L’arte riflessiva di Ferdinando Caronia in mostra all’”Oasi della Speranza” di Monte Grifone, Palermo

L’arte riflessiva di Ferdinando Caronia in mostra all’”Oasi della Speranza” di Monte Grifone, Palermo

Angela Ganci

 

La violenza, un tema dibattuto, fonte inesauribile di riflessione filosofica, psicologica, pedagogica e spirituale, laddove la Bellezza connaturata all’essere umano, nel Dono divino della Vita quale gli è concessa, viene mortificata dai soprusi di altri esseri umani, rendendo sacrilego, inaccettabile, un gesto di offesa e profanazione del Sacro insito nell’umanità.

Un’interpretazione che, al di là di una chiave di lettura meramente religiosa, reca in sé un messaggio universale di rispetto per la Vita in quanto tale e di preservazione della propria integrità. 

Questo il messaggio a cui è ispirata l’opera artistico-sociale del Maestro Ferdinando Caronia, artista poliedrico, autodidatta palermitano, autore di una molteplicità di sculture e opere pittoriche, esposte anche nella sede Comunale di Palermo di Palazzo delle Aquile.

Per il periodo natalizio la mostra di Caronia “La divinità nell’Arte” ha trovato un contesto propizio, suggestivo, presso l’Oasi della Speranza, luogo di preghiera che si erge ai piedi del celebre Monte Grifone di Palermo, pensato per ricreare il clima di pace di Medjugorje, e che ha ospitato, in occasione del Santo Natale, un Presepe vivente, sacra rappresentazione della nascita del Bambinello, una speciale mostra di santini antichi a partire dal 1400 e fino al 1950, e appunto la mostra del Maestro Caronia. 

Così, all’interno della nutrita serie di opere variegate, tra sculture e dipinti, primeggia l’interesse dell’Artista a protezione della Donna, della sua fragilità e un monito a qualunque forma di abuso, raccolti nella suggestiva forma di un’opera d’arte che condensa in sé un invito sociale a tenere alta la guardia e a difendere la fragilità e la bellezza del Divino racchiuso in forme umane femminili.

“La Scultura dal titolo No Femminicidio rappresenta la figura di una donna la cui vita è stata spezzata dalla mano violenta di chi non ha saputo cogliere la bellezza, la fragilità e delicatezza di un essere meraviglioso creato da Dio – sostiene Caronia -: una donna esamine, accolta dalla mano pietosa della terra rappresentata dal fiore di rami posto sotto di essa, costringe a guardare l’orrore di una violenza che prevarica e opprime chi è più fragile e debole, la donna. La scultura da me pensata e realizzata è un modo per dire NO! al femminicidio”. 

Orrore e Bellezza, Morte e Vita, realtà concatenate, anche nel dipinto “La bellezza dopo la morte”, in cui Caronia rappresenta, attraverso un misto di colori, i colori stessi della vita che, abbracciando un’ottica cristiana, splende delle Bellezze del Divino oltre le soglie della Vita terrena.

Vita e Morte, o forse sarebbe meglio dire Vita, Bellezza, che accompagnano la Morte e Morte, Orrore, che accompagnano la Vita, in un binomio in cui la Vita deve risaltare, per esaltare il Senso dei giorni donati all’Uomo e da difendere, in quanto di Divina, Sacra origine. 

Si potrebbe forse da qui estendere il discorso al Valore della Vita con la condanna del suicidio, parimenti grave e orribile rispetto all’omicidio, e di certo la Mostra porta con sé acute ispirazioni e riflessioni, e ci “costringe”, con la potenza dei colori brillanti e delle variegate forme geometriche, a interrogarci sul Perché dell’umana brutalità e a impegnarci tutti per la condanna sociale di ogni forma di sopruso ai danni della donna, e in genere, di chi temporaneamente o permanentemente, non ha la capacità di difendere la propria Dignità. 

 

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