Irene Donatella Aprile – Soprintendente ai Beni Culturali e Ambientali di Catania: “La scuola diventa museo”. Scuola protagonista, che si trasforma, per un momento in Museo, in quanto per la prima volta 55 reperti archeologici scelti tra gli oltre 200 facenti parte di una raccolta privata sono stati messi a disposizione dalla Soprintendenza di Catania.

Reperti archeologici custoditi nei magazzini della Soprintendenza di Catania ora saranno in esposizione per la prima volta.

Nel link alcuni dei reperti che verranno mostrati per la prima volta https://wetransfer.com/downloads/7f57deeae3a84597ba236376a5e4bc6120240426133748/bea57ed71b0a872d8a76866d54183f2a20240426133813/5b579b

Dai magazzini della Soprintendenza di Catania alle aule del liceo de Sanctis di PaternòRosario Santanastasio  – Presidente Nazionale Archeoclub D’Italia: “Restituiamo alle nuove generazioni, ai possibili fruitori un patrimonio che sembrava perduto”. Al via la mostra-esperimento dell’Archeoclub d’Italia Ibla Major Memorie ritrovate: il primo percorso interculturale siciliano di legalità archeologica. Lunedì 29 Aprile – ore 11 –  Liceo  liceo statale “Francesco de Sanctis” in via Fogazzaro 18 a Paternò”.

Francesco Finocchiaro – Consigliere Nazionale di Archeoclub D’Italia: “E’ l’archeologia che va verso i giovani. E’ un esperimento nazionale, il cui precedente è stato solo al Tasso di Roma. A Paternò verranno esposti, per la prima volta in assoluto, ben 55 reperti archeologici. E sono reperti di grande valore dei quali racconteremo la storia. Reperti del 560 a. C. Ma anche del IV a.C. e persino del VIII sec. a.C. e sono principalmente ceramiche, coroplastiche, monili. Saranno gli archeologi a descrivere ai giovani studenti, ai genitori, ai docenti e a narrare la storia e a spiegarne l’uso”.

E’ un evento importante e di rilevante interesse didattico culturale che vede la Scuola protagonista, che si trasforma, per un momento in Museo, in quanto per la prima volta 55 reperti archeologici scelti tra gli oltre 200 facenti parte di una raccolta privata sono stati messi a disposizione dalla Soprintendenza di Catania per essere presentati nel percorso espositivo allestito all’interno del Liceo.  Lo ha annunciato Irene Donatella Aprile, Soprintendente ai Beni Culturali e Ambientali di Catania. Lunedì 29 Aprile, per la prima volta in assoluto, verranno mostrati 55 reperti archeologici risalenti al VI – VII secolo a.C. e per questa esposizione, sarà una scuola a trasformarsi in Museo. E’ l’archeologia che va in mezzo ai giovani.

Un patrimonio archeologico che sembrava perduto, ora invece sarà in esposizione per la prima volta!

“Come Archeoclub D’Italia, siamo orgogliosi di questo lavoro, di restituzione alla comunità scolastica  – ha affermato Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia – e quindi ai possibili fruitori come i docenti, i genitori, gli stessi studenti e i cittadini di un patrimonio che sembrava perduto. Cogliamo il senso del progetto e la sua ricaduta sul piano culturale, didattico, educativo e turistico; ne cogliamo il valore e la portata in ambito regionale e nazionale”. Parte da Paternò il progetto Memorie ritrovate con in esposizione il patrimonio archeologico restituito alla comunità, a tutta la società.

Parte da Paternò una rivoluzione nel segno della cooperazione culturale. Si chiama Memorie ritrovate ed è una mostra unica nel suo genere perché porta per la prima volta in una scuola siciliana – luogo simbolo di educazione e crescita culturale – i beni archeologici restituiti alla Soprintendenza di Catania nel 2019 grazie all’Archeoclub d’Italia e conservati nei suoi depositi – ha annunciato Francesco Finocchiaro Consigliere Nazionale dell’Archeoclub D’Italia –  frutto di un ritrovamento casuale. Il progetto è primo in Italia insieme al Liceo Tasso di Roma.

L’ inaugurazione avverrà  lunedì 29 aprile alle ore 11.00 nell’aula magna del liceo statale “Francesco de Sanctis” in via Fogazzaro 18 a Paternò.

La scuola diventa museo dell’identità culturale.

“La scuola, dunque anche come memoria dell’identità culturale e anche museo del patrimonio culturale. Sarà, infatti, il patrimonio appartenente alla nostra storia ad andare verso i ragazzi e non viceversa.

E’ stato infatti grazie a un lavoro sinergico tra la Soprintendenza ai Beni culturali di Catania e l’associazione Archeoclub d’Italia con la sua sede di Ibla Major di Paternò, che si è giunti all’esposizione tra le aule del liceo statale De Sanctis di Paternò. Un lavoro condotto dai soci dell’associazione – ha continuato Fionocchiaro – gli avvocati Paolo Di Caro e Carmelo Tirenna, insieme al funzionario della sezione archeologica dottoressa Michela Ursino. Scopo primario dell’operazione è quello direstituire al territorio, e dunque alla collettività, il patrimonio disseminato nelle tante raccolte private o nei depositi dei musei evidenziando la necessità di rendere fruibili questi beni e continuare a sostenere il lavoro delle forze dell’ordine, impegnate ogni giorno nella lotta contro i ladri di memoria”. 

Tutto parte dalla Carta di Catania, innovazione normativa, oggi esportata a livello nazionale e grazie alla quale le Soprintendenze stanno iniziando a far conoscere un patrimonio archeologico mai esposto! 

L’evento, primo in Sicilia, è stato reso possibile grazie all’opera della Regione Sicilia che ha messo in atto la Carta di Catania, una innovazione normativa, oggi esportata a livello nazionale, che permette ai reperti trafugati e recuperati di uscir fuori dai depositi ed essere esposti al pubblico e, in particolare a Paternò, in una scuola.

E’ infatti il liceo “Francesco De Sanctis” la cornice della mostra sostenuta con entusiasmo dalla dirigente scolastica prof.ssa Santa Di Mauro la quale ha creduto e appoggiato il progetto che prevede azioni didattiche all’interno del Laboratorio per la comunicazione e la documentazione digitale con azioni  mirate all’inclusione. Un progetto reso possibile grazie al lavoro del presidente della sezione Ibla Major dell’Archeoclub d’Italia, l’architetto Angelo Perri – ha concluso Francesco Finocchiaro –  e di tutto il direttivo, in particolare l’archeologa Letizia Blanco che ha curato la didattica a scuola e Ornella Palmisciano per la grafica. Determinante il lavoro svolto da Irene Donatella Aprile, soprintendente dei beni culturali di Catania. All’archeologa Rosalba Panvini, docente accademica e già soprintendente regionale e direttrice museale, è stata affidata la direzione scientifica dell’operazione culturale.

Il progetto è stato finanziato dall’Ars e dall’assessorato regionale ai Beni culturali e all’identità siciliana, con il patrocinio della Fondazione Federico II e dell’Archeolcub d’Italia. La mostra sarà visitabile dal 29 aprile al 31 maggio 2024”.

redazione@thevoicekw.com

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