I promessi sposi- Amore e Provvidenza

“I Promessi Sposi – Amore e Provvidenza” commedia musicale, mise en espace di Alessandro Incognito tra emozioni e passioni

Lella Battiato –foto Dino Stornello

 

Apprezzata da una gremita e attenta platea di giovani e intellettuali con lunghi applausi, “I promessi sposi Amore e Provvidenza” commedia musicale è andata in scena al Teatro Ambasciatori, diretta da Alessandro Incognito con la supervisione alla regia Gisella Calì, assistente Daniela Virzì, direzione musicale Lilla Costarelli e coreografie Erika Spagnolo, coordinamento giornalistico Elisa Guccione, è una rappresentazione corale, con l’obiettivo di emozionare in nome dell’arte, mission del palcoscenico ben riuscita. Arrangiamenti e armonizzazioni con sonorità hanno riportato in taluni brani a Carl Orff.

L’attenta regia, con scelte innovative e moderne, ha avvicinato l’immortale testo di Manzoni alle aspettative di un pubblico contemporaneo,  coinvolgendo con un avvicendarsi ininterrotto e, quasi, cinematografico dei quadri narrativi; una scommessa non solo per le tecniche innovative utilizzate per la realizzazione dei costumi creati da Giulia Riga e Shirley Campisi, collaborazione Rosy Bellomia, scenografie Gaetano Tropea  e videomapping Riccardo Guttà, ma una vera sfida economica e culturale in questo periodo in cui il teatro e la cultura in genere sono penalizzati.

“La rappresentazione non presenta nessuna artificiale sovrastruttura, nessun orpello posticcio – continua Gisella Calì – vede come suggerito dalla scrittura manzoniana un avvicendarsi ininterrotto e, quasi, cinematografico dei quadri narrativi, che coinvolgeranno e trascineranno gli spettatori fino alla fine, sena concedere un momento di tregua”. 

Una rappresentazione scenica tra  musical e opera rock che ha affrontato quello che convenzionalmente è considerato il più grande romanzo italiano sotto un’ottica moderna, evidenziando agganci con l’attualità, in una “celebrazione di un mondo pieno di suggestioni storiche, poetiche e umane”.

L’affiatato cast, con 33 performer, tra cantanti, attori e ballerini, ha dato un’ottima interpretazione vitale, molteplice, aggiungendo l’impeto dei loro anni, senza snaturare il linguaggio poetico e fantasticamente teatrale del Manzoni, puntando l’attenzione sull’intenso lavoro interiore e passionale non solo di Renzo, un prestigioso Alessandro Incognito, e Lucia, una docile Maria Cristina Litrico “lagrime di poveri non fanno rumore”, ma su tutti i personaggi principali come il dramma psicologico della monaca di Monza, Grace Previti ricca di sfumature nella voce, o la conversione dell’Innominato, l’istrionico Emanuele Puglia, mettendo in risalto con estrema umanità la fragilità dei protagonisti del romanzo, croce e delizia di milioni di studenti, sottolineando non c’è giustizia la legge non è niente … c’è una legge sopra ogni legge.

Ricca di emozione e trasporto il momento dedicato alla conversione dell’Innominato che tra giochi di luce ed effetti scenici riesce a trasmettere in maniera eccellente il dolore di una vita vissuta all’insegna del male, commovente e coinvolgente la preghiera di Lucia.

L’amore fra i due protagonisti, Renzo Tramaglino e Lucia Mondella, si inserisce in accordo con il testo manzoniano “in un contesto storico e sociale che riprende, immutate, le problematiche dell’essere: dall’Amore al Potere, dalla Giustizia alla Fede”. In questa luce, il finale corale enfatizza “il trionfo della vita nella esplosione della luce del Duomo”, la grande macchina del Duomo di Milano sgomenta il protagonista Renzo che la vede con gli occhi della semplicità. La città diventa il simbolo della speranza, del sogno, della possibilità di una nuova vita, un finale catartico vince la peste e rappresenta il trionfo della vita, suggellando il festoso e concitato finale con protagonisti ballerini e coristi. Particolare cura è stata prestata alla scenografia dello spettacolo che si è strutturata su tre grani palcoscenici rotanti.

L’intera produzione artistica si avvale di professionisti di prestigio tra veterani del teatro l’originale ed esperto Giuseppe Bisicchia nel doppio ruolo di Fra Cristoforo e del Cardinale Borromeo, seguito dall’esilarante Franco Colaiemma in Don Abbondio, Cosimo Coltraro voce fuori campo dell’avvocato Azzecca-Garbugli, Nicola Costa nelle vesti del Griso, Laura Giordani la fedele Perpetua e di giovani talentuose promesse come Carmelo Gerbaro in Don Rodrigo, Antonella Leotta madre della piccola Cristina vittima della peste, Giovanna Manola nelle vesti di Agnese, Bruno Gatto nel ruolo di Egidio, per uno spettacolo dal forte impatto emotivo prodotto da  Poetica Eventi S.r.l., scrivendo un importante pagina teatrale per la storia della nostra città. L’intera produzione artistica si è avvalsa di professionisti di prestigio tra veterani del teatro e giovani, talentuose promesse, che hanno reso lo spettacolo coinvolgente e di forte impatto, con coristi cantanti e ballerini: Licia Bisicchia, Alessandro Caramma, Daniele Caruso, Gabriella Caruso, Luca Costantino, Alba Donsì, Ambra Ferrara, Maria Fiamingo, Ornella Foti, Andrea Grasso, Veronica Monforte, Fausto Monforte, Arianna Occhipinti, Antonio Pisasale, Vincenzo Privitera, Aurelio Rapisarda, Agata Rosignoli, Marta Stimoli, Emanuele Toscano.

“L’imminente debutto – dichiara il regista – è un primo passo verso nuovi ed ambiziosi progetti per dare nuovo ossigeno alla realtà teatrale della nostra terra”. Ed ancora aggiunge: La commedia musicale non tradisce il linguaggio poetico e fantasticamente teatrale del Manzoni, ma lo traduce in chiave ancor più immaginifica, a volte surreale, grottesca e fortemente passionale, puntando l’attenzione sul forte travaglio esistenziale di tutti personaggi principali, dai due protagonisti alla monaca di Monza o all’Innominato, che emergono in tutta la loro modernità risultando così interessanti ed accattivanti anche allo spettatore contemporaneo”.

Il regista tratteggia una commedia musicale amara e anche ironica su potere e marginalità, la pièce non manca di finezze e di frasi curate, a volte anche divertenti, che svelano il messaggio evocativo e di attualità, di attualità tra giustizia, voglia di rabbia e vendetta nel cuore ma non tutto è castigo, vince il perdono.

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