Piazza Verga, scalinata del Tribunale di Catania partecipa con la manifestazione “Rosso la sera. Per dire no al femminicidio”

Piazza  Verga, scalinata del Tribunale di Catania partecipa con la manifestazione “Rosso la sera. Per dire no al femminicidio”

Gran successo di Liliana Nigro che unisce il glamour della moda ai diritti umani, in memoria del sangue versato dalle donne uccise

Lella Battiato Majorana

 

Un ricco e interessante programma per affermare il “no” alla violenza sulle donne e dare un messaggio per ricordare e dare voce alla libertà di vivere delle donne e fermare la strage e invitare gli uomini a prendere coscienza del ruolo paritario delle donne nella società. 

Il Tribunale di Catania diventa il palcoscenico dell’evento socio educativo “Rosso la sera. No al femminicidio” nato da un’idea della professoressa Liliana Nigro, docente di Storia del Costume per lo Spettacolo presso l’Accademia di Belle Arti di Catania, e il giudice Santino Mirabella che, coadiuvati dalla giornalista Elisa Guccione, nella giornata dedicata alla sensibilizzazione contro la violenza di genere hanno scelto piazza Verga come luogo principe da cui poter parlare delle tante donne ammazzate dal maschio prevaricatore, che inizialmente aveva giurato di amarle per poi ucciderle.

Obiettivo di “Rosso la sera” ridare voce a tutte quelle madri, mogli, figlie e sorelle uccise da colui che aveva giurato di amarle, per cercare di arrestare la dolorosa piaga del femminicidio.

Un incontro talentuoso con una nobile ispirazione, patrocinato dal Comune di Catania e dall’Accademia di Belle Arti di Catania con il sostegno di partner e sponsor del settore, che ha visto la partecipazione di centinaia di catanesi, conquistati dalle creazioni degli allievi della cattedra di Storia del Costume per lo Spettacolo e dei talentuosi stilisti della Maison du Cochon, ha ricordato le tante vittime di femminicidio scomparse per mano del compagno, marito, fratello o padre.

“Rosso la sera” un binomio di moda e cultura che – come ha dichiarato Liliana Nigro -, dalla scalinata del Palazzo di Giustizia, luogo simbolo dell’impegno civile contro abusi, violenza e crimini, scuote le coscienze utilizzando mezzi immediati e diretti come gli abiti di alta sartoria dalla foggia innovativa per scuotere le coscienze tentando di arrestare la dilagante piaga sociale del femminicidio.

Alla presenza del direttore dell’Accademia di Belle Arti di Catania Vincenzo Tromba, docente di Teoria e Metodo dei Mass Media, della scrittrice Marinella Fiume, da sempre impegnata nella lotta a favore dei diritti delle donne, l’imprenditore Marco Celeschi, lo stilista Giovanni Palella della Maison Alta moda spose Amelia Casablanca, il giornalista Franco Liotta voce maschile del momento letterario dedicato alle tante troppe donne scomparse come Giordana Di Stefano o Stefania Noce, hanno sfilato, insieme alle foto d’arte della mostra “Sogni Perduti” realizzati da Donatella Turillo, oltre trenta abiti e costumi teatrali colorando di rosso il tribunale di Catania.

Tante le macchine ferme a piazza Verga, Corso Italia e via Vincenzo Giuffrida per assistere ad una manifestazione capace di unire il glamour della moda con la rigidità delle Istituzioni per educare al rispetto dei diritti umani senza alcuna distinzione di sesso o età.

Subito dopo l’incontro al Palazzo di Giustizia l’intero esercito di modelle e di partecipanti si è spostato nella storica ed affollata via Umberto per un flashmob sulle note del “Nessun Dorma”. Enorme la curiosità dei tanti passanti che incuriositi si sono sbizzarriti con gli smartphone scattando e rubando selfie con le modelle per una serata in memoria del sangue di tutte quelle donne uccise senza colpa.

La Maison punta l’attenzione sul look di una donna libera che viaggia nell’orizzonte infinito ed è il risultato dell’alta sensibilità artigianale con cui la Nigro riesce a realizzare sempre sfilate di quotidiana  eleganza.

Anche il Centro Zo culture contemporanee ha partecipato alla giornata internazionale contro la “violenza sulle donne” mandando in  scena Libere di Essere, progetto teatrale della Compagnia romana Il NaufragarMèDolce realizzato grazie all’8xmille della Chiesa Valdese che, attraverso la rappresentazione dello spettacolo Figlie di Sherazade, di e con Chiara Casarico e Tiziana Scrocca, Musiche originali Rosie Wiederkehr (Agricantus) e Ruth Bieri, Scene: Franca D’AngeloNato Frascà, intende costruire momenti di riflessione sul tema della violenza di genere, valorizzando le esperienze delle donne nel loro percorso di fuoriuscita dalla violenza e di costruzione della propria autonomia e indipendenza. Storia vera raccontata da due giovani donne, affinché altre donne possano un giorno vivere in condizioni migliori. Due storie esemplari, due punti di vista apparentemente divergenti che convergono in un unico desiderio: la speranza di un mondo migliore. L’incasso è stato devoluto a favore del Centro Antiviolenza “Thamaia”.

Figlie di Sherezade, ha ricevuto una lettera di encomio del Presidente della Repubblica, e ottenuto il Premio RadioRai Microfono di Cristallo; inoltre è stato finalista al Premio Ustica per il Teatro 2007 e al Festival Internazionale di Lugano.

Il progetto – che alla prima edizione era stato promosso dalla Provincia di Roma e aveva carattere Regionale – ha assunto carattere nazionale, coinvolgendo 5 Centri Antiviolenza che operano in 5 città di Liguria, Lazio e Sicilia: Genova, Roma, Palermo, Catania, Riesi (CL).

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