Interessante convegno al monastero dei Benedettini sulla formazione di operatori della Polizia di Stato: prevenzione e contrasto alla violenza di genere.

Interessante convegno al monastero dei Benedettini sulla formazione di operatori della Polizia di Stato: prevenzione e contrasto alla violenza di genere.

Progetti innovativi per creare integrazione tra territorio e pubblica sicurezza per il benessere della comunità

Lella Battiato Majorana

 

Coinvolgente e notevole convegno di formazione per operatori di polizia, organizzato dalla Polizia di Stato e dalla ANFP (Associazione Nazionale Funzionari di Polizia), che ha trattato il tema “Sicurezza e Territorio, Prevenzione e contrasto della violenza di genere”, svoltosi a Catania Monastero dei Benedettini di San Nicolò l’Arena, Refettorio Biblioteche riunite “Civica e A. Ursino Recupero”.

Apre i lavori il prefetto di Catania, Dott.ssa Silvana Riccio “la società  si sta trasformando velocemente e questo tavolo tecnico vuole operare per non lasciare sole le persone più deboli” ed elogia il lavoro prezioso delle forze dell’ordine. Accompagnano la relazione il Segretario Nazionale ANFP, Dott. Enzo Marco Letizia che sottolinea il disagio sociale, mentre il Segretario Generale SIAP, Dott. Giuseppe Tiani, punta sulla forza delle leggi e la sensibilità operativa in una società multiculturale sempre in continua evoluzione puntando ormai su valori subliminali, accenna alla convenzione di Lanzarote, che opera per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale e al lavoro delle Procure che si stanno attrezzando in rete.

Sollecitando l’attenzione della platea, introduce i lavori il dott. Alberto Francini, Questore di Catania, presentando il profilo storico e amministrativo relativo alla figura del questore, con focus  sull’amministrazione della  pubblica sicurezza dal 1848; “il questore era un funzionario con poteri, spiega, poi nel ’53 in età repubblicana vengono ridimensionati, nel ’60 si riduce il margine di autonomia; successivamente acquista poteri di ordinanza; dall’81 riacquista maggiore autorità decisionale con l’introduzione delle differenze tra poteri amministrativi. Attualmente  ha la responsabilità della sicurezza e nuovi poteri, anche in ambito sportivo, dal 1989  un profilo di rilevanza e dal 2009 amministrativo. Con il complesso dl del 20 febbraio 2017 si estende il suo controllo nell’ambito della sicurezza urbana integrata, in sinergia con sindaco, Enti Locali e la supervisione del Prefetto”. Conclude “questo convegno è uno dei tanti interventi sul territorio per stare vicino alla gente, lavorando su problemi concreti e reali, come possono essere quelli della violenza di genere; un’attività di sensibilizzazione per diffondere la cultura della sicurezza e operiamo oltre a questi incontri tra colleghi, nelle scuole e associazioni culturali”.

Intervento contestualizzato in ambito politico e mediatico Prof. Avv. Sebastiano Licciardello, Università Catania, “rapporto tra sicurezza  e territorio sta crescendo e la sicurezza pubblica punta sui cittadini in un tessuto urbano dove si moltiplicano le violenze e il degrado, occorre educazione e integrazione con politiche di sicurezza integrata (art. 1) per il benessere della comunità per migliorare qualità di vita e del territorio. La Polizia di Stato ormai è al servizio dei cittadini, comunica e condivide con loro”.

Intervengono la Dott.ssa Lorena Paparo, Dirigente Divisione Anticrimine Questura di Catania che accenna alle convenzioni internazionali e spiega l’iter della violenza di genere “bisogna dare informazione, protezione e sostegno alla vittima accolta, e collocarla in strutture adeguate”.

Affrontando questo tema delicato e attuale il Dott. Ferdinando Buceti, Capo di Gabinetto della Questura di Catania, “occorrono studi approfonditi nel settore per migliorare la prevenzione sulla violenza di genere, cercare linguaggi comuni, protocolli da seguire per portare a termine con successo i lavori e intervenire, anche a un livello scolastico, introducendo l’educazione sessuale, già operativa in Colombia”.

La pregevole relazione con taglio tecnico-giuridico della Dott.ssa Marisa Scavo, Procuratore Aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Catania, ha incontrato gli intenti condivisi degli operatori. “Un incontro formativo per rendere efficace ed efficiente voi operatori, chiarisce, e poi si congratula con la III sezione della Squadra Mobile, un fiore all’occhiello per Catania con risultati importanti, poiché la questura a Catania lavora bene”. Traccia le linee guida operative puntando su alcuni temi: arresto in flagranza, interpretazione della Cassazione, racconta alcuni esempi e focus sul fermo di polizia per colui che fa stalking. “Occorre dare tutela e sostegno alla persona offesa, invitarla a comportamenti prudenti”, e spiega agli operatori il circuito di violenza e l’importanza delle sentenze della Corte di Strasburgo. Arricchisce la giornata la Dott.ssa Ida Bonagura, Dirigente Superiore Tecnico Psicologo della Polizia di Stato, che attraverso ricerche ed importanti slide, evidenzia un’analisi di prospettiva ed emotiva della vittima, escalation degli atteggiamenti di arroganza e spiega approccio transazionale e narcisistico del violento, per sostenere il carico emotivo della vittima. “La violenza di genere si annida nello squilibrio emozionale, nel desiderio di potere e possesso, rilancia, si tratta di una cultura distorta”.

Le importanti conclusioni sono affidate al prefetto Vittorio Rizzi, Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato che in modo esaustivo chiarisce “il primo grande problema è quello culturale, interventi da fare su questo tema sono moltissimi, sotto il profilo della prevenzione e dell’emersione del sommerso, operiamo con una serie di interventi tecnici del protocollo E.V.A. e modalità applicative delle direttive sulle vittime dl 29/2012, nell’ambito di procedimenti amministrativi”. Insiste sul protocollo investigativo della polizia scientifica, investigatori specializzati, crescita professionale, acquisendo tecniche qualitativamente certificate espressione di un Paese che cresce. Unicità di protocolli di intervento e sostiene “il progetto Camper, una campagna permanente, veicolo per creare cambio culturale”. Trait d’union di tutta questa azione preventiva è al formazione, poiché la violenza di genere è un tipo di reato dove il ritardo può essere fatale.

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