“La leggenda del pianista sull’oceano” all’ABC
“La leggenda del pianista sull’oceano” inaugura la seconda stagione del Teatro Mobile per la prima volta in Sicilia tra applausi e commozione
Lella Battiato Majorana
Si apre con successo il sipario della II stagione di Teatro Mobile di Catania, nata da un’idea di Francesca Ferro e Francesco Maria Attardi, con “La leggenda del pianista sull’oceano” spettacolo ospite diretto da Luca Cicolella prodotto da Igor Chierici e dalla Fondazione Garaventa di Genova, rappresentato per la prima volta in Sicilia.
Chierici, autore dell’adattamento teatrale del monologo “Novecento” di Alessandro Baricco, sul palco del Teatro Abc, nelle vesti del trombettista Max ha raccontato con grande capacità empatica, sfiorando le corde più intime dell’anima, la vita di Denny Boodman T.D. Lemon Novecento, il più grande pianista esistito che sin dalla sua nascita non ha mai abbandonato la nave Virginian.
Poesia e teatro si sposano e si amano sul palco raccontando con emozione, anche grazie al fondamentale contributo musicale dell’orchestra jazz composta da Marco Vecchio talentuoso pianista di dieci anni, Pietro Martinelli al contrabbasso, Luciano Barbarotta alla tromba, Gianluca Fiorentino alla chitarra e Lauretta Galeno voce, una delle pagine più belle del nostro teatro con un’interpretazione corale che ha conquistato il pubblico, riportando quelle musiche che suscitano emozioni diverse.
La compagnia ha ricevuto copiosi e ripetuti applausi grazie alle loro esecuzioni delicatamente espressive, mirate ad esaltare il tema nostalgico di una musica che trasporta.
Un racconto che rapisce ed incanta sin dalla prima battuta, mostrando il dolore di Max, Igor Chierici, nel rivivere la straordinaria vita di “Novecento” come l’ultimo commovente incontro con l’amico prima di vederlo saltare in aria insieme al transatlantico Virginian.
Uno spettacolo capace, in un atto unico, di far vivere all’intera platea, proprio come nella trasposizione cinematografica del 1998 di Tornatore, la scelta del pianista di non abbandonare quella nave diventata nido sicuro da cui non poter andar via anche a costo della vita.
Una messa in scena poetica che ha raccontato con delicatezza e commozione una delle pagine più belle del nostro teatro confermando il progetto di Francesca Ferro e Francesco Maria Attardi, di offrire al pubblico una proposta eterogenea, tra il tradizionale e lo sperimentale con un linguaggio immediato e diretto che si presenta come una valida alternativa al mondo teatrale catanese.