Il “Wojtyla” contro il femminicidio

Giornata mondiale contro il femminicidio: dal dramma alla rinascita. La violenza che umilia tutti noi

L’Istituto Alberghiero “Karol Wojtyla” di Catania partecipa attivamente con iniziative e attività di informazione

Lella Battiato

 

Il 25 novembre ricorre la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, come voluto nel 1999 dall’ONU, data importante scelta in ricordo del brutale assassinio nel 1960 delle tre sorelle Mirabal, attiviste e considerate esempio di donne rivoluzionarie per l’impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo, dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell’arretratezza e nel caos per oltre trent’anni.

Le sorelle, in visita ai mariti detenuti, furono bloccate da agenti del Servizio di informazione militare, torturate massacrate e poi buttate in un precipizio, ma a bordo della loro auto per simulare un incidente. In tutto il mondo si sono svolte manifestazioni caratterizzate da flash mob, donne vestite di nero e rosso.

A Roma, il palazzo del Campidoglio è stato illuminato di rosso e un gran numero di scarpe vermiglie sono state esposte sui gradini del palazzo e sotto ogni scarpa, simbolo della giornata in quanto rappresenta le donne ed il sangue “la violenza”, c’era un biglietto con il nome di una donna vittima di femminicidio.

Si conta una vittima  ogni due/tre giorni nel mondo, 70% delle donne sono state vittime di violenza fisica di genere nel corso della loro vita, un dato che mette paura: circa 6,7 milioni. In Italia 10 donne vengono uccise ogni mese, e abbiamo dal 2005 i centri antiviolenza e case delle donne, purtroppo in Italia sono pochi, meno del 5%.

In occasione della giornata, Amnesty International invita a firmare tre appelli di solidarietà internazionale con riferimento al legame tra  militarismo e violenza di genere: Siria-Giordania: fermiamo la violenza sessuale nel campo di Zaatari dove  in media ogni mese tre/cinque donne segnalano violenza sessuale. Egitto: I leader politici devono condannare la violenza sessuale, così mentre il mondo si concentra sulla situazione politica in Egitto passa inosservata l’ondata di violenza di genere. Messico: giustizia per Miriam Lopez nel 2011 è stata torturata e violentata da soldati messicani, ancora nessuno è stato condannato per questo crimine.

L’Istituto Alberghiero “Karol Wojtyla” si fa portavoce di quello che accade intorno a noi, vicino a noi: la violenza che umilia tutti noi, i femminicidi, e ha organizzato per sensibilizzare i ragazzi una gamma articolata di eventi, poiché la violenza influisce negativamente sui risultati scolastici delle donne, sulla loro capacità di successo lavorativo e sulla loro vita pubblica.

Il dipartimento scolastico di lettere ha partecipato attivamente, attraverso attività di riflessione e formazione rivolte agli alunni, con una manifestazione conclusiva svolta nell’aula magna di via Lizio Bruno, fortemente voluta dal Dirigente Scolastico Daniela Di Piazza che sottolinea “una nuova prospettiva per puntare sull’attenzione necessaria per una maggiore tutela dei propri diritti, e che al silenzio si sostituisca la condivisione, affinché affrontino i ragazzi con coraggio e nel modo migliore l’argomento, farlo attraversare dalla vita e non dal trauma”. L’evento ha riscosso notevole successo da parte dei ragazzi.

Ha aperto il lavori la prof.ssa Giovanna Muni con un’introduzione flash, apprezzata con la canzone rap in video di Alex Britti “Perché” simbolo musicale di questa violenza, per continuare con una sollecitazione interessante della prof.ssa Patrizia Seminerio sui conflitti da gestire, definizione del femminicidio seguita da slide con un monologo bizzarro e commovente tra gli attori Paola Cortellesi e Claudio Santamaria; sintetico ed esaustivo l’intervento giuridico della prof.ssa Adelaide Vasquez che si è soffermata sul reato di stalking, dall’inglese to stalk fare la posta, la nuova figura introdotta nell’ordinamento italiano del D.L.N. 11/2009, convertito nella L.n. 38/2009, attraverso un esame delle condotte punibili.

All’attenta platea la prof.ssa  Francesca Torrisi ha presentato il lavoro, condiviso con la prof.ssa Carmen Avellino, ed ecco in scena le ragazze della V A Sala Vendita: Giuliana Conti, Antonella Litrico, Michelle Ragusa, Ilenia Sortino, che hanno recitato in modo brillante e coinvolgente quattro monologhi tratti dal testo di Serena Dandini “Ferite a morte”.

Il prof. Sandro Bertoni presenta la situazione mondiale soffermandosi sul Messico “Il confine delle croci” donne seviziate, uccise e buttate nelle fosse. Vengono ricordate: Lucia Annibali, sfregiata con l’acido in un agguato organizzato  dall’ex e adesso si occupa di violenza. Il film racconta la sua storia ed è stato visto da 5 milioni di persone, significa che qualcosa si può fare, le cose cambiano. Vuol dire che quel lato oscuro degli uomini, non solo di quelli che commettono i femminicidi, in qualche modo sta uscendo dal buio.

Come dimenticare Giordana Di Stefano? I ragazzi mostrano che hanno hanno interiorizzato un livello di conoscenza attraverso la costruzione e il racconto di storie e tragedie, per trovare e interrogarsi su possibili vie di uscita e anche sulle norme che possano migliorare il quadro legislativo, e alla fine si va alla realtà concreta presentando su una slide i loro pensieri significativi. La scuola, osserva la docente di diritto  Gabriella Mazzullo si è impegnata con le classi del primo biennio, coinvolgendo gli altri plessi che hanno svolto attività di approfondimento sul tema, attraverso lavori interdisciplinari attuati nei laboratori creativi con la realizzazione di cartelloni e slogan contro la violenza di genere.

Report plessi: viale Tirreno ha svolto attività: visione di film (“Il segreto di Esna”) inerente alla tematica, rivolto alunni classe prima, e successivo dibattito; attività di informazione sulle modalità di prevenzione di eventuali forme di violenza, grazie al prof.  Costa (esperto di difesa personale) e con intervento della prof.ssa Mirabile alle alunne di tutte le classi; discussione e dibattito sulla tematica con la partecipazione dell’avv. Altana e del prof. Aguglia, alunni classi quarte e quinte, a cura della prof.ssa Di Salvo Cristina.

 Via Raccuglia, riferisce la prof. Lidia Montopoli, per la giornata del 25 sono stati affissi nei corridoi manifesti, visionati dagli studenti di tutte le classi, per sensibilizzarli sul problema e la grande maggioranza ha risposto bene partecipando attivamente. Gli alunni del biennio hanno elaborato all’esposizione del problema con verifica da parte dell’insegnante del livello di conoscenza e consapevolezza del “tema”;  video violenza donne e femminicidio (adeguati all’età dell’utenza); lettura in aula di lavori individuali prodotti dagli studenti; lavori di gruppo; Creazione di slogan di informazione/prevenzione; Trascrizione condivisa su “cartellone” dello slogan scelto, fra i tanti, in qualche caso anche corredata da disegni.

Via Anfuso per tutta la settimana gli insegnanti di italiano e diritto, hanno affrontato nelle proprie classi, dal biennio alle classi terminali ,il problema della violenza sulle donne. Sono stati letti brani, il monologo della Littizzetto, Franca Rame e Cortellesi. I ragazzi dell’indirizzo turistico hanno svolto delle ricerche anche sui reportage di Amnesty International sul tema, per tenere viva l’attenzione sul problema.

Segnali intermittenti che la scuola fa diventare continuativi, in una società nella quale questioni come queste sembrano riguardare sempre gli altri. I numeri aiutano a capire e raccontano quello che accade. Storie, tragedie che talvolta, nell’uso improprio degli aggettivi diventano imprevedibili e incomprensibili. Il paradosso è che la società è bipolare: da un alto aumenta la consapevolezza, ma dall’altro cresce l’iperviolenza, e sicuramente sta nascendo una nuova educazione alla reciprocità. E perché, come scriveva Martin Luther King, quello che spaventa “non è la violenza di cattivi ma l’indifferenza dei buoni” {gallery}2017/femminicidio{/gallery}

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