Il “Concerto per Sant’Agata”
Il “Concerto per Sant’Agata” vedrà protagonisti tre giovani virtuosi catanesi:
il violinista Andrea Timpanaro e i pianisti Daniele Rametta e Nicolò Cafaro
Teatro Massimo Bellini, Catania, venerdì 1 febbraio 2019, ore 20,30
Orchestra del Teatro Massimi Bellini diretta dal maestro Antonino Manuli
Il programma sinfonico prevede pagine di Mozart, Liszt e Čajkovskij
CATANIA – Tre giovani virtuosi, anzi tre moschettieri per Sant’Agata. È questa la scelta operata dal direttore artistico Francesco Nicolosi per il tributo che il Teatro Massimo Bellini tradizionalmente propone in omaggio alla Patrona della Città di Catania. Quest’anno infatti, venerdì 1 febbraio, alle ore 20,30, salirà sul palcoscenico una terna di musicisti catanesi, tutti provenienti dalle classi dell’Istituto Superiore di Studi Musicali “Vincenzo Bellini” di Catania, quasi in risposta al motto «Giovani, Agata guarda verso di voi», che fa da tema conduttore dell’evento.
Pagine amatissime dal grande pubblico costituiranno il banco di prova dei talenti etnei. Ad inaugurare la kermesse sarà il violino di Andrea Timpanaro, allievo di Vito Imperato, a sua volta spalla dell’orchestra del Bellini. Formatosi a Catania, Timpanaro ha proseguito gli studi all’Università di Musica e Teatro di Lipsia e alla Scuola di Musica di Fiesole, prima di conseguire il Master of Music alla prestigiosa Guildhall School of Music and Drama di Londra. Vincitore del St. James’s Prize 2018, si è già esibito su importanti palcoscenici internazionali (Wigmore Hall, St. James’sPiccadilly e Barbican Hall a Londra, Herkules-Saal, Cuvilliés-Theater e Prinzregententheater di Monaco di Baviera). Per l’occasione sarà solista del Concerto per violino e orchestra n. 5 in la maggiore, K 219, di Wolfgang Amadeus Mozart, ultimato il 20 dicembre del 1775, quando il Salisburghese era al servizio del dispotico Principe Arcivescovo Hieronymus Colloredo. Il componimento, l’ultimo di questo genere attribuito all’autore, deve la sua notorietà all’ultimo movimento, un Rondeau in ‘Tempo di Menuetto’, in cui è presente un episodio scritto nello stile ‘alla turca’, particolarmente in voga nell’Europa ancora attraversata dal pericolo delle invasioni ottomane, sgominate dalla Lega Santa dell’esercito cristiano nella battaglia di Lepanto.
Sarà quindi la volta di due eccellenze pianistiche, Daniele Rametta e Nicolò Cafaro. Figlio d’arte, il primo proviene dalla blasonata classe di Epifanio Comis. Ha vinto il suo primo concorso non ancora undicenne, nel 2011, quando ha riportato il primo premio assoluto al Concorso internazionale “Città di Rocchetta”. Vincitore di numerose competizione (“Antonio Trombone” di Palermo, “Eliodoro Sollima” di Enna, “Franco Mannino” di Bagheria), prosegue una formazione d’eccellenza alla Rachmaninov Academy, dove frequenta i corsi triennali di perfezionamento di Violetta Egorova, frequentando master class con Pietro De Maria, Leslie Howard, Artur Pizarro e Boris Berezovskij. Rametta ha debuttato al Teatro Massimo Bellini di Catania – e subito dopo a Mosca – come protagonista del “Rachmaninov Youth Project”, eseguendo il Concerto per pianoforte e orchestra del musicista russo. Non minor impegno richiede quello presente nella locandina agatina, in cui figura il Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in mi bemolle maggiore, S 124, di Franz Liszt. Composto a partire dai primi anni Trenta dell’Ottocento, il brano venne tenuto a battesimo a Weimar soltanto il 17 febbraio del 1855, nel corso di una memorabile serata affidata alla bacchetta di Hector Berlioz, mentre l’autore sedeva al pianoforte per cimentarsi con una prova di impervio virtuosismo solistico: la complessa genesi è in parte dovuta, infatti, alle novità formali introdotte in una struttura in unico movimento, vicina all’impianto di un poema sinfonico.La chiusura della locandina è affidata al diciottenne Nicolò Cafaro, che ha studiato con Renato Siracusano e che adesso è allievo di Graziella Concas. Ha quindi proseguito la sua formazione con Joaquin Achucarro, Alexeij Lebedev e Boris Berezovskij e dal 2017 frequenta anche l’Accademia pianistica di Imola, dove frequenta i corsi di Leonid Margarius. Benché giovanissimo, vanta oltre cinquanta esibizioni in prestigiose sale da concerto su tutto il territorio nazionale; vincitore di numerose competizioni internazionali, è stato appena ammesso alla fase finale della LXII edizione del prestigioso Concorso “Ferruccio Busoni”. Sarà nel segno di un’autentica apoteosi la conclusione dell’evento previsto al Bellini, con il celeberrimo Concerto per pianoforte e orchestra n. 1, in mi bemolle minore, op. 23, di Pëtr Il’ič Čajkovskij, composto in Russia nell’inverno del 1875 ma tenuto a battesimo al Music Hall di Boston il 25 ottobre del 1875. Dedicato ad Hans von Bülow, è considerato tra le pagine più alte della letteratura pianistica di tutti i tempi.A far da ‘padrino’ al concerto, salirà sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo Bellini di Catania il messinese Antonino Manuli, che proprio nella sala del Sada è stato varie volte applaudito – nel corso degli ultimi anni tra l’altro in Cassandra di Vittorio Gnecchi (2011), L’Italiana in Algeri di Rossini (2012), Stiffelio di Verdi, in occasione della prima esecuzione catanese (2013), Don Pasquale di Donizetti, titolo inaugurale della stagione lirica 2014, prima di Cavalleria rusticana e Pagliacci; e ancora La bohème (2015) eManon Lescaut (2017) di Puccini e Rossini Ouvertures (2018).Un omaggio dell’intera Città alla sua Santa, nei giorni di una festa che coinvolge fede,arte e musica.
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