A Pedara convegno sul femminicidio, la senatrice di FdI Tiziana Drago propone un’indagine conoscitiva su violenza giovani “Oltre la violenza tra uomo e donna: Una strada da costruire insieme”

La risoluzione approvata dal Parlamento Europeo, cataloga la violenza di genere tra gli euro-crimini: una vittoria. Stalking e femminicidio equiparati a terrorismo e  mafia. Un grande risultato.

La Polizia dedica particolare attenzione anche alla tutela delle vittime dei reati di stalking e violenza di genere e offre assistenza alle vittime da parte di operatori specializzati particolarmente sensibili al fenomeno, in grado di coniugare alla capacità di ascolto elevate competenze investigative.

Il trend dei casi di violenza sulle donne è in aumento, anche nella provincia di Catania.

La senatrice di FdI Tiziana Drago, dopo i gravi fatti dell’ultimo periodo, come il femminicidio avvenuto ad Acitrezza, nel Catanese, sostiene l’importanza di avviare un’indagine conoscitiva presso al Commissione Infanzia e Adolescenza, per arginare il fenomeno della violenza nei giovani, coppie o meno, ed ha organizzato un interessante convegno sul tema per sensibilizzare ulteriormente.

“Mettere a sistema processi di prevenzione rivolti a ragazze e ragazzi, in grado di intercettare sul nascere possibili atteggiamenti violenti sin dall’età dell’adolescenza, quella fase della vita in cui il conflitto generazionale e tra sessi fa parte della crescita, attraverso cui avviene la formazione della identità”. Così, la senatrice Drago, FdI, componente della Commissione Bicamerale Infanzia e Adolescenza, ha esordito nell’incontro “Oltre la violenza tra uomo e donna: Una strada da costruire insieme”, collaborata dal coordinatore cittadino FdI, Giuseppe Scarantino e dal Circolo territoriale FdI “Davide Russo”.

“Spesso i ragazzi non riescono a dare una chiara e corretta lettura delle proprie emozioni, dei disagi nella sfera personale e sociale che essi vivono – ha proseguito Drago –. Per questo ritengo fondamentale un più coordinato coinvolgimento di tutte le comunità educanti, a cominciare dalla scuola, perché siano investite del ruolo di sentinella e di supporto all’interno di un intervento di rete territoriale. Serve, in questo senso, un intervento normativo”.

All’incontro, anche la relazione del presidente CROAS Sicilia, Giuseppe Ciulla, e l’intervento della coordinatrice nazionale FdI, Dipartimento  tutela Vittime di Violenza, Cinzia Pellegrino. Erano presenti il sindaco metropolitano di Catania, Salvo Pogliese, i sindaci di  Pedara, Alfio Cristaudo e di Trecastagni Giuseppe Messina, il presidente del consiglio comunale di Pedara, Francesco  Laudani, Forze dell’Ordine, assistenti sociali, psicologi, psichiatri, insegnanti e dirigenti scolastici.

“Dobbiamo sentirci tutti co-responsabili, consapevoli che ciascuno nel proprio ambito deve intervenire ma è necessario farlo, non agendo per compartimenti stagno ma con una visione d’insieme e più ampia – ha sostenuto la parlamentare –. Ritengo che in Italia ci sia una complessiva carenza di welfare: un sistema sempre più fragile genera disagi a catena. Se da un lato abbiamo più chiara la dinamica della escalation della violenza, dall’altro non abbiamo esatta contezza delle molteplici cause che la generano. L’incapacità di gestire adeguatamente il rifiuto di una compagna va oltre, in molti in casi, la persistente cultura maschilista che si esprime ancora nella prevaricazione sulla donna. Credo si debba guardare con altrettanta attenzione ad altri aspetti come la precarietà del lavoro, l’abuso di droghe, alcol, la dipendenza dal gioco d’azzardo, sono alcuni esempi, che determinano comorbilità con la propensione all’aggressività del soggetto violento. Tra i diversi  ambiti, non va trascurata la violenza assistita, di cui ancora troppo poco si parla, quella indiretta subita da bambini ed adolescenti, spettatori fragili, spesso vittime, di inauditi maltrattamenti all’interno della famiglia”.

Secondo alcuni studi della psicoterapeuta Rose Galante, almeno il 50% degli uomini  violenti  e carnefici proviene da un ambiente familiare violento.

Dal dibattito è emersa  la necessità di coinvolgere gli adulti in veri e propri percorsi di genitorialità, incentivare la nascita di centri di recupero per soggetti maltrattanti “che agiscono sul criminale e potenziale criminale – ha sottolineato Cinzia Pellegrino –  in Italia sono appena una decina, eppure i dati dicono che nel 27% dei casi, gli interventi riabilitanti abbattono totalmente la recidiva: 3 soggetti su 10 non compiono più atti di violenza, mentre nel 55% dei casi non reiterano con la stessa violenza. Sono numeri su cui vale la pena lavorare, perché agire sul maltrattante significa fare prevenzione”. “La prospettiva di intervento dev’essere simile a quella operata in Trentino – ha proseguito Drago –: intervento a tutela della vittima e intervento sull’autore del reato tramite strutture di recupero. In questo modo si fa anche prevenzione sulle giovani generazioni. I figli comprenderanno che possesso, aggressività e violenza non sono la normalità, ma espressione di un amore malato”.

L’inarrestabile aumento delle vittime, 48 donne uccise per mano di mariti o ex compagni dall’inizio dell’anno, la reiterazione degli atti persecutori, e talune volte, la inutilità, dei provvedimenti giudiziari, impongono una riflessione più strutturata che guardi non solo all’aspetto repressivo, ma anche e meglio agli strumenti di prevenzione, sapendo dove rivolgere l’attenzione.

Nell’incontro sono  state ricordate le ultime vittime siciliane: Vanessa Zappalà, 26 anni, originaria di Trecastagni, uccisa dall’ex compagno lo scorso 23 agosto e Ada Rodini, 46 anni, originaria di Noto ma residente a Bronte, colpita a morte con un coltello dal marito, dal quale avrebbe dovuto separarsi l’8 settembre. L’ultimo nome invece inserito nel report del Viminale della mattanza del femminicidio è quello di Alessandra Zorzin, 21 anni, di Montecchio Maggiore, uccisa il 16 settembre.

Emerge un dato, l’età delle vittime, sempre più giovani, che porta ad ulteriori riflessioni su se e quanto la digitalizzazione dei rapporti attraverso telefoni cellulari, applicazioni e social intervenga sulla crescita e gestione dei rapporti reali, sulla sfera dell’affettività, degli scambi relazionali, del linguaggio (perfino nei  testi di  talune canzoni). Temi nuovi che si sommano a vecchi retaggi ancora da sconfiggere.

Intanto, la coordinatrice nazionale del Dipartimento Tutela Vittime di Violenza ha illustrato il vademecum rivolto alle donne “I sette segnali di una relazione malata”,  come riconoscerne i germi. “Abbiamo indicato anche alcune app di pronto intervento da scaricare perché c’è anche un modo sano di utilizzare il digitale” , ha osservato Cinzia Pellegrino. “Due fra tutte. L’app Youpol, realizzata dalla Polizia di Stato, che trasmette in tempo reale messaggi ed immagini agli agenti; le segnalazioni sono automaticamente georeferenziate ed è possibile chiamare il 112 o il 113 per un pronto intervento. Mytutela, app studiata per catalogare in modo intelligente e automatico messaggi vocali, mail, i testi ingiuriosi o minacciosi, trasferendoli automaticamente in prove valide in tribunale”.

Dtt.ssa Lella Battiato Majorana

Dtt.ssa Lella Battiato Majorana