Prof. Giulio Tarro: ultime notizie anti-Covid mentre il virus si è ormai endemizzato

Tra i mille impegni cui il Prof. Giulio Tarro, scienziato di fama internazionale assolve quotidianamente con competenza e grande spessore umano, un recente intervento sulla battaglia contro il Covid.

Arriva in Italia il Novavax quando lei comunica che negli Stati Uniti è quasi pronto un vaccino migliore.

“Sì, è stato approvato il Valneva che presumibilmente sarà in distribuzione ad aprile. È costituito da un vaccino antiCOVID-19 con virus inattivato da somministrare in due dosi a distanza di 4 settimane e rinforzato da due adiuvanti costituiti da un sale di alluminio e da un DNA sintetico di 22 nucleotidi già utilizzato per la vaccinazione dell’epatite B. La casa produttrice si trova in Francia, il brevetto è americano ed in precedenza la stessa industria ha prodotto un vaccino per l’encefalite giapponese. Sono descritti solo dei sintomi locali all’iniezione intramuscolare (dolore, rossore e gonfiore) e sintomi generali come febbre, cefalea, dolori muscolari e articolari, astenia, nausea, malessere generale, meno dell’1% effetti avversi gravi”.

Il virus, come da Lei previsto, si sta endemizzando, ma i virologi massmediatici parlano già di un prossimo inverno problematico, di quarta dose, prima ai soggetti fragili, poi forse a tutti, poi ancora di un nuovo vaccino idoneo a fronteggiare qualsiasi tipo di variante, potrebbe, per cortesia, farci un po’ di chiarezza?

“La variante che sta circolando oggi è la stessa che circolava in Africa quando da noi era estate, senza conseguenze gravi. Sono stati gli stessi africani a smentire gli allarmismi occidentali, dicendo che si stava esagerando nel dipingere la variante sudafricana come pericolosa. L’efficacia dei vaccini nei riguardi del COVID-19 si è ridotta dopo che la variante delta è diventata predominante. L’efficacia dei vaccinati sopra i 65 anni di età con RNA messaggero si è mantenuta alta nel senso di una loro protezione nei riguardi del ricovero ospedaliero (New England Journal of Medicine 13-1-2022, Eli Rosenberg et al). Nuove varianti sembrano evitare la risposta immune e mostrano segnale di diffondersi con maggiore rapidità. Alcuni dati sembrano indicare che la nuova variante omicron possa essere più mite, ma lo stesso porterà ad una pletora di ricoveri ospedalieri. Nel New England Journal of Medicine del 17 febbraio 2022 la variante omicron sta già diventando la variante dominante in molti paesi, causando malattie e morti sebbene meno delle varianti precedenti. La somministrazione di una terza dose del vaccino Pfizer aumenta il livello di anticorpi neutralizzanti nei confronti della variante omicron, permettendo pure lo sviluppo di una nuova variante che si adatta ai vaccini.

Dtt.ssa Lella Battiato Majorana

Dtt.ssa Lella Battiato Majorana