FALCONEBORSELLINO: IL MUSICAL IN SCENA A PALERMO

FALCONEBORSELLINO:

IL MUSICAL IN SCENA A PALERMO

Di Angela Ganci

Psicologo psicoterapeuta, giornalista

 

“FalconeBorsellino, due teste e un’anima nella lotta contro la mafia”: così nella locandina del musical messo in scena a Palermo, nella cornice del celebre Teatro “Jolly”, incentrato su vita, lotta e morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, due irreprensibili lottatori contro la mafia e la logica dell’arrivismo, dell’eliminazione fisica, del compromesso.

FalconeBorsellino, assolutamente non un errore di scrittura, è un musical che parla di un’unica vita, un’unica missione, perché unite sono state, fino alla fine, queste due figure esemplari nella lotta contro la mafia. Due uomini, una sola mente proiettata verso il cambiamento radicale del modo di pensare di tutti i palermitani. Anche oggi rimangono per noi e per chi verrà dopo di noi gli ultimi nostri eroi” spiegano Giuseppe Celesia e Manuela Donzelli, regista e attrice del nutrito cast di quattordici attori/cantanti del musical.

Sotto la regia di Giuseppe Celesia, interprete magistrale di Borsellino, che ha curato musiche e testi, gli arrangiamenti di Alberto Puglisi (che interpreta Falcone), ecco, di fronte a una platea gremita e silenziosamente attenta, svolgersi gli eventi storici dello scoppio della seconda guerra di mafia, intorno ai primi anni ‘80, fino alla panoramica sugli omicidi “eccellenti”, soffermandosi sui rapporti sentimentali e familiari dei due protagonisti fino all’epilogo finale della loro uccisione da parte di Cosa Nostra.

Il tutto sottolineato da un “presentatore” d’eccezione, Antonino Caponnetto, che ci guida verso l’istruttoria e la condanna storica, verso l’imbrigliamento di un male sociale e politico, che portò a 19 ergastoli e pene detentive per un totale di 2665 anni di reclusione, nel solo processo di primo grado.

Insieme al fatto storico e alle vicende sanguinarie che portarono alla morte dei due Eroi siciliani, le vicende personali di un Borsellino padre, testimone talvolta impotente delle paure e delle richieste di attenzioni della figlia Lucia, e di un Giovanni Falcone, sempre guardingo rispetto alle uscite pubbliche, vittima di intimidazioni, con al suo fianco una forte e fedele Francesca Morvillo, e tutta una Sicilia bisognosa di Guarire da un male incistato, grazie anche alle confessioni di Tommaso Buscetta, portavoce di uno Stato dentro lo Stato, di cui Falcone raccoglie le deposizioni, lui, che era stato investito di un alto compito di svelamento delle infamità, unico depositario di una mfia che, prima o poi, sarebbe stata sconfitta.

Il bene e il male a confronto, insomma, dove il male è incarnato da un Totò Riina, che si definisce “villano nell’anima, un mafioso che si nasconde nelle montagne, Padrone dello Stato”, che, dopo i risultati di un Maxi Processo avverso, contro ogni rosea previsione, regola i conti con Salvo Lima e poi con i principali colpevoli dell’onta, poiché Falcone è colpevole, soprattutto di voler arrivare alle banche, cuore pulsante della mafia.

Ecco che lo spettatore, immerso tra costumi di scena, balli, musiche caratteristiche e personaggi virtuali, inseriti in apposite videoproiezioni girate dagli stessi artisti impegnati nel musical, fino alla strage mortale e alla morte stessa del designato numero due, Borsellino, ha l’occasione di rivivere momento per momento (o di apprendere, se si tratta delle nuove generazioni) una storia immortale che ha fatto cronaca, di morte, ma anche di salvezza e di libertà.

Il musical infatti deve considerarsi un inno alla Palermo libera, un monito contro ogni strada facile che inneggi alla corruzione, alla raccomandazione, un invito in musica rivolto ai giovanissimi, speranza del domani, affinché crescano con spirito critico e liberi da bieche mentalità, figlie di illegalità e clientelismo, un esempio di cosa significa essere una squadra, dove, anche alla morte di qualcuno, sarà il compagno a continuare la lotta.

“Non andiamo in scena per il pubblico, ma con il pubblico, perché il nostro intento, peraltro riuscito finora, è quello di trasmettere qualcosa di noi e del personaggio che interpretiamo a chi ci viene a guardare, emozionandoci insieme. E allora nasce l’esigenza di raccontare una storia vera, una storia nostra, che parli di noi palermitani, di come siamo fatti, di quanto abbiamo sofferto. Basterebbe cercare testi letterari che parlano della Sicilia e di Palermo… ce ne sono tanti… e invece la nostra mente vola poco indietro nel tempo, un tempo che non è passato ma ancora presente. Le idee di Falcone e Borsellino continuano a camminare sulle nostre gambe e noi vorremmo che camminassero su tante altre gambe. Ogni anno si svolgono manifestazioni, spettacoli in loro nome, perché i palermitani non li hanno mai dimenticati.

Il nostro musical parla proprio di loro (e non solo della cronistoria dei fatti), di quello che erano e che saranno per noi, dei sentimenti che hanno provato verso chi li ha amati. Vogliamo parlare di due uomini, della scorta e di chi, come loro, ha dato la vita affinché questa città fosse avvolta solo da aria pura. Vogliamo farlo con la musica, perché se è vero che la musica unisce i popoli, allora noi, attraverso il musical (oggi tra le forme d’arte che più appassiona i giovani), pensiamo proprio di raggiungere i giovani stessi. Ogni azione è pensata. Ogni comportamento ha una spiegazione. Vorremmo che i giovani, e non solo, pensassero. Vorremmo che i giovani, e non solo, si comportassero dignitosamente. Tutti hanno dei modelli a cui ispirarsi. Noi palermitani ne abbiamo due, perché erano due uomini, ma un’unica persona proiettata nella lotta contro il male” concludono Celesia e Donzelli.

 

{gallery}2019/Spettacolo/Falcone{/gallery}

admin

admin

Related Posts

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *