Notevole il suo impegno, verso le Sovrintendenze di Siracusa
Catania e Agrigento, a favore della valorizzazione del patrimonio
archeologico del territorio (scavi a Montagna di Marzo-
Ramusura, Monte Bubboni a e Philosophiana martoriate dagli
scavatori clandestini) e del patrimonio artistico delle chiese (ad
esempio S. Maria di Gesù, San Pietro, il Gran Priorato di
Sant’Andrea, la chiesa del Carmine, di S. Anna).

Moltissimi suoi appelli accorati per la tutela, conservazione e
restauro delle pregevoli opere pittoriche. Collaborò alla stesura
delle prime guide turistiche sulle bellezze di Sicilia. Forse aveva
maturato l’idea di dare corpo, come ogni studioso di rango, alla
propria conoscenza e passione quando il 29 novembre 1973 si
spegneva all’Ospedale di Bologna.
La funzione religiosa è stata concelebrata da Mons. Nino Rivoli,
Vicario della Diocesi di Piazza Armerina e da Mons. Antonino
Scarcione.
Nell’omelia Mons. Rivoli ha citato la figura del prof. Romano
attraverso gli occhi e le parole della moglie “ma quanto era bello
il mio Vito!”: uomo speciale, grande, con debolezze certamente,
amante della cultura e dell’insegnamento, mai avido di plauso o
consenso, innamorato della vita. “Un uomo, chiosa Mons. Rivoli,
che univa bellezza estetica e bellezza antica, racchiusa nel
concetto Kalòs kai Agathòs ad indicare l’identità tra bello e
buono, esteticamente e moralmente, e la bellezza connessa al
comportamento morale dell’uomo buono (agathòs)”.
L’esistenza di Vito Romano, conclude Mons. Rivoli, era colma
di cose belle e buone: un Ánghelos, “messaggero e custode di
conoscenze e sapere” nel solco della tradizione greco-cristiana.
Erano presenti il Sindaco di Piazza Armerina, Avv. Antonino
Cammarata, la Dirigente Scolastica IIS “Majorana-Cascino”,
prof.ssa Lidia Di Gangi e il Direttore del Gruppo Archeologico
“L. Villari” dott. Roberto Scollo, che hanno ricordato la figura e
l’impegno di Vito Romano per la Città di Piazza Armerina.
Il Sindaco, nel portare il saluto personale e dei concittadini, ha
evidenziato la riconoscenza per l’impegno professionale e la
passione volta alla valorizzazione del patrimonio artistico e
archeologico del territorio armerino.

La Dirigente Scolastica IIS “Majorana-Cascino”, ha ricordato
l’intitolazione del Liceo Scientifico “Vito Romano” del 1981,
interpretando la riconoscenza dei cittadini, grazie al fattivo e
amichevole interessamento del Preside Mario Trebastoni.
Di Gangi ha delineato, pur non avendolo conosciuto, la figura
possente e autorevole dell’insegnate sottolineandone il dono della
parola che affascinava e sollecitava alla comprensione della
cultura classica nella sua significazione universale; il senso di
abnegazione e il lavoro intellettuale, accanto all’entusiasmo e alla
calma paterna nel dialogo con gli studenti; l’abilità di trovare la
parola adatta a chiarire dubbi e togliere inquietudini.
Concludendo, ha espresso rammarico per il breve periodo di
presidenza del Liceo Classico e Scientifico, solo per pochi mesi
prima della morte.
Il Direttore del Gruppo Archeologico “L. Villari” dott. Roberto
Scollo, ha ricordato l’impegno di Romano come Ispettore
Onorario alle Antichità, nella cui veste riportò il plauso dei vari
Soprintendenti alle Antichità di Siracusa e Agrigento, per essersi
battuto per la salvaguardia dell’ingente patrimonio archeologico
di Ramursura e Monte Navone, di Montagna di Marzo, di Monte
Bubbonia allora come adesso martoriate dagli scavatori
clandestini. Ebbe il privilegio di condurre brevi campagne di
scavo a Montagna di Marzo (1965-66) riportando alla luce
pregevole materiale funerario, consegnato alle Soprintendenze di
turno, in attesa dell’agognato Museo Archeologico della Città.
Pur non essendo archeologo, ha commentato Scollo, Romano
riusciva a stare al fianco degli archeologi che portarono alla luce
le meraviglie della Villa Romana Imperiale, assurta agli onori
della cultura classica e del turismo al pari della Valle dei Templi
di Agrigento. Moltissime furono le personalità e autorità a cui
Romano illustrò le bellezze della dimora e dei Mosaici del
Casale.

Intorno agli anni cinquanta, allo scopo di dare lustro alla Città
anche dal punto di vista economico e turistico, curò i contenuti
storici della rievocazione legata alla liberazione della Città da
parte del Conte Ruggero che prese il nome di Palio dei
Normanni, ideata assieme ai proff. Francesco e Angelo Urzì
curatori degli aspetti logistici.
Moltissimi furono i suoi appelli accorati e le relazioni illustrative
rivolte ai Politici locali e Regionali a tutela del notevole
patrimonio artistico delle Chiese (S. Maria di Gesù, San Pietro, il
Gran Priorato di Sant’Andrea per esempio) che necessitavano di
studi, restauri e valorizzazione. Collaborò con “L’Idea Nostra” e
alla stesura delle prime guide turistiche della Sicilia. Aveva
maturato l’idea di ogni studioso di dare corpo scritto alla propria
conoscenza e passione ma il 28 novembre del 1973 si spense
presso un Ospedale di Bologna.
Infine, all’invito di Mons. Scarcione rivolto ai presenti a lasciare
un ricordo e un commento, non sono mancati gli studenti, ormai
attempati, del professore Romano che hanno ricordato le
appassionanti lezioni di Letteratura greca e latina e forse il suono
dei versi metrici declamati in greco antico o in latino classico. È
stato letto un toccante ricordo della poetessa Lucia Todaro sua
ex alunna.
La cerimonia è stata accompagnata dalle note di chitarra e violino
di due alunni del Liceo Scientifico “Vito Romano” e si è
conclusa con un pensiero di Lorenzo Zaccone tratto da “Tra
filari di viti” (1998) rivolto al ricordo: “Reclinò il capo e si
confuse nell’eternità: come certe nuvolette sfrangiate di prima
sera che, in breve, dalla gloria del rosso occiduo declinano verso
il grigio più anonimo e si annullano nel buio della notte.”

L’ evento è stato accompagnato dalle note di chitarra e violino di
due alunni del Liceo Scientifico “Vito Romano” e si è chiuso con
un pensiero di Lorenzo Zaccone tratto da “Tra filari di viti”
(1998) rivolto al ricordo: “Reclinò il capo e si confuse
nell’eternità: come certe nuvolette sfrangiate di prima sera che, in
breve, dalla gloria del rosso occiduo declinano verso il grigio più
anonimo e si annullano nel buio della notte”.

redazione@thevoicekw.com

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