Prima del Teatro Massimo Bellini 2025, overdose di applausi per “Norma” di Vincenzo Bellini “.
Celebriamo il genius loci nel 190° della morte” sottolinea il sovrintendente Giovanni Cultrera di Montesano.
Catania capitale della lirica tra presenze istituzionali: il
vicepremier Antonio Tajani, il sen. Maurizio Gasparri,
l’eurodeputato Marco Falcone, il presidente dell’Ars Gaetano
Galvagno.

Fotografie di: Giacomo Orlando.
Un’apertura di stagione con il titolo belliniano che rappresenta
l’occasione per evidenziare l’immensa eredità artistica e morale
di Vincenzo Bellini.
Un cast di eccellenza che vede sul podio Leonardo Sini, regia,
scene e costumi di Hugo De Ana. Nel ruolo del titolo si
alternano i soprani Irina Lungu e Carmela Remigio. Orchestra
e coro del Teatro Massimo “Bellini”.
Potente, ribadisce Cultrera, è il monito alla rappacificazione che
attraversa uno dei capolavori più iconici della storia del
melodramma.
Inaugurazione “Norma” 2025 in una festa di musica e vip, fra
eleganza e folla di ospiti.
Arriva da Hammamet per l’omaggio al Cigno, accolto dal
sindaco Trantino e dal soprintendente Cultrera il vicepremier
Antonio Tajani.
Con lui il sen. Maurizio Gasparri, che sottolinea “Bellini è un
orgoglio non solo catanese ma italiano”.
L’eurodeputato di Forza Italia Marco Falcone “La presenza del
vicepremier di FI è un segnale di attenzione da parte del Governo
verso la Sicilia e Catania, e siamo tutti al servizio del territorio”.
Tra gli ospiti istituzionali il presidente del Ars Gaetano
Galvagno “Il Bellini è un teatro protagonista nel panorama
nazionale”, la prefetta Maria Librizzi “Un evento significativo,
il Bellini è il nostro gioiello, un simbolo della cultura”.
Il sovrintendente Cultrera soddisfatto per il successo di questa
meravigliosa e prestigiosa serata organizzata in tutti i particolari
evidenzia “Bellini è di Catania e di tutto il mondo. la sua forza è
la pace”.
Il sindaco Trantino “Una magnifica serata di musica con la
presenza istituzionale del vicepremier e con tanti ospiti. Una
ulteriore testimonianza del risveglio della città”.
Nel magico foyer bellissime signore in pizzo nero con brillanti di
fattura storica, la moglie del sovrintendente Lisa Majorana,
Simonetta Cheli, la signora dei satelliti, l’assessore comunale
Massimo Pesce con la moglie Vera, il Prof. Giacomo Pace
Gravina e signora.
Tutte eleganti e raffinate che hanno dato un tocco di sofisticata
signorilità, finezza e internazionalità.
Un auspicio che si fa preghiera nell’ultimo verso della sublime
“Casta Diva”, un’invocazione alla luna alla quale la protagonista
chiede “Spargi in terra quella pace che regnar tu fai nel ciel”.
Oggi più che mai assume immenso significato essere consapevoli
del valore universale di quest’aria immortale, che risuona da
quasi due secoli in ogni angolo del mondo. Non più soltanto nei
teatri, nella sale da concerto, nei salotti musicali, ma nelle cuffie
degli appassionati e nei più vari dispositivi audiovisivi.
L’umanità che ascolta “Casta diva” è la stessa che ripudia la
guerra.»
Un ricco cartellone, da Mozart a Puccini, Donizetti, Verdi e due
balletti: il moderno Otello 2.0 e il classico Lo Schiaccianoci.
Il Teatro Massimo Bellini ripropone sempre con massima cura
questo capolavoro senza tempo, lo stesso prescelto nel maggio
1880 per il battesimo della monumentale fabbrica concepita
dall’architetto Carlo Sada. Basti ricordare le edizioni interpretate
nel 1950 e nel 1951 dalla divina Maria Callas.
L’opera, rappresentata per la prima volta al Teatro alla Scala di
Milano il 26 dicembre 1831, è considerata una delle più alte
espressioni del repertorio belcantistico e un emblema dello stile
di Bellini. La trama originale, ambientata nella Gallia occupata
dai Romani, ruota attorno al dramma della sacerdotessa dei
Druidi, Norma, combattuta tra l’amore proibito per il proconsole
Pollione e il risentimento per il condottiero che si è innamorato
della più giovane vestale Adalgisa, mentre monta in lei il
conflitto tra dovere religioso e sentimenti personali.
La musica di Bellini, celebrata per le sue melodie lunghe e
cantabili, offre come sempre momenti di elevata bellezza,
Come Pollione si esibiscono i tenori Antonio Poli e Ivan Magrì,
nelle vesti di Adalgisa, apprezzata e applaudita lungamente il
soprano Elisa Balbo e il mezzosoprano giapponese Aya
Wakizono. Nel personaggio di Oroveso si daranno il cambio il
basso Carlo Lepore e il basso-baritono Alessio Cacciamani. E
ancora, nel ruolo di Flavio i tenori Marco Puggioni e Blagoj
Nacoski, in quello di Clotilde i soprani Anna Malavasi e
Sabrina Messina.
Questa tragedia lirica in due atti spicca altresì per i versi di Felice
Romani, il principale librettista della sua epoca, che aveva stretto
con il Catanese un proficuo sodalizio. Insieme scelsero come
fonte letteraria d’oltralpe la tragedia Norma, ou l’infanticide di
Alexandre Soumet, un plot a sua volta configurato sul mito di
Medea. Ma per la “sua” Norma, come anticipato, Bellini impose
al drammaturgo genovese cambiamenti radicali, ripudiando
l’infanticidio a favore di una prospettiva intrisa di profonda
umanità.
E con Norma, vero simbolo di perfezione artistica, il Teatro
Massimo Bellini non solo celebra il genio di Vincenzo Bellini,
ma riafferma il proprio ruolo centrale tra le istituzioni del
panorama culturale. Una missione artistica e civile nel segno del
Cigno di Catania.




