“La vedova allegra”, Cosetta Gigi regista e protagonista

Standing ovation al teatro  Don Bosco per “La vedova allegra” interpretata dalla regina dell’operetta Cosetta Gigli

Lella Battiato

 

È andata in  scena al teatro Don Bosco “La vedova allegra”, operetta molto amata dal pubblico, che da sempre apprezza la trama avvincente, i siparietti esilaranti, i duetti amorosi, gli affascinanti balletti e, soprattutto, la splendida musica di Franz Lehar, che ha ben poco da invidiare alle arie d’opera, tanto che da sempre il termine “operetta” sembra sminuire quello che è un vero e proprio capolavoro, con sold out sfiorato e applausi lunghissimi. Non sembra un caso, quindi, che la Compagnia Teatro d’Arte diretta da Donata Indaco abbia messo in cartellone, per la stagione “Teatro in Allegria”, giunta al quinto lavoro, questo spettacolo diretto e interpretato dalla regina dell’operetta Cosetta Gigli, che indossava costumi lussuosi, un mix di bel canto, comicità, colpi di scena.

Un cast sontuoso che ha conquistato il pubblico, arricchito dalla voce lirica e armoniosa della Gigli con coreografie danzate, mettendo in scena le tante arti del teatro, per raccontare storie e suscitare trepidazioni, per far divertire e commuovere. Di immutato successo dalla prima esecuzione della Vienna 1905, “La vedova allegra” racconta una storia di altri tempi, e di tutti i tempi. Una storia che comincia con  un matrimonio obbligato e si conclude con il vero amore, arricchita da un gioco di equivoci.

Si apre il sipario nell’ambasciata del Pontevedro a Parigi, dove il Barone Zeta (Dante Francesconi) ha ricevuto l’incarico di trovare un marito pontevedrino per Hanna Glawari (Cosetta Gigli) vedova di un ricco banchiere, per evitare che i milioni da lei ereditati lascino la patria, condannandola ad un fatale dissesto finanziario. Il candidato ideale, viene individuato nel conte Danilo Danilowitsch (Massimiliano Costantino), vecchia fiamma di Hanna. Ad aiutare il Barone nelle sue trame c’è il cancelliere Njegus (Giovanni Puglisi) personaggio comicamente pasticcione, ma anche vero deus ex machina della vicenda. Intanto, la giovane moglie del Barone, Valencienne (Carmen Salamone), è corteggiata con costanza da Camille de Rossillon (Marco Pastorelli). Riuscirà il Barone Zeta a portare a termine la sua missione?

A completare l’affiatato cast Gianni Sciuto (Kromov), Francesca Barresi (Olga), Alba La Rosa (Sylviane), Toti Finocchiaro (Cascada), Antonio Parisi (St. Brioche), il corpo di ballo Friends Art Musical diretto da Mario Mannino e Alessia Bella.

È da sottolineare la partecipazione e il calore della platea, oltre che la qualità dello spettacolo che riesce a condurre il pubblico in un mondo in cui tutti sono baroni o visconti, in cui corre lo champagne e i locali notturni sono pieni di donnine allegre. Un mondo in cui ci si mette in frak, si balla il valzer, la politica si fa tra le feste da ballo. Questa operetta, più rappresentata di tutte, è il simbolo del genere stesso, la punta di diamante della “silver age”, tra due secoli. La “Belle Epoque” rivive in questa magnifica serata facendo palpitare i cuori, con la ritrovata gioia di vivere delle sue note e delle sue parole, che riportano l’illusione di una rinascita perenne, anche se di pura finzione, in coerenza con la nostra società. Cosa c’è di più attuale di crisi economiche e tresche amorose? Questa versione dell’operetta per eccellenza tiene insieme i valori del genere, tra musica canto danza, con ritmi ed emozioni del presente, così che  risulta una rappresentazione straordinariamente frizzante, giovane e attuale, con un grande cast di interpreti, tra cambi di atmosfere luci e costumi, e una splendida Gigli che stupisce sempre con l’eleganza ritmata e il  vigore della sua estensione vocale.

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