“Operazione rimpatrio”, con Agostino Zumbo, regia di Francesca Ferro

Serata speciale a Scenario Pubblico in scena “Operazione rimpatrio”, efficace testo scritto da Guglielmo Ferro

Vivo successo e lunga ovazione finale per la regia di Francesca Ferro

Lella Battiato

La stagione 2016/2017 del Teatro Mobile di Catania” volge al termine, presso “Scenario Pubblico” mettendo in scena la commedia “Operazione Rimpatrio”, con la regia di Francesca Ferro.

Ha tutte le carte in regola e ha conquistato il pubblico con vivo successo e lunga ovazione finale il nuovo testo di Guglielmo Ferro che lascia il segno anche per la superba prova degli interpreti e l’innovativa concezione registica e scenica, mirata ad esaltare un dramma di grande attualità, che punta il dito contro la spregiudicatezza e l’indifferenza umana; un intreccio intrigante che si snoda su uno sfondo vintage e un indimenticabile e avvolgente musica che accompagna lo spettacolo.

La commedia prende spunto dai vizi e dalle virtù più tipici e profondi del nostro vivere quotidiano che in questo esodo e ritorno di massa vengono irrimediabilmente a galla. I nativi si ritroveranno a contendersi il lavoro e la casa con coloro che dopo anni ritornano in terra natia, con la difficoltà di condividere spazi vitali che la società moderna mette a disposizione. Teatro civile e la civiltà del teatro parla all’uomo senza retorica, che investe tutta la comunità. Spettacolo in cui i personaggi sono persone sospese nel tempo e la regia sa coniugare la pienezza delle parole, centrando l’attenzione su esse e sulla loro realtà. Affrontando la vita basata sull’attesa. Il destino, altro elemento da non disconoscere, viene disegnato quasi come un punto interrogativo, che forse potrà cambiare la vita dei personaggi; filosofia della fragilità, della precarietà vitale che può avvolgere tutti indistintamente e che li fa muovere in scena. La tragica commedia è costruita intorno alla condizione dell’attesa, inserendo l’umano di connotazione sociale.

“Operazione rimpatrio è una storia tragicomica e surreale che narra di un impossibile ritorno in patria degli emigrati in una Sicilia diventata nazione confederata e contemporaneamente terra promessa. La commedia prende spunto dai vizi e dalle virtù più tipici e profondi del nostro vivere quotidiano – afferma la regista Francesca Ferro – che in questo esodo e ritorno di massa vengono irrimediabilmente a galla, mettendo in evidenza il “diverso” in tutte le sue espressioni, in modo grottesco e al limite del surreale. I nativi si ritroveranno a contendersi un lavoro, una casa con coloro che dopo anni ritornano nella loro terra. L’impossibilità della convivenza non è dovuta tanto alle diversità ma alla difficoltà di condividere spazi sempre meno vitali che questa società mette a disposizione”.

Un cast affiatato che fa emergere le contraddizioni della vicenda svelando dolori e misfatti, un intenso e scavato Agostino Zumbo, una struggente Ileana Rigano, impeto e sentimento partecipato da apportato da Domenico Gennaro, Plinio Milazzo, Mirella Petralia, Renato Zapado, Verdiana Barbagallo, Giuseppe Cosentino, Chiara Esposito, Francesco Fiaschi, Francesco Macaluso, Antonio Marino, Giovanni Maugeri, Flavia Monfrini, Vincenzo Ricca, Rosanna Sapia.

Guidati dall’incisiva regia di Francesca Ferro, nella prodigiosa struttura della pièce convivono allegoria e stringente concretezza, drammi familiari paradigmi dei traumi che travagliano ancora oggi la società postindustriale. Un testo apprezzato che conserva un’attualità costante, con un riferimento molto preciso alla nostra epoca, con qualche nota di cinismo.

Produzione Teatro Mobile di Catania, aiuto regia – Francesco Maria Attardi, consulenza musicale Massimiliano Pace, costumi Giusi Gizzo. Direzione allestimento Arsinoe Delacroix.

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