Nuovo meccanismo molecolare dell’Alzheimer, grazie ad una ricerca Italiana 

Si tratta di un enzima fondamentale per il corretto funzionamento delle sinapsi. Viene inibito dalla proteina beta-amiloide, e in questo modo potrebbe causare i problemi di memoria e i deficit cognitivi caratteristici della malattia. https://www.today.it/scienze/ricerca-italiana-identifica-nuovo-meccanismo-alzheimer.html

Una ricerca tutta italiana indica un nuovo, possibile, meccanismo molecolare che potrebbe causare i disturbi cognitivi e la perdita di memoria caratteristici dell’Alzheimer e di altre forme di demenza. Lo studio, condotto dai ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’Ircs San Raffaele Roma e del Cnr,  rivela il ruolo svolto dall’enzima DNA-Pkcs nel rendere stabile una proteina responsabile del corretto funzionamento delle sinapsi del nostro cervello, e i meccanismi con cui le placche beta-amiloidi (ritenuta da molti l’agente causale dell’Alzheimer) ne inibiscono l’azione. I risultati, pubblicati su EMBO Reports, potrebbero aprire la strada allo sviluppo di nuove terapie e strumenti di diagnosi precoce della malattia. 

DNA-PKcs è una proteina chinasi coinvolta nei meccanismi di riparazione del DNA. Nel cervello è presente all’interno delle sinapsi, il punto in cui i neuroni entrano in contatto e scambiano informazioni tra loro. È noto che nell’uomo questo enzima svolge una funzione critica per lo sviluppo del cervello, e che una sua alterazione funzionale è causa di deficit neurologici come microcefalia ed epilessia. 

Per questo motivo, gli autori del nuovo studio hanno deciso di studiare più a fondo il ruolo che svolge DNA-Pkcs all’interno delle sinapsi. I loro esperimenti hanno dimostrato che è responsabile delle fosforilazione della proteina PSD-95, molecola responsabile dell’organizzazione delle sinapsi e della corretta trasmissione dei segnali neurali al loro interno, che attraverso questa modifica chimica viene resa stabile e non suscettibile di degradazione. 

La mancata riparazione dei danni al Dna che deriva dall’inibizione di DNA-PKcs potrebbe quindi essere implicata nella morte dei neuroni osservata in diverse malattie neurodegenerative, tra cui l’Alzheimer. E infatti, la diminuzione dei livelli di questo enzima è stato osservata in passato nei cervelli di pazienti con Alzheimer. In uno studio del 2016, inoltre, gli autori della nuova ricerca avevano già dimostrato che la proteina beta-amiloide, tra i principali indiziati come possibile causa primaria dell’Alzheimer, è in grado di inibire l’attività di DNA-Pkcs. 

“Pertanto, questo studio propone un nuovo scenario in cui nella malattia di Alzheimer, ma non solo, la ridotta attività enzimatica della DNA-PKcs, mediata dall’accumulo di beta-amiloide, provoca la riduzione dei livelli di PSD-95 nelle sinapsi dovuta alla sua mancata fosforilazione, e di conseguenza la disfunzione delle sinapsi. Che è alla base della perdita di memoria”, spiega Daniela Merlo, Dirigente di Ricerca del Dipartimento di Neuroscienze e Direttrice della Struttura Interdipartimentale sulle Demenze dell’Istituto Superiore di Sanità e coordinatrice dello studio. “La mancata fosforilazione di PSD-95 nelle patologie neurodegenerative caratterizzate da deficit cognitivo potrebbe rappresentare un nuovo biomarcatore per la diagnosi precoce e per il monitoraggio nel tempo della malattia”.

Quelli scoperti nello studio sono inoltre meccanismi molecolari che possono essere modificati farmacologicamente. E potrebbero quindi diventare in futuro il bersaglio di nuove terapie volte a rallentare, o bloccare, i danni cerebrali che causano l’Alzheimer e altre forme di demenza. 

redazione@thevoicekw.com

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