“Gran Bolero”: a Scenario Pubblico la rivisitazione della celeberrima partitura di Ravel per la coreografia di Jesùs Rubio Gamo.

foto Elena Jankovic, Andrea Lanut

“Gran Bolero è una grande opportunità per ricordare che ci fu un
giorno in cui decidemmo che la danza e la musica ci avrebbero
salvato da tutto il resto”. Così il coreografo spagnolo Jesús
Rubio Gamo riassume lo spirito della sua pluripremiata
creazione costruita sulla rivisitazione della celeberrima partitura
di Maurice Ravel in programma a Scenario Pubblico.
Prosegue così il cartellone della stagione di Scenario Pubblico
“Hi!”, impaginato dal direttore artistico Roberto Zappalà in
doppia lettura: il saluto anglosassone suona come cordiale invito
al pubblico; d’altra parte è l’acronimo di Human Intelligence che
Zappalà evoca a fronte di quella artificiale, per esortare a fare di
quest’ultima un uso consapevole. Se l’AI è preziosa risorsa,
prioritario è infatti continuare a dare spazio e valore
all’intelligenza umana, che postula un’imprescindibile interazione
tra mente e corpo.
Da qui discende l’urgenza di vivere in presenza ed empatia i
rapporti interpersonali, a livello individuale e collettivo. Tra le
occasioni più pregnanti di socializzazione rientra certamente la
scelta di assistere alle performance dal vivo: eventi che
avvengono in gran parte in quelli che sono per definizione luoghi
di incontro e dialogo. In particolare, nella danza, la potente
corporeità che emana dal palcoscenico raggiunge lo spettatore.
Gran Bolero è appunto corpo e tempo. In questa coreografia, sei
danzatori della compagnia En Knap provenienti dalla Slovenia e
sei ballerini della Zagreb Dance Company dalla Croazia si
uniscono per rivisitare una partitura musicale composta da Ravel

nel 1928 come trascrizione orchestrale di una danza tradizionale
spagnola. Boléro è una composizione classica che è tutto fuorché
classica.
Boléro di Ravel, basato sulle danze tradizionali spagnole
omonime del XVIII secolo, compone due temi ripetuti che
diventano sempre più incalzanti ed esaltanti man mano che il
pezzo procede. Tutta l’orchestra, tutti gli strumenti in sincrono
per un grande crescendo in Do maggiore. Jesús ha creato la sua
coreografia quando lui stesso era in una situazione di stallo:
“Tutto era difficile e non sapevo cosa fare. Un giorno ho
ascoltato il Boléro di Ravel. È come un impulso, che va avanti.
Mi sono lasciato trasportare. La musica e la danza possono
salvarti dalla solitudine. La danza ti dà speranza, la musica ti
porta a tempi migliori”.
“Gran Bolero” è un pezzo intenso. Un’ode alla speranza e alla
danza stessa. La leggerezza combatte con la gravità sulla linea
molto sottile tra piacere e stanchezza. Sulle orme della musica,
Jesús richiama anche la danza tradizionale spagnola, le tracce di
una memoria collettiva, un passato su cui si costruisce il presente.
È una danza per celebrare il tempo e lo spazio che condividiamo,
un’orchestrazione di gruppi, di relazioni tra gruppi e in un
gruppo, di ripetizioni che creano un crescendo, perché la
comunità emerga proprio nella tensione di quel “ancora!”, di
quella persistenza, di quell’esaurimento che non si esaurisce mai.
Jesús Rubio Gamo è un ballerino e coreografo indipendente con
sede a Madrid. Il suo lavoro è stato presentato in festival
nazionali e internazionali. Nel 2020 la Radio Nazionale Spagnola
gli ha conferito il Premio Ojo Crítico nella danza. Inoltre Gran
Bolero ha ricevuto il Premio MAX come migliore produzione di
danza nel 2020. Il suo lavoro è stato presentato nei più importanti
festival di Parigi, Londra, Atene, Roma.

redazione@thevoicekw.com

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