Lunghi applausi illuminano la rappresentazione di “Agata Vergine e Martire” di Pino Pesce al Teatro “Don Bosco” di Catania. Una sacra rappresentazione multimediale fra medievalità e contemporaneità

L’attesa sacra rappresentazione “Agata Vergine e Martire” di Pino Pesce, andata in scena il 2 febbraio al Teatro “Don Bosco” di Catania, presentato dalla giornalista Lella Battiato Majorana.

L’autore, già docente di italiano e storia, della pièce è anche régisseur. Negli ultimi anni Pesce si è accostato al teatro con successo scrivendo, rielaborando e dirigendo importanti testi: da “L’uomo dal fiore in bocca” di Pirandello a “Rosa Balistreri. A memoria di una voce”.

In questo suo ultimo lavoro l’autore ha messo in campo parecchie eccellenze. Ogni cittadino catanese, devoto di Sant’Agata, sente forte la responsabilità verso la città e la Patrona per cui prova emozione nel confrontarsi con la verità di cui si sente possessore, quando si parla della vicenda della Santa Patrona, divenuta parte e simbolo dell’immaginario collettivo, della spiritualità della coscienza e dell’anima.

I temi della rappresentazione religiosa di Pesce si riversano in scena per rappresentare la complessità del dramma cosmico in un periodo storico che attraversa la crisi dell’Io. Studio ricerca e sperimentazione sono il fil rouge dello spettacolo; un atto unico che racconta il dramma del martirio tra storia e voce popolare, mettendo in luce la vita straordinaria di Agata, giovinetta nata e vissuta alle pendici dell’Etna nel III secolo d. C.

Della protagonista vengono focalizzati i momenti più importanti della sua infanzia (dall’infanzia a martirio) attraverso le immagini video, le luci, i costumi e le musiche che toccano il culmine negli interventi musical-canori.

«Sono sempre stato fuori dal conformismo; ho sempre sfasciato ogni forma di creatività aldilà del risultato: bene o male; in ogni caso sempre fuori da codeste due categorie», dice il regista e autore di questo dramma sacro, il quale poi dichiara «Da barlumi crepuscolari di scrittura, antelucani della teatralità consacrata, ho portato alla luce Agata Vergine e Martire, una sacra rappresentazione  che fra medievalità nella contemporaneità di visione andrà in scena con una squadra artistica professionalmente elevata anche se non sono nomi di rumore».

«L’azione – spiega ancora il regista – si svolge a San Giovanni Galermo (Galermus) e a Catania (Catina). In questo scenario, si innesta la forza espressiva e suggestiva di un narratore che fila la storia e la leggenda, interrotta in qualche tratto da scene di vita: l’età infantile, l’adolescenza, la giovinezza che si incentra sulla decisione di promettersi a Dio. Da qui la persecuzione pagana dell’imperatore Dacio, rappresentato a Catania dal proconsole Quinziano, il quale non riuscendo a possedere fisicamente Agata, la condanna al carcere prima e al martirio subito dopo. La morte, secondo il martirologio, avviene il 5 febbraio del 251».

«La breve descrizione rende plastici in particolare: i giochi fra bambini, il valore e il simbolo del velo, il processo ad Agata con consequenziale condanna, il carcere, il martirio, dies natalis e apoteosi».

Il tutto reso spettacolare da musiche, coreografie e intensa scenografia minimale.

Particolarmente suggestiva nella descrizione di Pesce la scena del martirio, dove si assiste all’eterna lotta tra il bene e il male che si conclude con il trionfo assoluto del Bene e parlare al cuore dei giovani.

A rappresentare il dramma un cast di bravissimi attori:

Chiara Seminara – Agata;  Mario Sorbello – Quinziano

Pasquale Platania – narratore

Nino Aiello – Mario Rapisardi; Nino Spitaleri – vecchio

Monica Murè – Agata bambina

Antonella Barresi – madre di Agata

Andrea Gugliemino – San Michele Arcangelo

Jonathan Barbagallo – Lucifero

Rossella Motta – danzatrice

Paolo Messina – diavolo rituale

Pierrot Li Mura, Franco Caruso – soldati

Salvo Gambino, Francesco D’Arrigo – carnefici

Ad esaltare le musiche il rinomato Quartetto d’archi:

Angelo Cipria – primo Violino

Dario Spina – secondo violino

Salvatore Randazzo – viola

Mario Licciardello – violoncello

Suggestivi i Cantanti lirici:

Rosario Cristaldi, Martina Scuto, Haruna Nagai,

Marco Tinnirello

Ballerini che esaltano la lotta tra bene e male, sono ballerini del Centro Professionale Studio Dance lab. “Azzurra” di Belpasso Catania

Coreografie emozionanti di  Alfio Barbagallo

Videomaker Alfio Cosentino

Dtt.ssa Lella Battiato Majorana

Dtt.ssa Lella Battiato Majorana