Al Comune di Catania celebrata la “giornata della Memoria tra ieri e oggi” per non dimenticare
Al Comune di Catania celebrata la “giornata della Memoria tra ieri e oggi” per non dimenticare
Con la presenza di importanti istituzioni con una platea ricca di studenti
Lella Battiato Majorana
Nell’aula consiliare del Municipio di Catania, il Presidente del Consiglio Comunale, Giuseppe Castiglione, ha ospitato e salutato gli studenti dell’Istituto Alberghiero “Karol Wojtyla”, guidati dal dirigente scolastico Daniela Di Piazza, la quale ha invitato i ragazzi a non dimenticare e ascoltare i relatori d’eccezione presenti all’incontro: avv. Baruh Triolo, presidente della Charta delle Judeche di Sicilia, che ha esordito “oggi assistiamo ad una pericolosa reviviscenza del fenomeno della persecuzione ebraica in tutto il Nord Europa, innescato da estremisti di fede musulmana, cavalcato anche da estremisti europei che hanno dismesso i panni del nazismo”.
Prosegue “Uno strisciante antisionismo di fatto, maschera grave antisemitismo e ripropone vecchie e nuove forme di persecuzioni della minoranza ebraica, facendo incetta di accoliti europei che vedono nello stato di Israele e negli ebrei più in generale la causa di tutti i mali del mondo”.
“Con la collaborazione dell’Amministrazione Comunale di Catania, abbiamo fondato la prima sinagoga nel meridione d’Italia dopo seicento anni ed abbiamo costituito la prima comunità. Ci stiamo preparando ad accogliere quanti volessero ritrovare nel meridione ebraico quel crocevia di accoglienza e tolleranza per molti secoli dimenticato”.
In video conferenza, il Rav. Scialom Bahbout, Rabbino capo di Venezia, traccia l’excursus storico della persecuzione subìta dagli ebrei, e Attilio Funaro, presidente dell’Istituto Internazionale di Cultura Ebraica, con un intervento centrato sulla Shoah e sugli eventi subiti con la famiglia, dalla nascita (2 ottobre 1943), alla deportazione della Nonna e degli zii nel campo di Auschwitz, avvenute all’alba del 16 ottobre 1943. Ed ancora della sola donna ritornata la Zia Settimia Spizzichino Z’L’”.
Lizchor (in ricordo), ha inteso comunicare “l’iniziativa progettata con l’IIS “Galilei” di Modica per una maggiore sensibilizzazione e conoscenza di “quello che è stato”: la Shoah e l’antisemitismo”.
L’avv. Egidio Incorpora, presidente associazione culturale “Salvatore Incorpora”, ha parlato dell’artista Incorpora e delle persecuzioni patite nell’ultima Guerra Mondiale, portando la platea ad una riflessione: il padre, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, non intese aderire alla Repubblica di Salò (23 settembre) e venne catturato dai tedeschi e inviato, viaggiando in carri merci, nei lager I.M.I. (Internati Militari Italiani). ha raccontato, suscitando emozione negli studenti, la sofferenza vissuta dal padre e le opere d’arte ispirate da quella dolorosa esperienza, “segnata dalla violenza e paura che propagò, un viaggio nella banalità del male, e la speranza, come scrive nelle sue poesie, della salvezza”.
Le conclusioni dei lavori sono state affidate al presidente Gip Tribunale Catania, Nunzio Sarpietro, che si è soffermato sulla dicotomia Negazionismo/Revisionismo dell’olocausto nel corso degli anni, dal dopo guerra in poi, precisando “il negazionismo è spesso un rozzo modo di vedere la storia e gli accadimenti del passato; mentre il revisionismo è piuttosto una rivisitazione dell’assetto storico in relazione a nuove emergenze ed è frutto di metodologia scientifica”.
Con esaustività, ha esposto la specifica normativa penale nei diversi Paesi Europei che punisce il reato di negazionismo, considerato “reato di opinione” che va rapportato con i principi di libertà di pensiero e di opinione, sanciti dalla Carta fondamentale dei diritti dell’uomo.
“Il reato di negazionismo si inserisce nel più vasto contesto della lotta al razzismo ed all’omofobia, ha precisato, oltre che al nascente nuovo antisemitismo che molto preoccupa i governi europei; la memoria della shoah deve essere alimentata costantemente, in uno con l’educazione alla tolleranza ed all’arricchimento culturale delle masse, soprattutto quelle più disagiate, dove maggiormente si annida il seme della violenza e dell’intolleranza”.
Ha concluso, affermando che il “never again” (mai più) può essere realizzato solo mediante una massiccia educazione, soprattutto scolastica, al rispetto del diverso e alla comprensione”.
Moderatrice dell’incontro, il direttore di “The VoiceKw” Lella Battiato Majorana, che ha coordinato gli interventi e ha invitato per un indirizzo di saluto: il Questore di Catania, Alberto Francini, che esorta i ragazzi ad aborrire qualunque tipo di intolleranza, essendo loro stessi i costruttori del futuro della società. “L’incontro odierno ci ha reso partecipi, attraverso video e testimonianze, e fatto rivivere un immane dramma”.
“La storia della Shoah, ha continuato, ci fa chiedere come sia stato possibile che si sia verificato. I tedeschi, popolo di importanti tradizioni culturali, sociali e artistiche, che nell’Ottocento ha dato vita al Romanticismo, con la grande musica (Beethoven, Wagner, Mahler, ecc.); diedero vita a un fenomeno ideato e compiuto da alcuni folli con atti criminali. Cos’è successo? le Leggi di Norimberga? Anche da noi ci sono state le leggi razziali 1936, ma ci separa una grande differenza di comportamenti. Non ci si spiega come in un paese democratico in breve tempo si sia creata una tragedia. Voi siete la nuova generazione, tenete alta la guardia difendendo i principi democratici, evitate scorciatoie, proiettatevi sempre in un futuro che porti il bene”.
Adriana Muliere, presidente del Gruppo Rotariano Sicilia Lux Mundi (Rotary Catania Duomo 150), ha ricordato che l’oscurantismo del pensiero, va combattuto con la luce della purezza di intenti; e Maurizio Catania, dello Staff del Sindaco, ha portato i suoi saluti ai ragazzi e tutti gli intervenuti. A coronamento dell’evento, sono stati proiettati dei video di testimonianze storiche della Shoah, e letti toccanti brani, a cura dei ragazzi dell’Istituto Alberghiero: Alessio Magrì, Ester Ragonesi, Ilenia Giordano.
Emozionante in chiusura la lettura corale della canzone Gam Ki Elekh, cantata dalle mamme nell’accompagnare addolorate i bambini nei campi di concentramento prima di venire uccisi dai nazisti, nelle cosiddette “docce” (forni) di Auschwitz: uno degli inni più toccanti del genocidio.
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