Sarah Zappulla Muscarà ed Enzo Zappulla ci guidano in un affascinante viaggio nel Novecento ridando vita e voce ad Ercole Patti, straordinario scrittore a torto obliato
Sarah Zappulla Muscarà ed Enzo Zappulla ci guidano in un affascinante viaggio nel Novecento ridando vita e voce ad Ercole Patti, straordinario scrittore a torto obliato
Lella Battiato Majorana
Il ritorno in libreria dello scrittore catanese è stato festeggiato al Salone Internazionale del Libro di Torino con la presentazione, nello stand della Regione Siciliana, di Ercole Patti, Tutte le opere, a cura di Sarah Zappulla Muscarà ed Enzo Zappulla, per i tipi de La nave di Teseo, un monumentale volume di quasi 3.400 pagine, con un ricco corredo iconografico e di documenti inediti. Sono intervenuti Mario Andreose, presidente, ed Elisabetta Sgarbi, direttore generale de La nave di Teseo, lo scrittore Paolo Di Paolo e i curatori.
“Pubblicare l’opera omnia di ercole Patti risponde a una vocazione recisa della casa editrice – ha dichiarato Elisabetta Sgarbi – che fin dal rimo momento della sua nascita affermava di volere anche rivisitare i grandi autori del Novecento, che la fretta dell’editoria spesso tende a dimenticare”. Narratore, commediografo, critico cinematografico, sceneggiatore (con Brancati, Zavattini, Fellini, Soldati, Flaiano), giornalista (inviato speciale e collaboratore di autorevoli testate, “La Gazzetta del Popolo”, “Il Popolo di Roma”, “Corriere della Sera”, “la Stampa”, “Tempo”, “Il Messaggero”, “L’Europeo”), Ercole Patti, sempre con Elisabetta Sgarbi, “è stato scrittore straordinario, implacabile per precisione, tra i più felici nel genere del racconto. Sorprende sempre, ed anche questa è una delle mille ragioni per ripubblicarlo”).
Mario Andreose si è soffermato su quella vivace “società letteraria” romana di cui Patti è stato protagonista di primo piano, costituta da Brancati, Flaiano, De Feo, Caldarelli, Pannunzio, Tallarico, Moravia, Bartoli, Maccari, soliti riunirsi nei celebri caffè della capitale (Aragno, Greco, Rosati, Canova). Paolo Di Paolo ha messo a fuoco la minuziosa, godibile produzione narrativa dell’autore di Un bellissimo novembre, da cui Mauro Bolognini ha tratto il film con Gina Lollobrigida e Gabriele Ferzetti.
Scrittore poliedrico, non sfiorato dalle mode, Patti (Catania 1903 – Roma 1976), “che l’ispirazione spesso sembra mordere come una tarantola, scuoterlo da un sonno atavico; e in quei momenti è impossibile scrivere meglio di lui” (Eugenio Montale), per Valentino Bompiani che ne fu estimatore ed editore era “un Maupassant italiano”, per l’esattezza del linguaggio e per il taglio dei racconti. Qualità che gli sono valse l’appezzamento dei direttori dei maggiori quotidiani del tempo, quali Giulio De Benedetti, Mario Missiroli, Alfio Russo, Giovanni Spadolini.
Il suo primo successo letterario risale alla raccolta di elzeviri Quartieri alti. Seguirono romanzi e racconti che ne hanno fatto uno degli scrittori più apprezzati e amati del suo tempo: Giovannino, Un amore a Roma, La cugina, Un bellissimo novembre, Graziella, Diario siciliano, Roma amara e dolce, Gli ospiti di quel castello (premio “Brancati-Zafferana” 1974). Luoghi dell’anima e metafore dell’universo, per Patti come per Brancati, la Sicilia e Roma, i due poli geografici dell’itinerario esistenziale e letterario, costituiscono le principali fonti dell’ispirazione e ci restituiscono il variegato affresco di una stagione irripetibile, dagli anni venti a quelli del dopoguerra, del boom economico, della dolce vita romana, di cui è stato un protagonista di primo piano.
Il paesaggio siciliano s’accampa nell’immaginario dello scrittore come il luogo della giovinezza e degli affetti, in un aura ora reale ora lirica. Nell’accecante luce del mare e della lussureggiante campagna siciliana, lo scrittore celebra, con dettagliato e fresco descrittivismo, i riti autunnali della vendemmia, della caccia, della raccolta di castagne, e insieme l’accesa sensualità, il trasgressivo erotismo dei suoi personaggi.
“Gli scritti di Patti – osserva Enzo Zappulla – sono un inno a Catania e al suo hinterland, un patrimonio di usi, costumi, folclore, di notevole spessore antropologico, sociale, culturale, linguistico. E da Catania, raccontata nelle sue splendide vie, come nei vicoli, nei ritrovi eleganti, nei teatri e nei giardini come nei quartieri degradati, con i suoi odori, sapori, colori, suoni, luci, che sgorgano le pagine di più vibrante lirismo”.
Il ponderoso volume ha molte anime, con quella letteraria, teatrale, televisiva, radiofonica, quella cinematografica che ricopre un lungo arco di tempo, quasi un trentennio, su “Il Popolo di Roma”, “Star”, “L’Europeo”, “Tempo”, per cui è stato anche inviato speciale a Taormina, Venezia, Cannes, un copioso corpus di cronache cinematografiche, fino ad oggi pressoché sconosciute, mai raccolte in volume che mettono a fuoco la stagione aurea del cinema internazionale, dagli anni quaranta ai settanta, dai telefoni bianchi al neorealismo, al cinema d’autore, d’impegno civile, di polemica sociale, d’inchiesta, documentario, dalla commedia all’italiana alla serie dei Western-spaghetti, degli 007, dei vampiri, degli Ercole, dei Maciste, in cui si stagliano i nomi dei maggiori registi, attori, autori del tempo e con loro dei tanti a torto oggi obliati.
“Cronache di notevole interesse – sottolinea Sarah Zappulla Muscarà -, ironiche, divertenti, graffianti, costellate talore di ritratti crudeli, giudizi spietati, come suo costume, anche nei confronti di personaggi mitici quali Liz Taylor e Richard Burton”. Ad arricchire lo straordinario valore del volume i numerosi, puntuali, preziosi apparati critici.
Mario Soldati definisce la sua opera “Un piccolo capolavoro dove come in certe pitture di Matisse e De Pisis tutto un mondo vive appena sfiorato dai pennelli”; ed Eugenio Montale ne sottolinea quella “facilità difficile” che costituisce il segreto della sua arte di farsi leggere. La pubblicazione ora di Tutte le opere di Ercole Patti, pubblicazione benemerita de La nave di Teseo, lo considera un classico del Novecento.
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