Di “corale” in corale si salda il sodalizio tra il Coro Lirico Siciliano e l’Orchestra Sinfonica Siciliana
Di “corale” in corale si salda il sodalizio tra il Coro Lirico Siciliano e l’Orchestra Sinfonica Siciliana
Carlo Majorana Gravina
Chiamato in causa il 24 luglio, per la conclusione del “Progetto Beethoven” della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana (FOSS), per la sontuosa esecuzione della IX sinfonia detta “la corale”, il Coro Lirico Siciliano ha richiamato la stessa orchestra per inaugurare il Festival dei Teatri di Pietra 2020 con il celeberrimo atto unico “Cavalleria rusticana” di Pietro Mascagni: straordinario capolavoro verista che merita a sua volta la qualifica di corale per la notevole presenza e partecipazione del coro a tutta la vicenda narrata dal Verga.
In questa nuova produzione, regista scenografo e costumista Salvo Dolce, il coro è sempre in scena, citazione colta dei librettisti Giovanni Targioni Tozzetti e Guido Menasci, che si riporta al coro del teatro greco classico: personaggio collettivo, testimone e partecipe della vicenda al fianco dei protagonisti.
Nel tessuto musicale inventato dal musicista livornese, a supporto della vicenda verghiana, oltre al coro, rilevano le parti musicali dei fiati, nelle quali occhieggia l’esperienza di Mascagni direttore della banda musicale di Cerignola, in provincia di Foggia, e il famosissimo intermezzo sinfonico interamente basato sull’uso degli archi.
Dato atto della qualità di orchestra e coro, non va sottaciuta quella degli interpreti: Elena Lo Forte (Santuzza, soprano), Angelo Villari (Turiddu, tenore), Alberto Mastromarino (Alfio, baritono) e le mezzosoprano Maria Motta (mamma Lucia) e Leonora Sofia (Lola).
Di Elena Lo Forte, ci piace ricordare che fu Santuzza nel film “Il Padrino parte III” di Francis Ford Coppola; ad interpretare il ruolo di Turiddu Angelo Villari, giovane tenore in grande ascesa che ha recentemente interpretato questo ruolo nei maggiori teatri italiani, tra cui il Maggio Musicale Fiorentino e il Teatro Comunale di Bologna. Mentre, a dare voce e corpo al geloso e passionale Alfio, la star del Metropolitan di New York Alberto Mastromarino.
Trattandosi di una vicenda di fine Ottocento, nei costumi solo qualche accenno, specie negli accessori, di citazioni d’epoca, mentre Lo Forte è andata in scena con abito in foggia moderna e tacco 12, a dichiarare l’universalità e l’attualità del sentire e dei sentimenti nella vicenda: amore in varie sfaccettature, istinto, passione, gelosia, socialità, religiosità.
Sul podio, il direttore Lorenzo Tazzieri ha diretto con sapiente passione il complesso orchestrale e il coro, ben istruito dal direttore Francesco Costa.
Il pubblico, accolto sulla gradinata in posti numerati nel rispetto di tutte le norme di sicurezza, grazie a un’imponente macchina organizzativa, ha potuto godere, nella più totale tranquillità, uno spettacolo unico al mondo.
Questa produzione del capolavoro di Mascagni, è stata una tra le pochissime rappresentazioni in forma scenica completa a livello internazionale portata al Teatro Antico di Taormina in questo 2020.
L’Orchestra Sinfonica Siciliana, in uno col Coro Lirico Siciliano elemento fondamentale di ogni rappresentazione lirica, si sono confermati tra i migliori e più prestigiosi complessi che il panorama possa offrire. Una partecipazione che sancisce un importante accordo di collaborazione tra la Fondazione F.O.S.S., guidata dal vulcanico Antonio Marcellino, e il Coro Lirico Siciliano, ente promotore del Festival Lirico dei Teatri di Pietra.
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