Ivermectina salva la vita ai pazienti ricoverati all’Ospedale “Garibaldi” Nesima di Catania. Il primario infettivologo Prof. Bruno Cacopardo “I dati clinici sull’effetto del farmaco, sono allo stato positivi”

La vaccinazione ha una motivazione sia individuale che collettiva, perché aiuta l’immunità di gregge”

L’AIFA avvia uno studio di valutazione per la cura dei malati di Covid, si tratta dell’Ivermectina  e della Colchicina, ne dà notizia il direttore generale dell’Aifa Magrini.

Lo studio sull’Ivermectina verterà sui risultati ottenuti da studi multicentrici di fase due, per ottenere una prova sull’efficacia del farmaco e individuarne la dose più corretta appropriata, sulla base del lavoro svolto dall’Irccs “Sacro Cuore Negrar”  Valpolicella.

Il farmaco  da alcune settimane è in terapia compassionevole nel reparto Malattie Infettive dell’Ospedale “Garibaldi” Nesima del Prof. Bruno Cacopardo, con risultati eccellenti.

Ha già guarito cinque pazienti; quattro ricoverati con polmoniti serie bilaterali e un paziente esterno, un medico, che si è  negativizzato nel volgere di 48 ore. A tampone effettuato, il malato, grazie all’assunzione del farmaco e alle cure importanti del Prof. Cacopardo, ha completamente debellato il virus. Altro caso di un paziente relativamente giovane per il Covid di 48 anni con polmonite iniziale, guarito nel volgere di 72 ore, con tre giorni di cura, come P. Salvatore Verzì, parroco di Biancavilla che, dimesso, ha dichiarato “Quattro pillole mi hanno salvato la vita”.

In Italia è distribuito solo sotto forma di pomata o per uso veterinario. Si può trovare invece nella Repubblica di San Marino o presso la farmacia del Vaticano. Il professore ha avviato delle interlocuzioni per ottenerne una partita consistente per la cura di altri soggetti infetti.

Si entra al reparto di Malattie Infettive, ben organizzato e  strutturato, con un team di medici di alto livello, e tanti giovani medici tra cui le Dott.sse Ceccarelli ed Eugenia Pistarà che rappresentano il futuro dell’infettivologia.

Mi accoglie il Prof. Cacopardo sottolineando che posso stare tranquilla è un posto tra i più sicuri altamente sterilizzato e sanificato.

“Abbiamo protocolli rigidissimi con percorsi sporchi e puliti separati, e mi piace ricordare il fatto che nessuno della mia equipe si è mai contagiato sul lavoro. Solo due casi, ma di persone che si erano infettate in altre situazioni”.

Ci spiega come funziona il farmaco Ivermectina e come agisce bloccando le tempestecitochiniche?

“I pazienti ai quali è stata somministrata sono andati benissimo. Ho l’impressione che il farmaco Ivermectina, affiancato alle terapie tradizionali, riesca a trasformare positivamente un quadro clinico drammatico.  Abbiamo utilizzato questo antiparassitario in quattro casi di polmoniti bilaterali tutte e quattro gravi, con pazienti soggetti ad alti flussi di ossigeno, con ossigenazione veramente carente, e dopo l’inserimento nella terapia della Ivermectina si è registrato nell’arco delle successive 48 ore un miglioramento impressionante del quadro clinico, con importanti benefici sul’ossigenazione”.

Si accende una speranza per questa malattia, state presentando domanda al Comitato Etico dell’ospedale?

“Non vorrei alimentare false attese, l’Ivermectina è un farmaco di razionale utilizzo scientifico molto solido, che è stato oggetto di trial clinici controllati in diverse parti del mondo con risultati, alle revisioni meta-analitiche, tutti di elevato livello di successo che, nelle nostre piccole esperienze nascenti e crescenti, si sta dimostrando piuttosto efficace; abbiamo avuto casi abbastanza gravi e altri ancora”. Continua “abbiamo presentato domanda al Comitato Etico dell’ospedale e aspettiamo risposte a breve per proseguire in uno studio clinico più esteso. Lo standard di cure per la malattia è ancora limitato e gravato da alta percentuale di insuccesso. Chiediamo di aggiungere l’Ivermectina all’arsenale terapeutico attuale, fornendo sperabilmente risultati interessanti e adeguati”.

Quanto è importante il lavoro di sinergia e rete con altri ospedali e reparti di infettivologia per curare i malati gravi?

“Sinergie di rete per Covid grave già esiste, ed è stato fatto con il gruppo del Prof. Ascierto durante la prima ondata, l’Ivermectina ha dato buoni risultati con polmoniti severe con un quadro drammatico alle soglie di intubazione, tuttavia i farmaci non sono taumaturgici ma devono attenersi a standard terapeutici”.

Il suo reparto è stato prescelto dall’Aifa per la sperimentazione anche degli anticorpi monoclonali che dovrebbero arrivare al Garibaldi Nesima nel volgere di un breve periodo, farmaci che la Germania ha già acquistato?

I due anticorpi finora in commercio sono prodotti dalle case farmaceutiche americane Ely Lilly e Regeneros, il secondo è servito per rimettere in sesto in pochi giorni l’ex presidente Trump, e daranno il colpo di grazia al Covid insieme ai vaccini, che forniscno una protezione individuale e collettiva: l’immunità di gregge”.

La politica ha trascurato forse la Sanità, e non prende in considerazione che in futuro molto vicino saremo attaccati sempre più dai virus e da germi multi-resistenti, per cui conviene investire molto in questo settore, organizzare un piano di assunzione medici infermieri ? Abbiamo nel territorio siciliano e, in particolare a Catania, ospedali dismessi: Vittorio Emanuele, Santo Bambino, perché non farli diventare hub di infettivologia e non demolire come con il vecchio ospedale Santa Marta di Catania?

“L’infettivologia cura e affronta una serie di emergenze e sarebbe importante avere qui un ospedale come il “Sacco” o lo “Spallanzani”, vedo un futuro di giovani che si stanno avvicinando a questa scienza”. 

Dtt.ssa Lella Battiato Majorana

Dtt.ssa Lella Battiato Majorana